Giustizia: Renzi, via a riforma. Si discuta no litigi
Lunedì, 30 Giugno 2014
- Roma, 30 giu. - Dodici punti per riformare la giustizia in Italia: la cornice disegnata da Matteo Renzi a Palazzo Chigi parte dalla responsabilita' civile dei magistrati, passa per le intercettazioni, per arrivare all'abbattimento dell'arretrato civile anche attraverso l'informatizzazione che scatta alla mezzanotte. Uno spettro ampio d'azione pr coprire il quale il presidente del consiglio chiama a contribuire tutte le parti coinvolte attraverso la mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. "Avremmo potuto essere qui per dare il primo click a mezzanotte per il via al processo civile telematico. Lo facciamo ora: da mezzanotte parte il processo civile telematico, parte formalmente la riforma", spiega il capo dell'esecutivo che poi ha sottolineato come questo passaggio "segni l'addio ai tribunali pieni di scartoffie. La nostra scommessa e' che si possa discutere di giustizia in modo non ideologico. Sono vent'anni che sulla giustizia si litiga senza discutere", continua il premier, "vorremo discutere di giustizia senza litigare". E' la "via di Orlando", inteso come il titolare del dicastero di via Arenula, "alla Giustizia. Non l'Orlando furioso, ma l'Orlando...doroteo". Una battuta che spiega molto dell'approccio del governo, deciso a procedere nella 'rivoluzione', non con i carri armati, ma con il bisturi. "Saranno a disposizione i disegni di legge per chi li vuole cambiare o modificare. C'e' una trasparenza totale, li approviamo il 1 settembre. Il processo civile dovra' durare un anno. La scommessa dei mille giorni sara' questa. Alla fine avremo un processo civile anche con un dimezzamento dell'arretrato", osserva il presidente del Consiglio. L'altro punto qualificante della riforma riguarda la carriera dei magistrati: "Vogliamo che un giudice faccia carriera, diventi capo della procura o dell'ufficio, non perche' fa parte di questa o quella corrente", ha sottolineato ancora Renzi: "Ci inchiniamo alla indipendenza della magistratura, che e' un principio sa-cro-san-to", scandisce: "All'indipendenza della magistratura, non alla magistratura. Noi non siamo contro le correnti in magistratura, hanno portato a discussioni sul diritto e nascono da una politica con la P maiuscola. Ma non si puo' far carriera perche' si fa parte di una corrente". La prescrizione "sta a cuore al governo", ha ribadito il premier che giudica non degno di un Paese civile un sistema in cui si rinuncia a giudicare quando trascorre troppo tempo dal reato commesso. Altro tema spinoso e' quello delle intercettazioni: in questo il governo e' totalmente aperto alla discussione. Di piu': chiede anche ai direttori dei giornali di intervenire. Il punto piu' delicato riguarda il rispetto della privacy delle persone coinvolte, quindi la pubblicazione delle intercettazioni. Si chiede il premier, e chiede a magistrati e giornalisti, quando sia lecito pubblicare i tabulati, se sia concepibile la pubblicazione di conversazioni che attengono alla sfera privata anche quando queste poco o nulla hanno a che fare con i reati di cui si parla. "Per noi un magistrato deve essere libero di intercettare, ma dov'e' il limite alla pubblicazione delle intercettazioni. Nessuno vuole bloccare le intercettazioni, ma talvolta l'utilizzo delle intercettazioni" va rivisto, osserva il Capo dell'esecutivo.
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