Quarta salvaguardia Dl 102/2013
Ragazzi/e dateci una mano, chi non ha ancora firmato lo faccia al più presto!
Ringrazio tutti quelli che ci aiuteranno!
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ercolani.enrico ha scritto: Carissimi...... Vi posto una NEWS che può interessare:
10/11/2014
Fino a pochi anni fa nessuno l’avrebbe immaginato, ma ormai era nell’aria: il coefficiente di rivalutazione del montante contributivo da applicare dal 1/1/2015 è negativo.
Nel 2015 dovremo allora chiamarlo “coefficiente di svalutazione”?
Probabilmente no, comunque non c’è da stare allegri. E vediamo perché!
Cominciamo col dire che gli organi di stampa come al solito danno notizie un po’ confuse e allarmanti e parlano di pensionati sui quali sta per abbattersi non so che cosa.
La prima cosa da chiarire è che il problema non riguarda i pensionati, ma il calcolo di chi in pensione ci deve ancora andare.
La seconda è che non siamo di fronte ad un cataclisma, ma ad un fenomeno preoccupante che diventerebbe sempre più grave se non si dovesse invertire la tendenza e il PIL non riprendesse la crescita.
Ma in questa malaugurata ipotesi non solo i pensionandi, ma tutto il paese ne soffrirebbe le conseguenze, sappiamo bene quelle della mancata crescita dell’economia.
Detto questo torniamo alle pensioni e vediamo come funzionano questi meccanismi.
Il calcolo contributivo della pensione, introdotto dal 1/1/96 dalla legge 335/95, è basato non sull’anzianità pensionistica, ma sul montante, ovvero sul capitale accumulato con i contributi versati.
Ma il capitale, ovvero il montante di ogni lavoratore ogni anno viene rivalutato: 1000 euro versati anni fa, nel 2015 devono avere un valore più alto.
Per questo motivo la legge 335/95 ha previsto che ogni anno il valore del montante sia rivalutato di una percentuale ottenuta sulla media di aumento del PIL degli ultimi 5 anni.
E purtroppo sappiamo come sta andando l’economia da alcuni anni.
Vediamo l’esempio:
Un lavoratore al 31/12/2012 aveva un montante di 300.000 euro.
Nel corso del 2013 ha versato contributi per 12.000 euro (lavoratore + datore di lavoro versano il 33% della retribuzione lorda)
Il coefficiente di rivalutazione da applicare al 31/12/2013 (per quanti sono andati in pensione nel 2014) calcolato dall’ISTAT è stato 1,001643.
Significa che la media dell’aumento del PIL nel quinquennio precedente è stata dello 0,1643%.
Calcoliamo il montante di quel lavoratore al 31/12/2013:
300.000 x 1,001643 = 300.492,90 (montante al 31/12/2012 rivalutato)
300.492,90 + 12.000 = 312.492,90 (montante complessivo al 31/12/2013)
La media del quinquennio calcolata in questi giorni dall’ISTAT è negativa: -0,1927%.
Applicando la legge senza intervenire, il montante verrebbe non rivalutato, ma svalutato, infatti l’indice sarebbe: 0,997083 e pertanto il montante perderebbe lo 0,1927% e passerebbe da 312.492,90 a 299.913,85.
Ma questo imprevisto sicuramente solleverebbe molti dubbi e scatenerebbe un contenzioso, infatti l’INPS si è già mosso per chiedere al governo un intervento legislativo che sterilizzi gli effetti dell’indice negativo portandolo da 0,997083 al valore di 1,000000.
In questo modo il montante resterebbe invariato.
E poi incrociamo le dita per il futuro dell'economia italiana.
.....ci mancherebbe anche questa!
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