M5S accetta dialogo su riforme 'ma con Pd'

Venerdì, 20 Giugno 2014
- Roma, 20 giu. - Arriva la risposta da M5S all'invito al tavolo delle riforme avanzato ieri da Matteo Renzi. E' un si' e, come aveva prospettato lo stesso presidente del Consiglio per non lasciare preclusa alcuna strada, sara' il Pd l'interlocutore dei 5 Stelle e non il governo in quanto tale. Un 'format' che permette ad ambo le parti di salvare le forme, sicuramente piu' ai grillini che, in effetti, si confrontano, come sottolineano nella risposta a Renzi, con un altro partito, anzi con una rappresentanza parlamentare, e non con l'esecutivo. "Vorremmo confrontarci con il Partito democratico, in quanto forza parlamentare", scrive allora lo stesso Beppe Grillo sul suo blog. "Ringraziamo Matteo Renzi per l'invito. All'incontro del 25 giugno - annuncia - partecipera' una delegazione del Movimento 5 Stelle composta dai capogruppo di Camera e Senato, Giuseppe Brescia e Maurizio Buccarella, e dai deputati Danilo Toninelli e Luigi Di Maio". Il governo aveva gia' fatto capire come stessero le cose attraverso il ministro per le Riforme. "Diversi punti" della legge elettorale, "possono essere rimessi in discussione", ma - ha chiarito Maria Elena Boschi - "a monte c'e' un impegno del Pd e un accordo gia' esistente tra le forze maggioranza e Forza Italia". Insomma, ci si confronta ma la road map di palazzo Chigi e' che "dobbiamo rispettare questo impegno, eventuali modifiche saranno prese in considerazione solo se ci sara' una condivisione con le altre forze" che hanno firmato l'accordo. E che sia chiaro che "non si cambia partner all'ultimo momento", come sottolinea il ministro Pd. "Questa notte con la presidente Finocchiaro e altri volenterosi riformisti abbiamo percorso l'ultimo miglio. Ci manca solo l'ultimo millimetro e poi si parte per cambiare finalmente questo paese". Roberto Calderoli fa cosi' il punto nave e il suo non e' un punto di vista di poco conto, trattandosi del relatore del pacchetto di riforme al Senato, insieme alla dem Anna Finocchiaro. Segnali positivi arrivano anche da uno dei capofila della fronda in casa Pd, Vannino Chiti. "Se le indiscrezioni di queste ore sono veritiere, sulle competenze del Senato e sul numero dei senatori siamo vicini a quello che chiedevamo anche noi: evidentemente non siamo sabotatori", rivendica. E del resto si conferma fiduciosa lo stesso ministro Boschi: "Tocchiamo ferro, siamo ad un passo" dal chiudere sulle riforme, ha detto in mattinata, precisando anche che al momento "non e' previsto alcun incontro" con Silvio Berlusconi. Il Nuovo centrodestra si ritiene "soddisfatto" dall'intesa raggiunta sulle riforme, tanto da sottolineare che "oltre la meta' dei nostri emendamenti presentati in Senato vengono assorbiti" di fatto dagli emendamenti che i due relatori si apprestano a depositare. Il coordinatore nazionale Ncd, Gaetano Quagliariello, ha comunque annunciato dopo l'incontro con Boschi, la presentazione "oggi in Cassazione della nostra proposta di legge di iniziativa popolare per l'elezione diretta del Presidente della Repubblica". E Giorgio Napolitano, intercettato dai cronisti a Napoli, si limita a commentare la situazione con un "vedremo: vedra' e valutera' questa possibilita' chi ne ha la responsabilita' cioe' governo, il premier e i gruppi di maggioranza. Io non mi occupo di queste consultazioni tra partiti". .

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