Continua ad essere pesante la crisi per i lavoratori in cassa integrazione guadagni. Secondo i dati della Cgil gli oltre 500mila lavoratori in cassa integrazione a zero ore hanno perso 2.600 euro netti di reddito. Sono questi in estrema sintesi i dati che emergono dalle elaborazioni delle rilevazioni Inps da parte dell’Osservatorio cig della Cgil Nazionale nel rapporto di aprile.
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"Una situazione ancora più grave perché non migliora. Il numero di lavoratori coinvolto ad aprile dello scorso anno era lo stesso, così come la perdita di reddito nei primi quattro mesi dell'anno" ha detto il segretario Cgil Susanna Camusso.
Secondo il comunicato della Cgil “un discorso a parte lo merita la vicenda del Sulcis: da settimane i lavoratori dell'Alcoa sono accampanti in tenda a Portoveseme per chiedere garanzie per il loro futuro, per lo stabilimento e per l'intero territorio attraverso un intervento diretto della presidenza del Consiglio. Molti di questi lavoratori da mesi non ricevono alcun sostegno economico e sopravvivono grazie alla solidarietà degli altri lavoratori. Una situazione di grave disagio e di sacrificio, dopo i tanti fatti in questi anni, che merita risposte e soluzioni all'altezza”. In generale “uscire dalla crisi, costruire una prospettiva positiva, non può che essere possibile mettendo al centro il lavoro, dalla sua difesa, attraverso l'urgente rifinanziamento della deroga, alla sua creazione. Il lavoro è il punto dal quale ripartire, in Italia come in Europa”.
Un circolo vizioso cui si aggiungono il ritardo nei pagamenti delle Pa nei confronti delle imprese. Un'impresa italiana su cinque (il 20% degli intervistati) è stata costretta a licenziare a causa degli effetti negativi dovuti ai ritardi nei pagamenti. È il dato che emerge dall'analisi della Cgia di Mestre, che ha elaborato dati Intrum Justitia relativi a un'indagine effettuata nei primi 3 mesi del 2014. L'Italia, mette in evidenza la Cgia, continua a essere il peggiore pagatore d'Europa. Se in media la nostra Pa paga le imprese a 165 giorni (+107 giorni rispetto la media Ue), nei rapporti commerciali tra imprese ci vogliono 94 giorni affinché il committente saldi il proprio fornitore (+47 giorni rispetto la media Ue). Anche nei rapporti tra privati (cioè cittadini/famiglie) e imprese, la situazione rimane difficile: sono necessari mediamente 75 giorni per essere definitivamente pagati (+41 della media Ue). In tutti e tre i casi appena descritti, nessun altro Paese d'Europa fa peggio di noi.