Disgelo FI-Lega ma niente fretta
Giovedì, 29 Maggio 2014
- Roma, 29 mag. - Forza Italia e Lega tornano ad 'annusarsi' e compiono un primo passo per un eventuale riavvicinamento nel solco di una nuova alleanza di centrodestra. Lo spunto lo danno i sei referendum del Carroccio, su due dei quali compariranno anche le firme degli azzurri. Ma il cammino, per stessa ammissione dei protagonisti, e' ancora lungo e non privo di ostacoli. Tanto che sia il segretario della Lega, Matteo Salvini, che i tre forzisti presenti oggi in conferenza stampa in rappresentanza di Berlusconi (e' di questa mattina l'annuncio del forfait dell'ex Cavaliere) tengono a precisare: "Non c'e' fretta". E, soprattutto - e anche su questo gli ex alleati sono concordi - "non si puo' ripresentare la riedizione di un vecchio progetto". Cosi' come, l'eventuale nuova alleanza "non puo' essere una semplice sommatoria di sigle e nomi". Oggi, comunque vada, Forza Italia e Carroccio compiono un "primo passo", tanto che il capogruppo azzurro alla Camera, Renato Brunetta, scandisce che l'appoggio di Forza Italia ai due referendum (sul ripristino del reato di immigrazione clandestina e sull'abolizione della riforma Fornero) "e' un segnale politico molto forte". Per il collega del Senato, Paolo Romani, proprio la presenza di Salvini e Giovanni Toti, consigliere politico azzurro e neo eletto europarlamentare, e' la dimostrazione "che il rinnovamento della classe politica passa attraverso il consenso popolare". Toti non ha dubbi: "deve riaprirsi il dialogo con tutte le forze alternative al centrosinistra". Per di piu', osserva, "con la Lega c'e' gia' un'alleanza sul territorio, dove governiamo insieme". Detto questo, "non c'e' nessuna fretta, oggi riallacciamo un dialogo che si basa su cose concrete. Salvini e Berlusconi si sono sentiti e questo e' un inizio". E' per fare le cose con calma anche il segretario del Carroccio: "Nessuno di noi faccia passi affrettati, no a forzature, poi chi vivra' vedra'". Il terzo incomodo, Alfano, e' il benvenuto, garantisce Romani, ma sia chiaro che la nuova coalizione non deve essere "una semplice addizione di nomi". Anche su questo concorda Salvini: "Diciamo no a una sommatoria di sigle a a una alleanza 'contro' qualcuno, perche' non funziona chiedere il voto contro qualcuno, lo abbiamo visto ora con Grillo". "Oggi iniziamo - ha quindi spiegato Romani - un percorso di quel rassemblamant del centrodestra che ha un appuntamento con le prossime elezioni politiche, senza riproporre vecchi schemi e progetti". Certo, ammette il forzista, "con la Lega ci sono alcune distanze, ad esempio sull'euro". Cosa che non preoccupa Salvini: "Il centrodestra vince quando fa il centrodestra, nessuno deve snaturare il suo essere, poi ci si puo' sedere con il Ppe e fare accordi con Le Pen". Insomma, "comincia un percorso? Speriamo, non do' consigli a Forza Italia a cui faccio gli auguri perche' noi di riunioni tempestose - dice Salvini riferendosi al comitato di presidenza di ieri - ne abbiamo fatte molte, ma dopo la tempesta viene il sole". L'importante per il segretario del Carroccio "e' arrivare tra un anno alle elezioni regionali con i referendum e un centrodestra che se la gioca per vincere, chi se ne frega delle primarie di coalizione, facciamo un progetto vero senza forzature". Salvini, del resto, garantisce che la Lega non detta nessuna "conditio sine qua non a Forza Italia". La quale, assicura dal suo canto Toti, non ha nessun imbarazzo a dialogare con la Lega che stringe accordi con Le Pen, "pienamente legittimata dal voto. Cio' che ci unisce alla Lega e' la comune criticita' verso questa Europa che, cosi' come e', e' destinata al fallimento". Fatto sta che Berlusconi - un po' per alcuni mugugni nel partito, un po' per evitare di 'mettere la faccia' sulle firme ai referendum che lui stesso non puo' firmare, non godendo piu' del diritto di elettorato passivo e attivo a seguito della condanna definitiva nel processo Mediaset, si defila e manda avanti i 'colonnelli'. Del resto, viene spiegato, l'ex premier per primo sa che i malumori interni a Forza Italia sono destinati a crescere, e a poco e' servito l'altola' lanciato ieri sulla sua leadership. La partita sulla successione alla guida del partito e sulla linea politica futura e' solo iniziata e si consumera' sul terreno dello scontro tra chi vuole le primarie a tutti i livelli e chi i congressi. Passando anche per le alleanze, e quella con la Lega vicina a Le Pen imbarazza piu' di un forzista (basta ad esempio leggere le dichiarazioni di Sisto, che poi ha corretto il tiro, e di Galati). .
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