Ai nastri di partenza il Gol (acronimo di «garanzia occupabilità dei lavoratori»). Sulla GU n. 306 del 27 dicembre, infatti, è pubblicato il decreto del Ministero del Lavoro 5 novembre 2021 che fissa la cornice del rafforzamento delle politiche attive e ripartisce tra regioni e province autonome i primi 880 mln di euro (il 20% di 4,4 mld) già stanziati con la Conferenza Stato Regioni ad Ottobre scorso.
Programma GOL
La misura fa parte delle iniziative varate dal governo e ritenute necessarie ad accompagnare la ripresa economica, dopo la crisi per la pandemia nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Al fine di mitigare l’impatto economico e sociale della pandemia, l’Unione Europea ha varato uno strumento finanziario senza precedenti, per dimensioni finanziarie e per strumenti messi in campo: il dispositivo (“facility”) per la ripresa e la resilienza.
L’obiettivo dichiarato è quello di “rendere le economie e società europee più sostenibili, resilienti e meglio preparate alle sfide e alle opportunità delle transizioni ecologica e digitale”. Le riforme e gli investimenti finanziati con questo strumento sono stati poi adottati dai Paesi membri nell’ambito dei loro Piani nazionali di ripresa e resilienza (PNRR).
PNRR
Nell’ambito del PNRR italiano tale sfida è affrontata, con riferimento ai lavoratori, nell’ambito della Missione 5, componente 1 (M5C1). E’ in questo contesto che si inserisce il Programma GOL, l’iniziativa che costituisce il perno dell’azione di riforma nell’ambito delle politiche per il lavoro del Piano, accompagnato da un Piano strategico nazionale sulle Nuove Competenze (PNC).
Obiettivi
L’obiettivo è quello di apportare una serie di misure finalizzate alla riorganizzazione e il rafforzamento della formazione professionale per i percettori di ammortizzatori sociali e dei soggetti «più vulnerabili». In particolare il programma si rivolge ai:
- beneficiari di ammortizzatori sociali quali CIG, Naspi, Dis-Coll e RdC;
- lavoratori fragili o vulnerabili, indipendentemente dalla presenza di un sostegno al reddito: giovani NEET (meno di 30 anni), donne in condizioni di svantaggio, persone con disabilità, lavoratori maturi (55 anni e oltre);
- altri disoccupati con minori chanches occupazionali, indipendentemente dalla presenza di un sostegno al reddito: disoccupati di lunga durata (in cerca di occupazione da almeno sei mesi), giovani e donne, anche non in condizioni fragilità;
- lavoratori con redditi molto bassi (working poor) cioè con redditi al di sotto della soglia di imponibilità fiscale
Le azioni di GOL
Il programma distingue i beneficiari in quattro gruppi a seconda della propria condizione professionale. A ciascun gruppo corrispondono azioni di politica attiva via via più intense:
- Il primo gruppo comprende i lavoratori più vicini al mercato del lavoro (già formati in un determinato settore) per i quali le azioni di politica attiva consistono in un percorso di reinserimento lavorativo;
- Il secondo gruppo comprende i lavoratori distanti dal mercato del lavoro ma con competenze spendibili nei confronti dei quali, oltre al percorso di reinserimento lavorativo, le politiche attive consistono anche un percorso di aggiornamento professionale (upskilling);
- Il terzo gruppo comprende i lavoratori distanti dal mercato del lavoro e con competenze da riqualificare. Nei loro confronti le azioni di politica attiva consistono in un percorso di riqualificazione professionale (reskilling) oltre che dei percorsi di reinserimento lavorativo.
- Il quarto gruppo concerne i lavoratori distanti dal mercato del lavoro con bisogni complessi verso i quali le politiche attive consistono in un mix di tre azioni: percorso di lavoro ed inclusione sociale, un percorso di riqualificazione professionale e un percorso di reinserimento lavorativo.
Nelle linee guida si prevede anche il rafforzamento degli obblighi di condizionalità: i beneficiari di ammortizzatori sociali non in costanza di rapporto di lavoro (es. Naspi e Dis-Coll) e reddito di cittadinanza dovranno partecipare alle (nuove) iniziative di politica attiva previste nell’ambito delle azioni di GOL pena la perdita del sostegno al reddito.
Centri per l’impiego
Il programma Gol dispone, poi, un tabella di marcia di potenziamento degli oltre 500 Centri per l'Impiego (Cpi) disseminati nel territorio nazionale, punta a «superare la separazione tra politiche della formazione e politiche attive del lavoro, con la personalizzazione degli interventi e formazione dedicata sulla base dei fabbisogni rilevati», nonché a rendere «strutturale la cooperazione tra i servizi pubblici e agenzie per il lavoro, soggetti accreditati per la formazione, altri soggetti riconosciuti dalle Regioni, incluso il privato sociale».
Il ruolo delle Regioni
Le singole concrete misure di politica attiva sono demandate alle Regioni, sulla base degli standard già fissati al livello nazionale nell’ambito della Garanzia Giovani e che andranno aggiornati sulla base degli obiettivi di GOL.
Al tal fine il decreto assegna alle regioni e province autonome una quota del 20% del totale delle risorse attribuite all'intervento M5C1, pari a 880 milioni di euro (il 20% di 4,4 mld). Quanto attribuito viene liquidato per il 75% all'atto dell'approvazione del Piano regionale e il saldo alla rendicontazione dell'utilizzo (per almeno il 50% del totale).
Le regioni dal canto loro devono adottare il «piano regionale per l'attuazione di Gol» con specifici obiettivi da raggiungere entro il 31 dicembre 2022. Il piano deve essere adottato previa valutazione dell'ANPAL, a cui il piano è inviato entro 60 giorni (entro il 25 febbraio 2022). L’ANPAL si esprime entro 30 giorni dal ricevimento della bozza del piano.
Nel piano le regioni si impegnano al raggiungimento del traguardo di includere almeno 300 mila beneficiari nelle azioni GOL entro il 31 dicembre 2022 garantendo, peraltro, che gli interventi in favore dei percettori di ammortizzatori sociali e di sostegno al reddito per cui sia prevista la condizionalita', siano attivati entro quattro mesi dalla maturazione del diritto alla prestazione economica.
I Piani dovranno garantire priorità agli interventi, inclusi quelli che prevedono formazione, in favore delle persone piu' vulnerabili (donne, disoccupati di lunga durata, persone con disabilita', giovani con meno di trenta anni di eta', lavoratori con almeno cinquantacinque anni).
Fondo competenze e riqualificazione professionale
Nelle more dell’adozione dei Piani Regionali sono assegnate alle regioni le risorse previste nel Fondo per il potenziamento delle competenze e la riqualificazione professionale, con l’obiettivo di realizzare percorsi formativi rivolti ai lavoratori beneficiari di trattamenti di integrazione salariale con una riduzione dell’orario di lavoro superiore al 30%, calcolata in un periodo di 12 mesi, rientrano anche i percettori della NASPI.