Sergey

Sergey

Mi occupo di diritto della previdenza e del lavoro. Mi sono laureato nel 1976 in Giurisprudenza alla Cattolica. Dal 1985 lavoro all'Inps.

ll lavoratore a progetto ha diritto alla pensione anche se il committente non ha versato i contributi all'Inps.  Lo stabilisce una sentenza del Tribunale di Bergamo che ha esteso a co.co.pro. e co.co.co. il principio di automaticità delle prestazioni.

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Secondo quanto stabilito dal Tribunale di Bergamo (sentenza n. 941/2013) anche i co.co.pro e co.co.co hanno diritto al  «principio di automaticità» delle prestazioni, finora riservato ai soli lavoratori dipendenti.

La vicenda vede una lavoratrice co.co.co. contro l'Inps con la prima che chiede il riconoscimento dei contributi non pagati dal committente (una scuola) per nove anni. Alla lavoratrice, occupata dal 1996 al 2012, quando nel 2011 ha chiesto la pensione, l'Inps l'ha negata per difetto di contribuzione.

Il Tribunale ha stabilito che il "principio di automatismo" delle prestazioni, finora riconosciuto soltanto ai lavoratori dipendenti (art. 2116 del codice civile), salvo esplicita disposizione di deroga, si applica sempre e comunque ad eccezione dei soli lavoratori autonomi, commercianti e liberi professionisti, poiché grava su di loro l'onere del pagamento dei contributi previdenziali.

Peraltro, dice la sentenza, "il collaboratore non ha alcun modo per costringere il committente a versare i contributi, come non lo ha il dipendente; perciò, non riconoscere il principio di automaticità potrebbe violare l'art. 3 della Costituzione (principio di uguaglianza)".

Gli iscritti al Fondo speciale Fs dell'Inps possono accedere al pensionamento anticipato solo se hanno svolto lavoro notturno. Lo ha chiarito l'Istituto di previdenza pubblica con il messaggio n. 3816 del 3 aprile nel quale precisa che non tutto il personale viaggiante e di macchina rientra tra le categorie di lavori usuranti, che possono accedere alla pensione con il sistema delle quote e l'applicazione della finestra mobile di dodici mesi, con l'adeguamento dei parametri alla speranza di vita.

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La precisazione si è resa necessaria dopo che con il messaggio 3.380 del 18 marzo l'Inps aveva comunicato che il personale viaggiante e di macchina poteva godere dei benefici previsti dal decreto legislativo 67/2011 per i cd. lavori usuranti. Pertanto, avranno questa possibilità solo coloro che hanno svolto attività in orario notturno per almeno 6 ore e per 64 giorni l'anno, così come indicato alla lettera b) del comma 1 dell'articolo 1 del decreto legislativo 67/2011.

L'Inps ha chiarito, inoltre, che i conducenti dei treni non rientrano nella categoria dei conducenti di veicoli – lettera d) del comma 1 – considerati a loro volta addetti a lavori usuranti indipendentemente dall'attività notturna.

Per i comuni che non approvano il bilancio entro fine maggio si potrebbe introdurre il pagamento con acconto standard già previsto per l'Imu 2012. Così rischia però di pagare anche chi è esente.

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Il decreto Salva Roma Ter continua il suo iter in commissioni Bilancio e Finanze della Camera che ha votato sugli emendamenti sulle modifiche al Decreto. In primo piano le modifiche per la «super-Tasi», cioè l'aliquota aggiuntiva dello 0,8 per mille per finanziare le detrazioni delle abitazioni principali.

Quanto alle modalità di pagamento i contribuenti dovranno recarsi alla cassa per la Tasi il 16 giugno e il 16 dicembre di ogni anno, con la possibilità comunque di versare in unica soluzione entro metà giugno. Se poi per il 2014 i Comuni non emaneranno il regolamento su aliquote, detrazioni ed esenzioni dalla Tasi entro il 31 maggio prossimo gli acconti dovuti per gli immobili diversi dall'abitazione principale saranno calcolati sulla base dell'aliquota dell'1 per mille.

In pratica per i Comuni che non riusciranno a definire le aliquote in tempo per giugno, ci sarà molto probabilmente un acconto, forse facoltativo, basato sull'aliquota standard, che porterebbe però alla cassa anche i contribuenti poi esentati da eventuali detrazioni, con il risultato di avviare poi un complicato meccanismo di pagamenti e restituzioni. Si tratta questa di un'estensione alla Tasi delle regole già sperimentate nel 2012 per l'Imu, che hanno permesso di chiedere l'acconto ad aliquota standard nei Comuni in cui il bilancio non era pronto in tempo.

