Si accendono i fari sulle frodi piu' insidiose e sui casi di evasione piu' gravi, con l'obiettivo di individuare i comportamenti piu' pericolosi tralasciando i controlli meno rilevanti per importi o sostenibilita'. Kamsin E' questa la direttiva contenuta nella circolare 25/E, emanata la scorsa settimana dall'Agenzia delle Entrate, che punta l'attenzione soprattutto sui contribuenti di grandi e medie dimensioni e sugli spostamenti e le elusioni in paesi esteri.
"Abbandonare le contestazioni esclusivamente formali dando centralita' al contraddittorio, che consente la partecipazione del cittadino sottoposto a controllo sia in sede istruttoria sia nella fase di definizione della pretesa", spiega l'Agenzia. La richiesta agli uffici e' di orientare l'azione di controllo "alla massima correttezza e proporzionalita', in un contesto di leale collaborazione e buona fede.
Tutti i controlli devono basarsi su approfondite analisi del rischio 'tarate' in base alle tipologie dei contribuenti. Per i grandi, cioe' quelli con volume d'affari sopra i 100 milioni di euro, l'Agenzia punta l'attenzione sui fenomeni di reale evasione, come per esempio la delocalizzazione dei redditi verso paesi a fiscalita' piu' favorevole e la pianificazione fiscale aggressiva. Sempre con riferimento ai "big" continua la sperimentazione del "regime di adempimento collaborativo". Si accelera, quindi, sulle frodi che possono avere una forte ricaduta sulla competitivita' e nascondono fenomeni di corruzione: dalle false lettere d'intento alle compensazioni di crediti erariali inesistenti.
Grande cautela per gli accertamenti basati su presunzioni. Le indagini finanziarie devono essere utilizzate evitando richieste di dettaglio su importi poco rilevanti e chiaramente riferibili alle normali spese personali o familiari. Il redditometro - spiega l'Agenzia delle Entrate - scatta soltanto nei confronti di coloro che presentano scostamenti significativi tra reddito dichiarato e spese sostenute. L'Agenzia chiede alle proprie strutture regionali "di concentrare la capacita' di indagine sulle situazioni che possono rappresentare una reale evasione o elusione tributaria, come, per esempio, la delocalizzazione dei redditi verso paesi a fiscalita' piu' favorevole e i fenomeni di pianificazione fiscale aggressiva.
Sempre con riguardo ai grandi contribuenti, trovano ampia conferma sia lo strumento del tutoraggio sia il progetto pilota 'Regime di adempimento collaborativo' avviato a giugno 2013, in collaborazione col mondo delle imprese, con l'obiettivo di analizzare i sistemi di controllo interno orientati alla gestione del rischio fiscale. Per le imprese di medie dimensioni, la "migrazione" fa accendere la spia. Per questa platea, le analisi di rischio da parte delle strutture provinciali dell'Agenzia "acquistano nuovo impulso e la supervisione delle Direzioni regionali soprattutto con riferimento alle imprese medio-grandi (con fatturato superiore ai 25 milioni di euro), ai fenomeni di evasione o di elusione che possono coinvolgere realta' appartenenti a gruppi societari e al turn-over delle imprese di medie dimensioni nei singoli ambiti provinciali".
Lente puntata, infine, sui casi di "migrazione" dalla platea dei grandi contribuenti a quella dei medi, anche attraverso specifiche operazioni societarie finalizzate a contrarre le dimensioni. Per piccole imprese e autonomi, al primo posto e' la collaborazione col contribuente. L'azione di controllo sara' orientata "alla massima ragionevolezza e proporzionalita' anche nei confronti delle imprese di minori dimensioni e dei lavoratori autonomi". In particolare, la circolare sottolinea che lo strumento delle indagini finanziarie "deve essere utilizzato solo dopo un'attenta analisi del rischio dalla quale emergano significative anomalie e che vanno in ogni caso evitate richieste di dettaglio su importi poco rilevanti e chiaramente riferibili alle normali spese personali o familiari. Priorita', in ogni caso, alla collaborazione con il contribuente, chiamato a fornire eventuali giustificazioni in merito alle operazioni sotto osservazione. Importante il contraddittorio soprattutto nelle ipotesi di utilizzo delle presunzioni, da applicare secondo logiche di proporzione e ragionevolezza, senza automatismi".
Nell'ambito degli Enti non commerciali, restano sorvegliati speciali i soggetti che si presentano come non profit, ma che in realta' svolgono vere e proprie attivita' commerciali. Anche in questo comparto, l'attivita' di controllo "deve comunque essere ispirata al massimo equilibrio: le linee guida delle Entrate raccomandano infatti di evitare di perseguire le situazioni di minima rilevanza. Stessa filosofia nei confronti delle Onlus". Nell'attivita' di controllo nei confronti delle persone fisiche, nel 2014 e' stata data attuazione alla normativa relativa allo strumento del redditometro. La circolare ricorda che la fase preliminare di selezione dei contribuenti "a rischio evasione" va particolarmente curata, cosi' da far scattare l'accertamento soltanto nei confronti di coloro che presentano scostamenti significativi tra reddito dichiarato e spese sostenute.
La circolare ribadisce poi come, a tutela del cittadino, durante il momento di confronto con l'Amministrazione finanziaria deve essere garantita un'attenta valutazione delle prove e dei chiarimenti forniti dai contribuenti. La circolare spinge infine sul fronte del contrasto ai fenomeni di frode intracomunitaria, alle false lettere d'intento e alle compensazioni di crediti erariali inesistenti. Il documento di prassi, inoltre, ribadisce l'opportunita' di seguire nel tempo le attivita' che i soggetti coinvolti nelle frodi intraprendono successivamente poiche' spesso, utilizzando gli stessi schemi societari, tendono a riprodurre i fenomeni fraudolenti.
Zedde