M5s: aria di resa dei conti, Pizzarotti chiede autocritica

Martedì, 27 Maggio 2014
- Roma, 27 mag. - Il Movimento 5 stelle cerca di 'smaltire' la delusione del flop alle Europee anche se la resa dei conti e' dietro l'angolo. L'assemblea congiunta, di deputati e senatori, per fare un'analisi del voto e' stata rinviata alla prossima settimana. Un po' di tempo, viene spiegato, per metabolizzare quello che e' stato comunque uno choc, un risultato al di sotto di ogni aspettativa. Ma gia' oggi una nota dell'ufficio stampa di M5S della Camera tiene a precisare che non c'e' stata alcuna emorragia di voti: "Dobbiamo smentire alcune leggende metropolitane" dicono i 5 stelle perche' "e' sbagliato affermare che abbiamo perso quasi 3 milioni di voto". L'analisi e' questa: "Considerando un'affluenza alle Europee attorno al 58% contro il 75% delle politiche dell'anno scorso e' come se avessimo perso poco meno di un milione di voti. Comunque e' un calo, ma non l'emorragia di cui si favoleggia in queste ore. Ricordiamo che abbiamo comunque consolidato un ampio consenso" e che, viene sottolineato, "siamo passati da zero a 17 eurodeputati". Una delle voci piu' fedeli alla linea del Movimento, Roberto Fico, sostiene di aver visto i dati con attenzione e di essere piu' confortato: "Perche' - spiega - alle Europee, rispetto alle politiche, la gente va meno a votare. Si', per carita', il Pd e' anche stato bravo a motivare il suo elettorato evidentemente, ma ci sono stati anche tanti astenuti e molti di questi erano nostri elettori". E quindi, questo e' il ragionamento, bisognera' capire perche' gli elettori M5S questa volta sono rimasti a casa. Altri deputati ortodossi come Manlio Di Stefano e Carlo Sibilia sottolineano che "il voto e' volatile, cosi' come lo perdi poi lo riconquisti anche facilmente". Di certo, la parola che oggi riecheggia di piu' e' 'autocritica'. A chiedere di fare una "doverosa autocritica" e' Federico Pizzarotti, sindaco grillino di Parma, gia' piu' volte a rischio espulsione in passato e in rotta con il duo Grillo-Casaleggio. Pizzarotti va giu' duro: "Il Movimento e' stato sconfitto, ed e' da qui che ripartiremo con maggiore slancio e piu' forti di prima. Ma dobbiamo dircelo e dobbiamo riconoscerlo. C'e' il tempo delle vittorie e dei successi, ma c'e' anche il tempo della sconfitta e di una doverosa autocritica". E soprattutto sostiene che "non dobbiamo essere quelli che "danno la colpa agli altri", ma quelli che "possono fare diversamente". O facciamo autocritica per crescere o rimarremo relegati all'opposizione". Parole dure arrivano anche da Tommaso Curro', altro deputato che nei mesi scorsi ha corso il rischio di essere espulso. Oggi chiede uno stop a quello che battezza "cerchio magico in cui i fedeli servitori di Grillo sono in malafede". E sollecita Grillo e Casaleggio a "legittimare ad esistere chi manifesta un'indole un po' piu' mite, un po' piu' calata sulla materia lavorativa per iniziare ad avere un dialogo interno: non e' possibile che Grillo porti sul palco soltanto cinque o sei persone, i fedeli servitori, in una manifestazione plastica di come lui intende un gruppo parlamentare". Anche se Curro' nega oggi di voler lasciare il Movimento. "Anzi, assolutamente no" risponde, anche se un disagio c'e'. Anche Walter Rizzetto, altro deputato gia' inserito tra le voci critiche al Movimento, osserva caustico su twitter: "'Dobbiamo sorridere di piu' e abbassare i toni'. Quando lo diceva qualcun altro era additato come dissidente" dice riferendosi implicitamente al suggerimento che arriverebbe dai vertici. Insomma, per i 5 stelle in Parlamento il momento della resa dei conti e' vicino e il dibattito potrebbe non essere indolore. I vecchi 'dissidenti' chiedono che si faccia al piu' presto un'assemblea congiunta che pero' dovrebbe tenersi solo la prossima settimana. Prima pero', deputati e senatori potrebbero riunirsi separatamente per iniziare un esame del voto. Gli integralisti sostengono che servira' semplicemente a fare un'analisi ma senza nessuna resa dei conti. I dissidenti, invece, pensano che si andra' allo scontro perche' il risultato delle Europee dimostrerebbe, sostengono alcuni di loro, che "i toni vanno abbassati" per riuscire ad ampliare il consenso e che insomma "avevamo ragione noi". E inoltre, e questo e' il punto essenziale, la richiesta e' che cambino gli equilibri e che ci sia spazio anche per le critiche mettendo al bando i cosiddetti 'yes man'. Ma i fedelissimi pur sostenendo la necessita' di fare autocritica, insistono nel prendersela con l'informazione, con i media "che hanno dato troppo spazio a Renzi che prometteva e prometteva e gli italiani ancora ci credono", con un sistema che definiscono marcio e anche con gli elettori che "continuano a votare indagati e condannati". E poi, confidano sul fatto che "il Pd dal 40% non potra' far altr che scendere...". In ogni caso, e' la conclusione di chi ancora crede nel progetto, "ci vuole tempo. Anche perche' noi siamo diversi da tutti, non abbiamo le lobbies dietro e quindi quando diciamo 'No all'Expo' sappiamo che e' una posizione impopolare..". Ma non e' stato un altro autogol quello di Grillo di prendersela con i pensionati? "Ma e' vero - dice un deputato integralista - erano tutti vecchi ai seggi, non esiste piu' una fascia giovane 20-40 anni..". E Grillo? Grillo non dovrebbe venire a Roma per l'assemblea, stanco dopo un'intensa campagna elettorale in camper attraversando l'Italia; si prendera' un momento di vacanza, viene riferito, per poter recuperare e decidere eventuali nuove strategie future. Anche se sui toni, secondo quanto si apprende, Grillo insiste nel dire che lui si esprime cosi'; e anche i deputati piu' integralisti non si lasciano impressionare e non pensano di tornare indietro. "Si', forse i toni in campagna elettorale sono stati troppo violenti - osserva Di Stefano - ma il problema e' anche il sistema dell'informazione che si limita a estrapolare parole, quelle su Hitler o su Dudu' senza capire che era una battuta, ed era evidente...". .

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