La Corte dei Conti con la delibera n. 21/2013 boccia la speciale indennità pensionabile (SIP) a decorrere dal 9 Ottobre 2010, data di entrata in vigore del nuovo codice militare.
Secondo quanto stabilito dalla Corte dei Conti i Vicecomandanti Generali dell'Arma non possono avere diritto alla SIP. La SIP è quell'emolumento in busta paga - pari a circa 4.800 euro netti in più al mese - che viene concesso ai Generali e ai Vice Generali di Corpo d'Armata che vanno in ausiliaria per un periodo di cinque anni. Si tratta in realtà di un vero e proprio privilegio particolarmente difficilmente da comprendere in un periodo tagli e di crisi economica come quello attuale.
La SIP infatti non viene corrisposta solo per il periodo di ausiliaria dell'Ufficiale - un periodo pari a cinque anni dopo aver lasciato il servizio durante i quali l'Ufficiale può essere richiamato in servizio dall'Arma - in quanto l'indennità poi entra a far parte dell'assegno pensionistico portando quest'ultimo a circa 14mila euro lordi mensili.
La speciale indennità fu istituita per il capo della Polizia-direttore generale della Polizia di Stato nel 1981, poi estesa nel 1987 ai comandanti generali dell'Arma e della Guardia di Finanza, al capo della Forestale e del Dap (dipartimento amministrazione penitenziaria); nel 1997 diventò appannaggio anche dei capi di Stato maggiore della Difesa, di Esercito, Marina, Aeronautica e del segretario generale della stessa Difesa. Alla fine la speciale indennità è arrivata anche per i vicecomandanti dell'Arma e della Finanza.
Ora la Corte dei Conti ha bocciato i decreti di assegnazione della SIP di tre vicecomandanti dei carabinieri: i generali di corpo d'armata Carlo Alfiero, Salvatore Fenu ed Ermanno Vallino. La magistratura contabile ha tuttavia fissato uno spartiacque: «Ai fini del calcolo dell'indennità di ausiliaria, la valutazione della speciale indennità pensionabile» citata dal nuovo codice dell'ordinamento militare «non potrà più essere effettuata» a decorrere «dal 9 ottobre 2010» cioè la «la data di entrata in vigore dello stesso codice militare». Rispetto a quel termine, oltre a Fenu, Alfiero e Vallino si salvano dalla scure della Corte, tra gli altri, i vicecomandanti dell'Arma Roberto Santini, Roberto Cirese, Goffredo Mencagli, Massimo Cetola, Giorgio Piccirillo e Stefano Orlando. Il ministero della Difesa potrebbe a questo punto recuperare le somme nei confronti dei generali Corrado Borruso, Michele Franzè, Carlo Gualdi, Clemente Gasparri, Massimo Iadanza e Antonio Girone, numeri due dell'Arma che hanno percepito l'ausiliaria dopo l'entrata in vigore del nuovo ordinamento militare.