Anticorruzione: governo, per autoriciclaggio carcere fino 8 anni In evidenza

Martedì, 27 Maggio 2014
- Roma, 27 mag. - Carcere fino ad otto anni (a partire da un minimo di tre) e multa da 10 mila a 100 mila euro per chi commette il 'nuovo' reato di autoriciclaggio. Carcere da 4 a 12 anni e multa da 10 a 100 mila euro, invece, per chi commette il reato di riciclaggio. E' la proposta del governo che oggi ha presentato in commissione Giustizia del Senato un emendamento al ddl anticorruzione. Ne' e' necessario che sia provato un danno perche' il delitto in questione sussista. Nessun intervento invece sui termini di prescrizione oggetto di proposte di modifica da parte del Pd. Entro giovedi' prossimo alle 18 il termine per i sub-emendamenti. Fuori dai casi di concorso nel reato, chiunque sostituisce o trasferisce denaro, beni o altre utilita' che provengono da un delitto non colposo o compie in relazione ad essi altre operazioni, ostacolando cosi' l'identificazione della provenienza del delitto, "e' punito con la reclusione da quattro a dodici anni e con la multa da euro 10 mila ad euro 100 mila", indica, infatti, la proposta dell'esecutivo elaborata dal dicastero che guida il guardasigilli, Andrea Orlando. Se questa e' la previsione per il riciclaggio, il testo stabilisce che la pena "della reclusione da tre ad otto anni e della multa da euro 10 mila a euro 100 mila" viene applicata nei confronti di coloro che, avendo commesso un delitto non colposo, sostituiscono, trasferiscono o impiegano denaro, beni o altre utilita', provenienti da tale delitto al fine di procurare a se' o ad altri un ulteriore vantaggio in attivita' imprenditoriali o finanziarie, per l'autoriciclaggio". Questa pena viene aumentata quando il fatto in questione e' commesso "nell'esercizio di una attivita' bancaria, finanziaria o di un'altra attivita' professionale, nonche' nell'esercizio dell'ufficio di amministratore, sindaco, liquidatore, ovvero di ogni altro ruolo con potere di rappresentanza dell'imprenditore". La pena, si dice ancora, e' diminuita se il denaro o le altre utilita' provengono da delitto per il quale e' stabilita una pena inferiore nel massimo a cinque anni di reclusione. Per incentivare condotte riparatorie e di collaborazione con l'autorita' giudiziaria, si prevede una misura premiale a favore di coloro che forniscono un 'aiuto' alle indagini o diano prova di avere rescisso il legame con il sodalizio criminale: la pena e' diminuita fino alla meta', si prevede infatti, per coloro che si siano 'efficacemente' adoperati ad evitare che la sostituzione o il trasferimento di denaro, beni e altre utilita' "siano portate a conseguenze ulteriori e per assicurare le prove del reato e l'individuazione dei beni, del denaro e delle utilita' oggetto, profitto, prezzo o prodotto del delitto". "Serie perplessita'", secondo quanto si apprende, sono espresse dal governo sulla formulazione del testo adottato dalla commissione di palazzo Madama nella parte in cui viene delimitata la rilevanza penale della condotta di autoriciclaggio, da introdurre come nuovo reato del Codice penale, attraverso la presenza di un danno concreto. Libera concorrenza, andamento dei mercati e trasparenza sono nozioni generiche che renderebbero pressoche' impossibile provare il delitto attraverso l'accertamento di una loro concreta compromissione come conseguenza di un fatto specifico. Nel testo base della commissione, relatore Nico D'Ascola (Ncd), si stabilisce infatti che venga punito con la reclusione da quattro a dodici anni e con la multa da 10 mila a 100 mila euro chiunque impiega proventi di un delitto non colposo in attivita' economico finanziaria "se dal fatto deriva nocumento alla libera concorrenza, alla trasparenza e all'andamento dei mercati". Il testo del governo non tocca le parti che riguardano la corruzione e il falso in bilancio. .

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