Anche per la Tari il pagamento avverrà in due rate semestrali fissate dai comuni e per le imprese saranno possibili nuovi sconti nel caso dimostrino di aver avviato al riciclo i rifiuti speciali.

La Commissione ha anche lavorato a una super-Tasi piu' trasparente, da rendere tale attraverso un allegato al bilancio comunale che dovrà certificare quanto produce l'extragettito dovuto all'aliquota aggiuntiva dello 0,8 per mille e quanto invece viene destinato alle detrazioni; l'idea è quella di incentivare i sindaci a utilizzare tutte le entrate aggiuntive per finanziare l'introduzione delle detrazioni in favore delle abitazioni principali.

Il Decreto attuale, infatti, consente ai Comuni di applicare un'aliquota aggiuntiva dello 0,8 per mille sull'abitazione principale o sugli altri immobili con lo scopo di finanziare le detrazioni sulla prima casa, ma non impone di utilizzare tutto l'extragettito per le detrazioni. Ma in ogni caso non è stato imposto dalla Commissione, per difficoltà tecniche, un vincolo esplicito che imponga ai Comuni di usare per le detrazioni tutte le entrate prodotte dall'aliquota aggiuntiva.

Tra le altre novità votate dalla Commissione passano una nuova proroga per la rottamazione delle cartelle, che slitta al 31 maggio e il via libera ai pagamenti della Tasi con strumenti diversi da F24 e bollettino postale.

Resta comunque da comprendere come i comuni applicheranno la Super Tasi del Dl 16/2014. Il rischio è di una nuova stangata sulle seconde case derivante dall'accoppiata con l'Imu. Sugli immobili diversi dall'abitazione principale infatti la Tasi si aggiunge all'Imu, ma la legge di stabilità 2014 aveva imposto un tetto massimo alla somma delle due imposte, che non avrebbero potuto superare l'aliquota complessiva del 10,6 per mille.

Nei Comuni quindi in cui l'aliquota Imu aveva già raggiunto il 10,6 per mille non ci sarebbero potuti essere nuovi incrementi della tassazione. Ora però le carte in tavole sono cambiate, perché lo 0,8 per mille aggiuntivo è in deroga a tutti i limiti e quindi può far raggiungere l'aliquota complessiva dell'11,4 per mille.

I Comuni possono mettere questo 0,8 per mille sulle prime case oppure sugli altri immobili, ma è probabile che la maggioranza delle amministrazioni sceglierà questa seconda ipotesi, che offre più gettito ed è meno costosa politicamente.

La fotografia scattata dall’Istat sul meccanismo di distribuzione del sistema previdenziale rende l’immagine di un Paese a schema piramidale. Alla base, milioni di trattamenti di lieve entità. In cima pochi fortunati.

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Le pensioni di vecchiaia assorbono il 71,8% della spesa pensionistica totale, quelle ai superstiti il 14,7%, quelle di invalidità il 4,0%; le pensioni assistenziali pesano per il 7,9% e le indennitarie per l'1,7%. Le donne rappresentano il 52,9% dei pensionati e percepiscono assegni di importo medio pari a 13.569 euro (contro i 19.395 degli uomini); oltre la metà delle donne (52%) riceve meno di mille euro al mese, a fronte di circa un terzo (32,2%) degli uomini. Il 47,8% delle pensioni è erogato al Nord, il 20,5% nelle regioni del Centro e il restante 31,7% nel Mezzogiorno.
E' quanto emerge dai dati Istat sul 2012 diffusi nei giorni scorsi.

Ma molti pensionati vivono con meno di mille euro al mese. E' questa la realtà per circa 7 milioni di pensionati italiani, pari al 42,7% del totale. E quelli sotto i 500 euro sono oltre 2,2 milioni. Cifre che fanno impallidire e che evidenziano sempre piu' come mai molti pensionati sono costretti a continuare a lavorare, anche in nero, anche dopo la pensione.  Infatti l’importo medio annuo delle pensioni riferito al 2012 è pari a 11.482 euro, 253 euro in più rispetto all’anno precedente(+ 2,3%), un modesto incremento. Tuttavia occorre considerare che, su 16,6 milioni di pensionati, ciascuno ha percepito in media 16.314 euro all’anno (358 euro in più del 2011) tenuto conto che, in alcuni casi, un individuo può cumulare più di una pensione.

