Sergey

Sergey

Mi occupo di diritto della previdenza e del lavoro. Mi sono laureato nel 1976 in Giurisprudenza alla Cattolica. Dal 1985 lavoro all'Inps.

Il riscatto della laurea è un istituto che consente agli assicurati di integrare la propria posizione previdenziale convertendo, a pagamento, gli anni del corso legale degli studi in contributi utili al conseguimento di una prestazione previdenziale

La proposta di legge sugli esodati, a firma del presidente della commissione Lavoro Cesare Damiano (Pd), inizierà l’esame in aula alla Camera da lunedì 23 giugno. E' quanto ha deciso oggi la conferenza dei capigruppo della Camera.

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La proposta di legge unificata contiene la cd. sesta salvaguardia, un insieme di norme volte a tutelare quei lavoratori che attualmente non hanno potuto mantenere il beneficio delle vecchie regole pensionistiche, quelle vigenti sino al 31 dicembre 2011.

Si ricorda che la proposta tutela, in sostanza, i lavoratori che fruiscono della mobilità sulla base di accordi sindacali stipulati entro il 2011 che maturino i requisiti per la pensione entro 2 anni dal termine dell'indennità di mobilità; gli autorizzati ai volontari che abbiano presentato domanda entro il 31 gennaio 2012 che maturino la decorrenza del trattamento entro il 2018; i lavoratori che hanno risolto il rapporto di lavoro (unilateralmente o con accordi) che maturano il requisito per la pensione (non piu' la decorrenza) entro il 6 dicembre 2014.

Modifiche importanti interessano anche i lavoratori precoci in favore dei quali viene resa valida la contribuzione accreditata a qualsiasi titolo al fine di escludere le penalizzazioni sino al 31.12.2017 previste dall'articolo 24, comma 10 del Dl 201/2011. Altri benefici interessano gli autorizzati ai volontari prima del 20 luglio 2007 ed il personale ferroviario viaggiante, di macchina e di manovra.

Dopo la tornata elettorale il governo riprende il lavoro sulle riforme, la prima in agenda è quella relativa alla pubblica amministrazione che dovrebbe essere approvata in Consiglio dei Ministri il prossimo 13 giugno.

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Mancano del resto pochi giorni al 31 Maggio, termine per la consultazione online che il ministro della funzione pubblica Marianna Madia ha avviato nei giorni scorsi per conoscere le idee dei lavoratori interessati alla riforma.

In ogni caso i punti all'ordine del giorno sono già abbastanza chiari. Soprattutto per quanto riguarda la dirigenza statale che vede diverse ipotesi sul tavolo del governo. A cominciare dalle modalità di ingresso a questa posizione. I nuovi dirigenti saranno infatti reclutati, oltre che attraverso le tradizionali forme concorsuali, mediante contratti a tempo determinato che potranno essere trasformati in rapporti a tempo indeterminato sulla base del rendimento del primo triennio del dirigente. Una sorta di messa in prova per tre anni per i neoassunti prima di poter ottenere la conferma a tempo indeterminato.

Un altro punto chiave della riforma sarà il tema della licenziabilità che sarà collegata al ruolo unico: in pratica chi rimarrà senza incarico per un certo periodo di tempo potrà essere licenziato liberamente dalla pubblica amministrazione. Senza contare che secondo la Madia i dirigenti potranno anche essere revocati sulla base di presupposti oggettivi sulla base di di specifiche ipotesi di responsabilità dirigenziali.

Novità che interesseranno anche le retribuzioni. Per la Madia queste dovranno essere legate non solo al merito, attraverso una valutazione che terrà conto di indicatori relativi sia all'andamento dell'economia in generale che della pubblica amministrazione, ma dovranno anche essere livellate per evitare i paradossi attualmente esistenti tra le varie Pa.  L'obiettivo dichiarato è quello di uniformare gli stipendi dei dirigenti in modo da evitare che, ad esempio, chi lavora al Tar o alla presidenza del Consiglio possa guadagnare cifre molto più elevate rispetto ai dirigenti delle Entrate o di altri ministeri con lo stesso grado.

Il governo accelera sulle Riforme del mercato del Lavoro e della Pubblica Amministrazione. E' questa una delle prime conseguenze del voto di domenica scorsa che ha sostanzialmente legittimato il primo ministro Matteo Renzi.

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E' il titolare del Dicastero di Via Veneto, Giuliano Poletti, che ha confermato l'intenzione del governo di accelerare sul ddl delega sul lavoro: «È una riforma strutturale. Ed è immaginabile che si chiuda entro la fine dell'anno e se ciò accadesse noi saremo in grado di metterla rapidamente a regime», ha detto il ministro. L'obiettivo è condiviso dal relatore e presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi che ha sottolineato l'intenzione di chiudere la parte di discussione e l'approvazione a Palazzo Madama del testo di legge delega entro luglio.

Riforma del Lavoro: Ddl da approvare entro Settembre
Se si coglierà questo obiettivo, ha aggiunto Poletti, «già a settembre si potrà avere il ddl in Aula alla Camera e quindi farlo camminare velocemente». Naturalmente, ha spiegato il titolare del Lavoro, «se nel merito le posizioni interne alla maggioranza e in Parlamento saranno sufficientemente vicine si potranno evitare più passaggi parlamentari». Poletti ha ricordato anche che il ministero del Lavoro sta lavorando «per predisporre tutti gli elementi per la stesura dei decreti attuativi della delega. Faremo un lavoro preparatorio che ci metterà in condizione di agire rapidamente appena il Parlamento approverà la legge delega».

Lavoro Pubblico - Madia: Contratti bloccati sino al 2014
Per quanto riguarda invece il pubblico impiego il ministro della Funzione Pubblica ha detto che "al momento, i contratti al pubblico impiego sono «bloccati fino alla fine del 2014», in mancanza di fondi per poterli rinnovare, ma con la riforma della Pa che il governo presenterà a giugno sarà possibile «recuperare risorse per sbloccare i contratti».   Il ministro ha però evidenziato che nel Def «non si dice assolutamente che i contratti sono bloccati fino al 2020», ma solo che questi «sono bloccati fino alla fine del 2014». Il ministro ha fatto notare poi che nei 44 punti indicati per la riforma della Pa e contenuti nella lettera aperta che ha dato il via alla consultazione pubblica sui contenuti della riforma manca qualsiasi accenno al taglio degli investimenti e delle risorse.

Riforma della Pa: La mobilità sarà volontaria
Per quanto riguarda la mobilità del settore il ministro ha detto che è una «grandissima ingiustizia» quella riservata ai precari dell'amministrazione pubblica, sottolineando che la "mobilità del personale su cui sta lavorando il ministero non sarà coatta e forzosa ma volontaria, e tale da riconoscere al dipendente pubblico il diritto di rimanere a lavorare in un arco di chilometri tali dal luogo di residenza che consentano di svolgere la vita privata". Quindi, ha sottolineato che i dipendenti pubblici non possono rimanere a lavoro oltre la pensione, mentre tanti giovani sono senza occupazione: «Vogliamo ricostruire tutti assieme - ha concluso - un'amministrazione dove le persone giuste possono restare nel posto giusto al momento giusto».

Guida alle principali articolazioni e gestioni della previdenza obbligatoria. In Italia attualmente coesistono 5 diverse forme assicurative obbligatorie di previdenza, con differenze anche notevoli fra le prestazioni che offrono e i sistemi di calcolo della pensione che adottano.
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