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Riforme, primo ok del Senato Le opposizioni non hanno votato
Riforme: Boschi, primo segnale voglia di cambiamento
Riforma Pensioni, doccia fredda sullo stop alle penalizzazioni
Alla fine il dietrofront è arrrivato. Il governo, sotto pressione della Ragioneria Generale dello Stato, ha cassato la norma (approvata in prima lettura alla Camera) che prevedeva lo stop definitivo alle decurtazioni per i lavoratori che accedono - entro il 2017 - alla pensione anticipata prima del compimento dei 62 anni di età. Kamsin La misura, anticipata in esclusiva da Pensioni Oggi la scorsa settimana, è stata dunque modificata nel corso dell'esame in Aula e pertanto attualmente nulla è stato innovato rispetto alla legislazione vigente.
Le regole attuali - Come si ricorderà il legislatore ha introdotto una regola temporanea secondo la quale la penalizzazione (un taglio dell'1-2% per ogni anno di anticipo rispetto ai 62 anni per l'accesso alla pensione anticipata) non si applica, sino al 31.12.2107, a condizione che l'anzianità contributiva risulti composta da sola prestazione effettiva di lavoro e da alcuni, limitati e tassativi, periodi di contribuzione figurativa.
E' quanto infatti recita l'articolo 6, comma 2-quater del Dl 216/2011 secondo il quale "la riduzione percentuale dei trattamenti pensionistici non si applica a coloro che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva per la pensione anticipata entro il 31 dicembre 2017, a condizione che tale anzianità contributiva derivi esclusivamente da prestazione effettiva di lavoro, includendo i periodi di astensione obbligatoria per maternità, per l'assolvimento degli obblighi di leva, per infortunio, per malattia e di cassa integrazione guadagni ordinaria, per la donazione di sangue e di emocomponenti, come previsto dall'articolo 8, comma 1, della legge 21 ottobre 2005, n. 219, e per i congedi parentali di maternita' e paternita' previsti dal testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 nonche' per i congedi e i permessi concessi ai sensi dell'articolo 33 della legge 5 febbraio 1992, n. 104".
Per effetto di tale norma è possibile accedere alla pensione anticipata, sino al 2017, anche se non sono stati compiuti i 62 anni, senza alcuna penalizzazione. Risulta pertanto essenziale verificare la composizione dell'anzianità contributiva maturata in quanto solo i periodi di prestazione effettiva da lavoro, unitamente a quelli individuati nell'articolo citato, risulteranno utili a non applicare la penalizzazione.
Si ricorda che tra i periodi utili ad escludere la penalizzazione vi rientrano altresì esplicitamente: a) i periodi assicurativi derivanti da riscatto, secondo l'articolo 13 della legge 1338/1962 (contribuzione omessa e colpita dalla prescrizione; messaggio inps 219/2013); b) le ferie in quanto istituto a fruizione obbligatoria per il lavoratore (cfr: messaggio inps 5280/2014) .
Non rilevano invece ai fini dell'esclusione della penalità qualsiasi altro periodo contributivo. Possono citarsi ad esempio i periodi di cassa integrazione straordinaria e di mobilità; i contributi volontari; i contributi da riscatto; i contributi figurativi per disoccupazione indennizzata; le maggiorazioni da amianto e da invalidità; i congedi matrimoniali (cfr: messaggio inps 5280/2014). Tali periodi, se presenti, possono essere recuperati, ove possibile, dal lavoratore attraverso la prosecuzione dell'attività lavorativa.
L'emendamento bocciato dal governo in Senato potrebbe tuttavia essere riproposto nelle prossime settimane in un provvedimento ad hoc.
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Riforme: Renzi: nessuno puo' piu' fermare il cambiamento
Senato, primo ok alla riforma Renzi, via libera al cambiamento
- Roma, 8 ago. - Con 183 si' e 4 astenuti il ddl con le Riforme Costituzionali passa all'esame della Camera dei Deputati. "Ci vorra' tempo, sara' difficile, ci saranno intoppi. Ma nessuno potra' piu' fermare il cambiamento iniziato oggi", ha scritto Matteo Renzi su Twitter subito dopo l'approvazione del testo. Non hanno partecipato al voto le opposizioni, tranne FI, cosi' come i dissidenti del Pd, che hanno lasciato l' Aula di Palazzo Madama. Con Chiti a confermare il loro dissenso sono intervenuti anche i democratici Lucrezia Ricchiuti, Corradino Mineo e Walter Tocci. "E' un primo passaggio", ha commentato il ministro delle riforme, Maria Elena Boschi, prima del voto finale. Il ministro ha ringraziato, tra l'altro, anche la struttura del Senato, "a partire dal presidente Pietro Grasso che - ha sottolineato - ha svolto il suo ruolo in modo equilibrato" e ha ricoperto al meglio la sua funzione "di garanzia". .
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Pensioni, Damiano: Renzi rispetti le promesse sui precoci e quota 96
Il Premier Matteo Renzi ha dichiarato, qualche giorno fa, che il Governo varerà entro il mese di agosto un provvedimento per risolvere il problema di ‘Quota 96′ degli insegnanti e a breve il problema che riguarda la penalizzazione dei lavoratori precoci. Kamsin E' quanto ha indicato il Presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano. Dopo il balletto degli emendamenti, che avevano risolto il problema e che sono stati soppressi nel passaggio tra Camera e Senato, è ora di mettere una parola fine a questa vicenda. Per evitare nuove docce fredde a questi lavoratori, vittime di un “errore” del Governo Monti, è bene ricordare che un Decreto ad hoc deve essere emanato nei prossimi giorni se vogliamo che la normativa, che consentirebbe loro di andare in pensione, entri realmente in funzione.
