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Riforme: alle 15 incontro in streaming Pd-M5S
Cig, Poletti stanzia 400 milioni
Il Governo stanzia 400 milioni per la cassa integrazione ed apre alla possibilità di stanziarne altri 400 milioni a breve se accompagnati da una modifica dei parametri per l'accesso agli ammortizzatori sociali. Kamsin E' questa la sintesi di quanto ha dichiarato il ministro del welfare Giuliano Poletti, durante il question time che si è svolto ieri in Aula a Montecitorio. Arriva dunque il via libera da parte del Ministero del Lavoro, d'intesa con quello dell'economia, al decreto che rimpingua la dotazione di cig in deroga e mobilità per completare i pagamenti del 2013 ed avviare una porzione di quelli previsti per l'anno in corso. Il rifinanziamento annunciato è però insufficiente a coprire i bisogni dei lavoratori, perchè il titolare di via Veneto ribadisce da tempo che la cifra occorrente è di almeno un miliardo.
Zedde
Padoan: crescita debole e incerta Non ci sono scorciatoie
- Roma, 17 lug. - "La strategia del governo e' convergente con le raccomandazioni delle commissioni e coniuga l'azione di risanamento strutturale con il sostegno alle famiglie, per esempio attraverso il bonus fiscale, e alle imprese con misure diverse tra cui il rimborso dei debiti della Pubblica amministrazione attualmente in corso di ulteriore rafforzamento". Lo ha detto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan intervenendo in aula alla Camera.
"Siamo in un contesto di crescita ancora debole e incerta - ha ricordato Padoan - la disoccupazione rimane elevata e si conta in Europa nell'ordine di decine di milioni sopratutto fra i giovani, e' un problema dell'Italia ma anche dell'Europa, anche per questa ragione la presidenza italiana del semestre appena iniziato ha posto al centro il sostegno della crescita e dell'occupazione. E' indispensabile che ci sia un orizzonte di medio termine la crescita e' un fenomeno complesso e spesso non ben compreso, ma sopratutto non ci sono scorciatoie".
Per quanto riguarda il cuneo fiscale, "Il taglio sara' reso permanente con la legge stabilita' e si proseguira' nella riduzione dell'Irap". "Lo scenario - ha sottolineato Padoan - e' in linea con la riduzione del debito e siamo su un sentiero compatibile con i parametri europei: il Def a settembre lo confermera'". "I dati macroeconomici piu' recenti, se confermati, indicano un ritardo nel ritorno al meccanismo di una crescita sostenibile in Europa e altrove - ha proseguito il ministro - e cio' e' vero anche per il nostro paese: i margini per l'azione del governo si faranno piu' stretti ma non per questo si indebolisce la prospettiva di medio termine indispensabile per quel salto di qualita' di cui il paese ha bisogno tramite una decisa azione di riforme".
"Questa prospettiva e' necessaria - ha detto ancora Padoan - anche per mantenere l'equilibrio difficile tra consolidamento dei conti pubblici e sostegno alla crescita e all'occupazione e che il governo e' determinato a presentare". "E' necessaria una strategia a piu' piani che il governo propone per l'Italia e per l'Europa poggiata su tre pilastri: innanzitutto piu' apertura di mercato interno e globale, l'Europa ha sempre trovato la via della crescita attraverso forme di integrazione e di apertura crescente, secondo le riforme strutturali che devono interessare tutti i paesi, la grande crisi da cui fatichiamo a uscire e' anche il frutto di un ritardo accumulato molto prima che la crisi finanziaria si sviluppasse" e in terzo luogo "piu' investimenti per la crescita attivati con strumenti diversi con diversi canali, pubblici e privati".
Padoan ha poi puntualizzato che "Un maggior grado di coordinamento tra le politiche strutturali degli stati membri potra' accrescere l'impatto, un punto che e' stato ripreso di recente anche dal presidente della Banca centrale europea". Per il titolare del dicastero di Via Venti settembre, "il compito della politica economica e del nostro governo e' dare i segnali giusti, che abbiano l'orizzonte temporale adeguato e che possano influenzare positivamente le aspettative, creino incentivi opportuni e necessari". "L'idea recentemente enunciata dal presidente del Consiglio dell'agenda dei mille giorni e' questa, ma naturalmente riempita di contenuti e proposte concrete e a questo stiamo lavorando" ha concluso Padoan.