La Riforma Fornero produce i primi effetti - Alla rilevazione annuale sui trattamenti pensionistici condotta dall'Istat e dall'Inps emerge infine che nel 2012 i pensionati sono 16,6 milioni, «circa 75 mila in meno rispetto all'anno prima». Sul ribasso, con tutta probabilità, ha pesato la riforma Fornero, entrata in vigore proprio nel 2012: le persone che hanno iniziato a percepire una pensione nel 2012 (i nuovi pensionati) sono stati 626 mila, mentre sono 701 mila le persone che dal 2012 non figurano più tra i beneficiari. Inoltre, cala anche il reddito medio dei nuovi pensionati (14.068 euro) che diventa inferiore a quello dei cessati (15.261 euro) e a quello dei pensionati sopravviventi (16.403 euro), che già nel 2011 percepivano almeno una pensione.
Quanto alla spesa complessiva, lo Stato nel 2012 ha pagato 270.7 miliardi, con un aumento dell’1,8% rispetto all’anno precedente, mentre l’incidenza sul Pil è cresciuta dello 0,45% passando dal 16,8 al 17,2%.

Poi ci sono gli squilibri. Secondo l'Istat, sono 211mila i pensionati che percepiscono un assegno che va oltre i 5 mila euro, ed oltre 11 mila pensionati d’oro, lo 0,1% del totale, che a fine mese si vedono un bonifico superiore a 10 mila euro. E dato che questi trattamenti non corrispondono a reali contributi versati il governo potrebbe nei prossimi mesi introdurre un nuovo prelievo di solidarietà. Secondo il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan: "dobbiamo ancora discutere i dettagli".

«Va avviato un processo di riduzione non traumatica dei dirigenti e, piu' in generale, dei dipendenti vicini alla pensione, per favorire l'ingresso dei giovani. Se non si fa, non ci puo' essere il rinnovamento».

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Marianna Madia è pronta a dar vita al progetto per ringiovanire la Pubblica Amministrazione. I punti cardine sono: staffetta generazionale, sblocco del turn over, garanzie per i vincitori di concorso, punteggi aggiuntivi per i precari e prepensionamenti dei pubblici dipendenti.

E' quanto ha detto nel corso dell'audizione alla Camera, il ministro della Pubblica Amministrazione che ha precisato comunque di essere disponibile ad «un confronto innovativo di idee con le parti sociali». E soprattutto ha spiegato che non ci sono contrasti sul tema dei prepensionamenti con Stefania Giannini, Ministro dell'Istruzione: «Ho parlato con il ministro - ha detto - non c'e nessuna intenzione di mettere in contrapposizione giovani e anziani, tutt'altro. C'e la volontà di avere delle uscite non traumatiche di persone molto vicine alla pensione affinchè, in modo selettivo, entrino giovani».

L'Amministrazione, ha affermato Madia, «ha bisogno di cambiamento, di rinnovamento e di nuove competenze fresche». Per questo bisogna iniziare con la staffetta, che ha assicurato - non provocherà disastri: «Va avviato un processo di riduzione non traumatica dei dirigenti e, piu' in generale, dei dipendenti vicini alla pensione, per favorire l'ingresso dei giovani. Se non si fa, non ci puo' essere il rinnovamento» del comparto, «ma la sua agonia».

L'idea del ministro dunque sarebbe quella di programmare piu' uscite per ogni nuovo ingresso, citando come esempio un rapporto tra 3 uscite per ogni 1 assunzione, anche "se non so se sarà questa la proporzione" ha detto la Madia.

La «staffetta» oltre al rinnovamento «garantirebbe un risparmio complessivo per le Casse dello Stato, dato dalla differenza tra gli stipendi attualmente pagati e quelli dei neo assunti, al netto della spesa per le pensioni erogate in anticipo».

Altre risorse per finanziare il piano potrebbero arrivare da risparmi aggiuntivi sulla spesa per il settore, dagli stipendi dei dirigenti alla struttura delle partecipate. Ma l'Ispettore generale per la spesa sociale della Ragioneria, Francesco Massicci, in un'audizione davanti alla Commissione di vigilanza sugli enti previdenziali ha fermato gli entusiasmi della Madia: "l'operazione, sia pure indirettamente, avrebbe un costo. Se si manda via una figura diventata obsoleta, che non si deve rimpiazzare, il costo è neutrale, ha detto Massicci, "perché lo stipendio si trasforma in pensione. Ma la condizione viene meno se viene mandata via una figura che dev'essere sostituita".

Una riflessione che non preclude tuttavia un approfondimento del progetto Madia, anche perché c'è un gruppo di lavoro aperto sul dossier cui partecipano, oltre al ministero della Pa, quello del Lavoro, l'Inps e la stessa Ragioneria generale dello Stato. «Non faremo nulla senza di loro o contro di loro» ha detto il ministro precisando che l'ipotesi di un turn over «tre a uno è solo un esempio che ho fatto per far capire le persone».

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