cumulo casse professionali

Ultime news dal sito Cassa Ragionieri (newsletter n. 26 Rivista online), tratto da un quotidiano di oggi 6 luglio

Il cumulo dei professionisti approda al Senato

L'interrogazione a Palazzo Madama.

La matassa (non sbrogliata) dell'attuazione dell'opportunità di cumulo gratuito dei contributi previdenziali per i professionisti approda al Senato: a poche ore dal richiamo del presidente dell'Inps Tito Boeri (la norma della legge 236/2016 è <<incompleta>> ed è la politica che deve prender posizione) e mentre si susseguono le lamentele delle Casse che invocano chiarezza sui costi dell'operazione, è il numero uno della commissione Ambiente di palazzo Madama, Giuseppe Marinello (Ap), a bussare alla porta del ministero del welfare, chiedendo di sapere se c'è intenzione di avviare <<urgentemente>> iniziative per sciogliere il nodo. Nel dettaglio, recita l'interrogazione, si vuol conoscere se il titolare del dicastero Giuliano Poletti <<non ritenga di adottare urgentemente gli atti di indirizzo e esplicativi sugli oneri finanziari, affinché gli enti di previdenza pubblici e privati possano procedere ad emanare le disposizioni applicative delle norme richiamate in materia di cumulo>>, chance in vigore dal 1 gennaio 2017. Nella lettera viene rammentato, infatti, come non siano state ancora adottate dal legislatore <<disposizioni applicative limitatamente ai casi di cumulo dei periodi assicurativi non coincidenti da parte degli iscritti a due, o più forme di assicurazione obbligatoria per invalidità, vecchiaia e superstiti dei lavoratori dipendenti e autonomi, alla gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge n. 335 del 1995, e alle forme sostitutive ed esclusive>> della stessa gestione, mentre, per quel che concerne gli enti (istituiti grazie ai decreti legislativi 509/1994 e 103/1996) <<non è stato chiarito altresì l'impatto economico finanziario dell'applicazione delle norme sul cumulo>>. L'esponente di Ap allarga il raggio d'azione, domandando al dicastero di via Veneto cosa s'intende fare sul <<completamento dell'iter di approvazione degli atti in materia di assistenza, giacenti presso la direzione generale competente>>. Infine, Marinello preme sul tasto della opportuna <<accelerazione>> per adottare decreti attuativi sul welfare dei professionisti come disposto dalla legge 81/2017 (il <<Jobs act del lavoro autonomo>>), nonché per l'istituzione del tavolo permanente previsto dalla stessa disciplina.

Finalmente siamo riusciti a dire veramente come stanno le cose! Finora la solidarietà tra pensionati e pensionandi è stata a senso unico, praticamente zero, non per colpa loro ma per il sistema pensioni creato fin dall'inizio senza alcuna lungimiranza e poi man mano nel corso degli anni sempre più rattoppato a spese sempre degli stessi.
Ora faccio una proposta impopolare, ma che ristabilisce almeno un po' di equità;
- visto che noi ultrasessantenni, lavoratori da oltre 41-42 anni e più abbiamo pagato con i nostri contributi le pensioni dei baby pensionati (per enti come Inps e Inpdap; con requisiti maggiori per alcune Casse professionali era possibile anticipare la pensione ai 57 anni di età e con 35 di contributi dopo anni di versamenti esigui)
- considerato che non è giusto che continuiamo a pagare sempre e soltanto noi per tutti
si istituisca un fondo di vera solidarietà con un prelievo in percentuale sulle pensioni esclusivamente retributive e di ammontare più elevato assegnate in passato e si riveda la situazione di coloro che stanno percependo da oltre 35 anni pensioni avendo lavorato poco più di quindici anni!!!!!
Mi rifiuto di pensare che la soluzione al problema "attuazione cumulo gratuito retributivo- retributivo misto per i professionisti" sia l'abrogazione di questo unico diritto che finalmente la Legge ci aveva riconosciuto. Ancora una volta, come sempre, saremmo solo noi nati dagli anni 50 in poi a pagare. Qualcuno ha ancora un po' di coscienza?

Caro Ennio concordo con te sulla insostenibilità del retribituvo. Però vedi il problema non è da ora in avanti. E' purtroppo su chi ha già maturato i diritti. Di quelli che sono in pensione da una vita.
Se mi guardo intorno e penso alla mia vita ti racconto solo due o tre cose.
Quando sono entrato al lavoro nel 77 vigeva una legge per cui potevi andare in pensione con 15 anni 6 mesi e un giorno. Mi ricordo che nei primi anni 80 sono andati in pensione persone che avevano nemmeno 40 anni. Avevano la mia età.
Io avevo fatto l'università . Entrato nel mondo del lavoro a 26 anni ( del resto medicina era 6 anni di università) Quando entrai avevo al mio fianco persone che facendo lavori ammistrativi erano entrati al lavoro a 15 16 anni di età. Dopo qualche anno soprattutto le donne hanno usufruito di questa norma. E sono andate in pensione alla bella età di 30 40 anni.
Oggi il mondo è cambiato. Stiamo parlando di altra roba. Opzione donna , precoci con 41 anni di contributi, di noi che a 67 anni non si può andare.
Certo il sistema è insostenibile.
Ma si deve trovare un equilibrio. E' il compito della politica.
Vedi, quelle persone che sono andate in pensione nell' 85 hanno usufruito della pensione per 35 anni con 15 anni di contributi versati . E hanno anche avuto adeguamenti alla loro pensione. Pensa te che qualcuno di loro si lamenta che la pensione che hanno è troppo bassa. Chiedono almeno 1000 euro al mese. Ogni tanto ne incontro qualcuno. Gli darei anche due manate nel muso. Ma non si può.

Beate loro.
Hanno fatto anche doppi lavori sai in questi anni. 35 anni. Magari in nero. E si lamentano. Questo nostro paese a volte lascia perpessi.
Noi siamo qui a discutere se dopo avere lavorato 39 o 40 anni e più si può andare in pensione. Io non so quanti anni hai. Io ne faccio 66 a ottobre. 40 anni e 7 mesi di lavoro effettivo. 6 anni pagati di tasca mia per il riscatto della università . Certo non posso lamentarmi. Ho avuto buoni stipendi intorno ai 3500 euro al mese. Ma ho anche versato contributi .
Loro no. I miei contributi sono serviti a pagarli. Noi da chi saremo pagati?
Per questo concordo con te. Il sistema è insostenibile.
Cosa ci aspetta nessuno lo sa.

bravo giorgione la risposta data a rosa ( mia collega ) e' piu' che condivisibile. il vero problema in tutta questa storia a mio parere e' stato aver introdotto il diritto alla pensione anticipata che ovviamente spiazza i conteggi di tutte le casse e non solo. purtroppo il sistema retributivo e' un sistema che non sta' in piedi alla lunga sopratutto in paesi a bassa natalita' come il nostro, mentre il sistema contributivo a detta dei tenici si regge se vai in pensione 10 anni prima di passare a miglior vita! l'alternativa??? come fanno in svizzera un fondo nazionale ( 1° pilastro ) dove tutti prendono la stessa quota di pensione. mi raccomando stacci piu' vicino mi ero preoccupato a non leggerti piu'!

scusa Giorgione, ma sono un po' confuso...
se le casse non applicheranno comunque il retributivo, la differenza con la totalizzazione ce l'ha solo l'INPS.
i silenti, con 2 - 3 anni di contributi, sarebbero comunque pagati con la totalizzazione, che tra l'altro ha requisiti di anzianità inferiore (40 anni). o sbaglio?