Ue: Renzi, l'Italia chiede solo rispetto
Emendamenti e timing, scontro su riforme. Resta dissenso nel Pd e Pdl
- Roma, 16 lug. - A chi le chiede se sia preoccupata dal numero di emendamenti piovuti addosso al disegno di legge di riforma costituzionale, Maria Elena Boschi risponde con un "affrontiamo un giorno alla volta". In effetti, in Aula a palazzo Madama e' in corso, e sono previste 17 ore ancora di dibattito, la discussione generale con non meno di 7830 emendamenti al ddl sulle Riforme Costituzionali. Di questi circa seimila arrivano da Sel.
Venerdi' non ci sara' seduta, per via del Cosac, l'incontro dei presidenti delle commissioni competenti in materia di affari europei dei Parlamenti nazionali dell'Ue. Dunque l'inizio delle votazioni sembra scivolare all'inizio della prossima settimana. In mezzo c'e' l'aperta ostilita' di settori della 'strana maggioranza' versione Pd-FI, plasticamente rapprsentata negli interventi a palazzo Madama.
"Il mio intervento non e' facile, come altre volte mi e' capitato nel mio impegno politico, e devo dire che e' sempre su temi costituzionalio di leggi elettorali o di referendum che mi trovo ad avere posizioni differenti da quelle del partito di cui faccio parte", confessa ad esempio il senatore democratico Vannino Chiti, capofila del dissenso sulle riforme.
"Questo non e' facile - riprende - perche' certamente non fa piacere e non e' motivo di gioia: la mia esperienza e' quella di un uomo di partito, perche' pensoche i partiti siano importanti e fondamentali nella vita democratica, ma penso anche che ognuno di noi deve rispondere alle proprie convinzioni e alla propria coscienza, almeno sui temi che riguardano la Costituzione".
"Si puo' naturalmente dissentire ma continuare ad accusare di nefandezze il proprio partito, il proprio presidente del Consiglio, in sfregio alle decisioni assunte ripetutamente dal proprio gruppo parlamentare, e' francamente troppo", e' la bacchettata che arrivera' in seguito, e non solo a lui, dal collega di partito, e di gruppo, Marcucci.
Ne' i malpancisti si chiudono nel silenzio tra i banchi di FI, nonostante ancora ieri Silvio Berlusconi abbia fatto capire che chi si mette di traverso puo' cercare casa altrove, leggi Ncd, e rischia di esserci accompagnato da una sanzione dei probiviri, la 'magistratura' interna alla quale compete nei partiti di sanzionare le infrazioni piu gravi.
"Il premier vuole un nuovo assetto istituzionale e una legge elettorale pronti all'uso per la prossima primavera". E' l'affondo del senatore FI Augusto Minzolini. Punta molto sulla tempistica del governo, l'ex direttore del Tg1 per "smascherare il non detto" di un dibattito che, dice ancora, "e' inquinato da uno spesso strato di ipocrisia".
Renzi vuole il nuovo assetto e l'approvazione della legge elettorale, magari per giugno, continua Minzolini che da senatore torna a calarsi nei panni del 'retroscenista' politico, quando "di fronte ad una situazione economica che potrebbe restare estremamente problematica avra' bisogno di una via d'uscita, cioe' delle elezioni anticipate, prima che il suo rapporto di fiducia con il Paese venga meno e gli si presenti lo spettro di un destino simile a quello di Letta e Monti".
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Riforme: Minzolini, Renzi pensa al voto anticipato
- Roma, 16 lug. - "Il premier vuole un nuovo assetto istituzionale e una legge elettorale pronti all'uso per la prossima primavera". E' l'affondo del senatore FI Augusto Minzolini. Punta molto sulla tempistica del governo, l'ex direttore del Tg1 per "smascherare il non detto" di un dibattito che, dice ancora, "e' inquinato da uno spesso strato di ipocrisia".
