Cantone: corrotti fuori da appalti . Corte Conti indaghera' sul Mose
Venerdì, 06 Giugno 2014
- Napoli, 6 giu. - Divieto di partecipare a gare per appalti pubblici per chi sia giudicato colpevole di corruzione. E' l'indicazione del presidente dell'autorita' nazionale anticorruzione Raffaele Cantone. A Napoli, a margine di un convegno di "Libera", il magistrato ribadisce di non aver mai "detto ne' pensato a una revoca degli appalti gia' dati, perche' giuridicamente non possibile" per quanto riguarda Expo. "Mi pongo il problema - aggiunge - se per il futuro non sia da imporre in tutti i contratti che verranno fatti dal pubblico una regola per la quale chi si macchia di corruzione non possa continuare ad avere appalti". La Corte dei conti, intanto, ha istituito una commissione di indagine sul Mose dopo che le indagini hanno coinvolto anche a provvedimenti contro un ex magistrato della stessa. La decisione e' stata presa dal presidente della Corte, Raffaele Squitieri, sentito il consiglio di presidenza, e d'intesa con il Procuratore generale. La commissione, informa una nota, avra' il compito di condurre accertamenti su "tutte le procedure di controllo effettuate negli anni in merito all'opera" oltre che di verifcare "gli atti e le relative risultanze". A presiederla e' stato nominato il Presidente di sezione Adolfo De Girolamo. Squitieri ha chiesto un primo rapporto entro quindici giorni. Ieri, inoltre, il Procuratore generale, Salvatore Nottola, ha aperto un fascicolo "atti relativi alla vicenda del Mose ed eventuali responsabilita' di magistrati della Corte dei conti". Nella nota Squitieri ribadisce che "eventuali casi individuali di corruzione o comportamenti illeciti da parte di magistrati della Corte, di per se' gravissimi e lesivi dell'onorabilita' dell'istituzione, vanno individuati e puniti con la massima sollecitudine e severita', e che la Corte assicura alla magistratura ordinaria tutto il supporto tecnico che si ritenga necessario da parte degli inquirenti. Tali casi, ove accertati", conclude il comunicato, "sarebbero ancor piu' gravi in quanto danneggiano profondamente l'opera quotidianamente espletata da una corpo di magistrati onesto, preparato e dedito all'esclusivo interesse della Repubblica a tutela delle pubbliche finanze". .
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