Altrimenti saremmo di fronte all’ennesima presa in giro: infatti, come tutti ormai sanno, gli insegnanti seguono la cadenza dell’anno scolastico che inizia dal primo settembre e non dal primo gennaio. Vigileremo in questi giorni sull’attività di Governo affinché, alle parole, seguano dei fatti concreti.
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Riforme, via alla seduta per il voto finale sul nuovo Senato
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Con l'abolizione del trattenimento in servizio, previsto dal dl 90/2014 a partire dal 31 Ottobre 2014, i lavoratori della pubblica amministrazione saranno collocati in quiescenza al compimento del 65° anno di età, cioè al raggiungimento del limite ordinamentale vigente in molte Pa. Kamsin Esclusi i magistrati e i professori universitari che potranno raggiungere il 70° anno di età (godendo peraltro di una pensione piu' succulenta grazie all'attivazione di coefficienti di trasformazione piu' elevati). La prosecuzione del rapporto di lavoro fino ai nuovi limiti anagrafici (66 anni 3 mesi) potrà essere ammessa solo per far sì che l'interessato acquisisca la pensione qualora a 65 anni non risulti perfezionato alcun diritto.
Come si ricorderà infatti l’articolo 2, comma 5, del Dl 101/2013 ha interpretato autenticamente l’articolo 24 della riforma Monti-Fornero nel senso che per i lavoratori dipendenti delle pubbliche amministrazioni il limite ordinamentale – al raggiungimento del quale l’amministrazione deve far cessare il rapporto di lavoro se il lavoratore ha conseguito, a qualsiasi titolo, i requisiti per il diritto a pensione – non è modificato dall’elevazione dei requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia; si fa eccezione solo per il trattenimento in servizio o per far conseguire all’interessato la prima decorrenza utile della pensione. Ora con l'abolizione del trattenimento in servizio sarà possibile pertanto superare il limite ordinamentale solo per far conseguire la pensione di vecchiaia quando l'interessato non ha maturato un diritto a pensione anticipata entro il 65° anno di età. Resta ferma comunque la possibilità di permanere sul posto di lavoro per il raggiungimento dell'anzianità contributiva minima richiesta per la pensione di vecchiaia (cioè 20 anni) anche se tale requisito dovesse risultare perfezionato successivamente al compimento dell'età anagrafica prevista per la pensione di vecchiaia.
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Ue: Renzi, su Mogherini mister Pesc resto ottimista
Riforme: Renzi all'ultimo miglio Taglio spese e' nuova manovra
- Roma, 7 ago. - "Io non mollo di mezzo centimetro". Ed ancora: "Non ce n'e' per nessuno". Matteo Renzi tira dritto e ribadisce a 'In onda' l'importanza strategica del via libera alle riforme. Domani incassera' il voto finale del Senato al ddl Boschi. Il presidente del Consiglio due giorni fa aveva ipotizzato di essere presente in Aula, di intervenire a palazzo Madama. Ma anche in queste ore molti molti fedelissimi gli stanno consigliando di evitare di esasperare gli animi e di portare a casa il risultato. Per questo motivo il Capo dell'esecutivo, spiega piu' di un renziano, potrebbe non partecipare ai lavori conclusivi.
"Noi andremo a referendum comunque, questa e' una riforma dei cittadini", sottolinea il presidente del Consiglio, "Scommettevano che non ce l'avremmo fatta. Dico grazie ai senatori della maggioranza". Renzi accoglie subito l'assist del governatore della Banca centrale. "Io sono d'accordo con Draghi - dice -. Il presidente della Bce ha detto una cosa sacrosanta: abbiamo bisogno di rimettere in ordine l'Italia per farla diventare piu' competitiva. Per questo motivo servono le riforme". Per Renzi l'Italia ha tutte le carte in regola per ripartire e "tornare a volare". "Vogliamo mettere il piu' davanti", dice, "e' un po' tutta l'Eurozona che deve riflettere".
"L'Italia non e' finita - incalza -, con buona pace dei gufi e degli sciacalli, tecnicamente non siamo mai usciti dalla recessione ma l'Italia riparte, la necessita' e' "attrarre investimenti". Il presidente del Consiglio in tv annuncia "una manovra di tagli alla spesa" e un miliardo nella legge di stabilita' a favore della scuola. Sulla spending review ammette di non aver fatto abbastanza e non nasconde di aver compiuto degli errori, come sul dl competitivita'. Ma "nessuna bacchetta magica", il nostro Paese non puo' uscire dalla crisi in tre mesi, "io non sono uno chef", "lavoreremo meglio e di piu' ma io ho promesso di cambiare verso, non universo".
Infine un accenno all'incontro di ieri con Berlusconi: "Il patto del Nazareno non e' un documento da desecretare. Berlusconi e' il presidente di un partito, che non e' il mio ed e' ora al 16%, e a cui riconosco che tanti italiani lo votano. Chi sono per giudicare chi lo vota? Per me Berlusconi non e' un alleato ma rispetto i milioni di italiani che lo votano e le regole si fanno insieme anche a lui: noi facciamo insieme un accordo sulle regole. E cioe' una legge elettorale gia' approvata dalla Camera e la riforma del Senato". Ma c'e' una clausola anche sulla giustizia? "Veramente il ministro Orlando e' andato anche da Forza Italia nel suo giro di colloqui e loro sono stati tiepidi sulle nostre proposte".