Renzi vuole il nuovo assetto e l'approvazione della legge elettorale, magari per giugno, continua Minzolini che da senatore torna a calarsi nei panni del 'retroscenista' politico, quando "di fronte ad una situazione economica che potrebbe restare estremamente problematica avra' bisogno di una via d'uscita, cioe' delle elezioni anticipate, prima che il suo rapporto di fiducia con il Paese venga meno e gli si presenti lo spettro di un destino simile a quello di Letta e Monti".
Renzi "a differenza dei suoi predecessori, e' astuto e vuole giocare d'anticipo", sottolinea ancora il senatore FI. Motivo per cui, aggiunge, "nella sua strategia, la riforma deve essere approvata dalle due Camere entro il gennaio prossimo lasciando la possibilita', se non avra' i due terzi, di tenere il referendum confermativo nella prima parte della prossima primavera. In questo modo restera' aperta la finestra di giugno per le elezioni politiche anticipate alle quali il premier si presentera' senza risultati adeguati dal punto di vista dell'economia, ma avendo come fiore all'occhiello quelle riforme che la politica tentava da venti anni".
E poco importa, attacca, "se arronzate e se non daranno da mangiare al Paese. L'importante, nel tradizionale schema renziano, e' solo poterlo dire. Si ripetera' la virtuale abolizione delle Province". .
Riforme: resta dissenso nel Pd Pronti a non votare il testo
- Roma, 16 lug. - Sono non meno di 7830 gli emendamenti al ddl sulle Riforme Costituzionali, secondo quanto si apprende a Palazzo Madama. Di questi circa seimila arrivano da Sel. In Aula e' in corso la discussione generale e sono previste 17 ore ancora di dibattito. Venerdi' non ci sara' seduta per via del Cosac, l'incontro dei presidenti delle commissioni competenti in materia di affari europei dei Parlamenti nazionali dell'Ue. L'inizio delle votazioni, c'e' chi osserva, sembra , dunque, scivolare all'inizio della prossima settimana.
Riforme: Schifani, possibii notturne per voto entro estate
I dissidenti del Pd non mollano. "Il 6 maggio dissi che il governo stava facendo un grave errore a impuntarsi" affinche' il testo del governo diventasse il testo base. Per averlo detto sono stato allontanato dalla Commissione" ha dichiarato il senatore democratico Corradino Mineo, nell'Aula del Senato. Da allora i relatori hanno lavorato, il Governo "ha smussato gli spigoli", ha aggiunto ed ha sottolineato: "mantengo il mio dissenso sulla composizione e l'elezione del Senato e votero' l'emendamento Chiti" sull'elezione diretta del Senato.
Lo stesso Vannino Chiti ha preso la parola in Aula. "Il mio intervento non e' facile, come altre volte mi e' capitato nel mio impegno politico, e devo dire che e' sempre su temi costituzionali o di leggi elettorali o di referendum che mi trovo ad avere posizioni differenti da quelle del partito di cui faccio parte". "Questo non e' facile - ha puntualizzato Chiti - perche' certamente non fa piacere e non e' motivo di gioia: la mia esperienza e' quella di un uomo di partito, perche' penso che i partiti siano importanti e fondamentali nella vita democratica, ma penso anche che ognuno di noi deve rispondere alle proprie convinzioni e alla propria coscienza, almeno sui temi che riguardano la Costituzione".
"La mia convinzione e' che questa proposta di riforma, cosi' com'e' ora, seppur con dei miglioramenti - di cui poi daro' atto - che sono intervenuti in Commissione rispetto al testo iniziale, non funzioni in diversi e per me fondamentali aspetti, non sia in grado di innovare in modo positivo la vita delle nostre istituzioni e soprattutto indebolisca o faccia venire meno equilibri e contrappesi fondamentali tra i poteri dello Stato", ha osservato Chiti. "La Costituzione non e' fatta solo di articoli, ognuno dei quali si giudica e si dice quale ci piace di piu' e quale di meno; e' un quadro d'insieme. Posso anche modificare nel senso che a me fa piacere un articolo, ma se questo scompone il tessuto connettivo con gli altri, la Costituzione, per quello che le Costituzioni devono essere, non funziona", ha osservato ancora.
