Debutta la sanatoria sui debiti contributivi cancellati dalla rottamazione cartelle ed aumentare così la pensione. Commercianti, artigiani, lavoratori autonomi agricoli e lavoratori iscritti alla gestione separata Inps, infatti, potranno chiedere il riconteggio dei debiti cancellati con le rottamazioni 2018 e 2023, al fine di riattivarli e versarli entro fine anno, in unica soluzione o a rate. Lo prevede l’articolo 23 bis al decreto legge n. 48/2023 (cd. «decreto lavoro») introdotto durante l’esame parlamentare ed approvato in via definitiva la scorsa settimana dalla Camera dei Deputati.
Sanatoria Contributiva
La norma introduce la possibilità di versamento della contribuzione pensionistica in relazione sia alla rottamazione 2023 (legge 197/2022, debiti dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015), sia di quella intervenuta nel 2018 (dl 198/2018, debiti dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2010). La possibilità concerne gli iscritti alle gestioni previdenziali dell’INPS relative ai lavoratori autonomi, ivi compresi i soggetti iscritti - anche eventualmente in qualità di titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa - alla cosiddetta Gestione separata dell'INPS.
I lavoratori interessati dalla possibilità in oggetto sono i lavoratori autonomi iscritti alle relative gestioni previdenziali dell'INPS: artigiani, esercenti attività commerciali, coltivatori diretti, coloni, mezzadri, imprenditori agricoli professionali, nonché i soggetti iscritti - anche eventualmente in qualità di titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa - alla cosiddetta Gestione separata dell'INPS. Esclusi gli assicurati presso le Casse Professionali.
I lavoratori interessati potranno di presentare domanda all’INPS ed versamento dovrà avvenire, in soluzione unica o in rate mensili di pari importo, entro il 31 dicembre 2023. La sanatoria è consentita solo per i contributi per i quali non sia scaduto il termine quinquennale di prescrizione. La determinazione delle modalità e dei tempi di presentazione della domanda è demandata all’INPS.
Con la norma, in sostanza, i lavoratori autonomi che abbiano fruito della rottamazione (scattata in automatico per i debiti contributivi d'importo fino a 1.000 euro) potranno valorizzare ai fini previdenziali il periodo oggetto dello stralcio senza compromettere, pertanto, la rendita pensionistica. Per i lavoratori autonomi, infatti, non opera il principio dell’automatismo delle prestazioni e, pertanto, al mancato incasso dei contributi da parte dell’ente previdenziale corrisponderebbe anche un vuoto contributivo sull’estratto conto con danneggiamento della rendita previdenziale. Il rischio assume maggiore rilievo per i lavoratori autonomi agricoli: il mancato pagamento di una sola rata per un'annualità comporta il mancato accredito dell'intero anno.