Secondo il senatore del Pd, "In Italia si e' stabilito un dogma e siamo eretici se si sostiene che ci sono i cittadini che sono sovrani e hanno diritto di scegliere".ell'Aula del Senato. Alle forze politiche, l'ex ministro per le Riforme, ha anche detto: "voi il voto lo chiederete" e invece quando si trattava di eleggere il Senato "era uno scandalo". "Credo che in questa impostazione non ci sia tanto di nuovo ma tanto di vecchio", ha aggiunto sul Senato eletto indirettamente. E poi un ultimo avvertimento. - "Non esiste la democrazia senza i cittadini e non esiste riformismo senza popolo". "Stiamo attenti perche' secondo me stiamo imboccando in senso contrario l'autostrada sul futuro della democrazia, ha aggiunto".
Intanto in un'intervista ad Avvenire, il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, ha affermato che "Non e' questo il momento di parlare di presidenzialismo, il tema non e' nell'accordo e non va affrontato ora. Ora va portata a compimento questa riforma. Poi, una volta approvata definitivamente, possiamo mettere a tema il presidenzialismo. Chiudiamo, poi apriamo un nuovo tavolo: oggi il presidenzialismo divide e rischia di far saltare una riforma ampia e articolata a cui stiamo lavorando da mesi".
"La sentenza di venerdi' non sara' un'insidia - ha affermato Boschi - Forza Italia dice con chiarezza che le riforme vanno avanti comunque e Forza Italia fino a oggi ha rispettato gli impegni. Va dato atto a Berlusconi che sulle riforme e' stato responsabile". Il ministro poi parla dei grillini: "Se fosse stato per i Cinque Stelle le riforme non sarebbero nemmeno partite; staremmo ancora al giorno 0. Per mesi hanno deciso di non sedersi al tavolo, ora pero' una parte del movimento ha cambiato idea e almeno sulla legge elettorale qualcosa si vede. Nei Cinque Stelle - sottolinea Boschi - c'e' dibattito, c'e' confronto, non c'e' piu' una linea monolitica.
Riforme: Schifani, possibili notturne per voto entro estate
Compravendita senatori: Prodi, C'erano chiacchiere quotidiane
Alitalia, Lupi: andiamo avanti anche senza l'accordo con la Cgil
La trattativa al ministero dei Trasporti sulla riduzione del costo del lavoro in Alitalia e sul rinnovo del contratto nazionale di lavoro del trasporto aereo e' stata sospesa alle 2 di notte. Kamsin Era iniziata dopo le 17 di ieri: al centro il contributo di solidarieta' del personale Alitalia ed il nuovo contratto del settore. Al momento non e' stato fissato l'orario della convocazione per il prosieguo della trattativa.
L'accordo quadro sugli esuberi per i dipendenti di Alitalia, ai quali e' condizionato l'investimento di Etihad, "e' stato firmato dalla maggioranza dei rappresentanti sindacali della compagnia" e, essendo le "leggi molto chiare", "se la Cgil dice di no, l'accordo e' valido e si andra' avanti". Lo ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, intervistato da 'Radio Anch'Io'. "Penso che abbiano compreso tutti che il lavoro non si da' per decreto o se qualcuno lo vuole ma perche' si fa impresa e si torna a investire in progetti seri e per questo serve qualcuno che investa risorse vere", ha affermato il ministro. "Finalmente abbiamo un progetto credibile per una compagnia che torni a competere nel mondo", ha aggiunto Lupi, "occorrono anche sacrifici ma perche' si riproduca il lavoro: o si sceglie il baratro o si sceglie una possibilita'". "C'e' un accordo quadro firmato, mi auguro che nessuno contesti la bonta' del progetto, nemmeno la Cgil", ha concluso il ministro, "se qualcuno mette paletti per fallire l'accordo, se ne prendera' la responsabilita'".
Zedde