Sergey

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Mi occupo di diritto della previdenza e del lavoro. Mi sono laureato nel 1976 in Giurisprudenza alla Cattolica. Dal 1985 lavoro all'Inps.

La Camera approva la fiducia sul decreto Lavoro. Domani atteso il via libera definitiva sul testo

La Camera ha votato la fiducia al governo sul decreto Lavoro. Il testo ha ottenuto 333 voti favorevoli e 159 contrari.

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 L'Aula della Camera esaminerà gli ordini del giorno al decreto legge lavoro mercoledì dalle 9:30: lo ha deciso la presidente Laura Boldrini prendendo atto che la maggioranza dei gruppi chiedevano di non tenere seduta notturna e di proseguire nell'esame del testo mercoledì, quando dovrebbe dunque arrivare il via libera definitiva sul testo.  Per il governo Renzi è la nona fiducia. 

Il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, si dice convinto che il decreto legge non aumenti la precarietà: "E alla fine - scommette - i numeri ci daranno ragione". Se così non fosse, assicura comunque, il governo sarà pronto a cambiare rotta. 

Ora, è la convinzione del Pd, si tratta di spostare l'attenzione sulle finte partite Iva, che "ormai - afferma Giovanna Martelli, componente della commissione Lavoro alla Camera - hanno le sembianze del lavoro subordinato. E' quindi su questa anomalia che si devono concentrare i nostri sforzi". Il decreto legge, sottolinea il presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano, è comunque "un compromesso accettabile". Soddisfatto, dopo le modifiche approvate al Senato, anche il Nuovo centrodestra che con il capogruppo in commissione Lavoro a Montecitorio Sergio Pizzolante si dice convinto come ora "ci si sia allontanati dalla legge Fornero e avvicinati a Marco Biagi".

 

 

Stop allo svincolo del bonus mobili da quello relativo agli interventi di recupero edilizio. Le commissioni non trovano le coperture.

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Dall'esame in Parlamento del "decreto casa" (D.L. n. 47/2014), emergono alcune novità. In particolare, dal decreto ora in esame al Senato emerge che, per il bonus mobili, cioè la detrazione del 50% per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici destinati all'arredo dell'immobile oggetto di ristrutturazione, torna il vincolo secondo il quale il bonus è riconosciuto solo se la spesa è inferiore a quella dei lavori di ristrutturazione. Non ci sarebbero, infatti, le coperture per svincolare il bonus mobili da quello relativo agli interventi di recupero edilizio.

Alla commissione Bilancio del Senato sono in attesa comunque della relazione tecnica del governo. Il nodo è rappresentato dalle coperture. “E' evidente che su questo argomento il Governo interverrà – assicura Mirabelli. Il suo 'collega' relatore l decreto legge casa, Stefano Esposito (Pd), ha già chiesto l'intervento del governo per cercare di correre ai ripari.

La parola, come accade sempre in questi casi, tocca ora al Ministro dell'Economia. Ma a quanto pare i relatori hanno già parlato con il ministro Lupi che si è impegnato a parlare a sua volta con Padoan. Lo stesso Tesoro proprio sul bonus mobili ha fatto sapere di non avere particolari obiezioni, considerando che una norma simile in passato ha già ottenuto il via libera della Ragioneria. Il problema principale, viene riferito, sarebbe costituito dalla retroattività della norma (che sarebbe valida a partire da giugno 2013) a causa dei costi, che però secondo alcuni conti dovrebbero essere più che compensati dalle entrate.

Secondo l'Aire negli ultimi due anni, l'incremento di chi si è trasferito all'estero è cresciuto del 55%. Tra le nuove destinazioni compare anche il Brasile.

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Prosegue la fuga degli italiani che si trasferiscono all'estero per lavoro. A dirlo è l'Aire (l'ufficio del ministero degli Interni che raccoglie il numero degli italiani residenti all'estero), che certifica che 2013 gli italiani in uscita sono aumentati del 19 per cento, un dato che fa seguito all'incremento del 30 per cento comunicato nel 2012. In soli due anni, gli italiani che si sono spostati oltreconfine sono cresciuti del 55 per cento: erano 61mila nel 2011 e ora si toccano le 100mila unità.

Tra le mete piu' ambite in questo periodo di crisi economica del Bel Paese c'è la Gran Bretagna e Germania paesi in cui si reca oltre il 60% dei giovani migranti compresi tra i 20 e 40 anni di età. Anche se il dato complessivo potrebbe essere ancora più significativo se si considera che, secondo gli esperti di flussi migratori, soltanto un italiano su due di solito comunica il suo trasferimento all'estero al Ministero.

In particolare la Germania recupera appeal sulla Gran Bretagna. Secondo l'Aire in Uk si recano 12.904 persone con Berlino che si attesta a 11.713 trasferimenti. Segue a ruota la Svizzera (10.300), Francia (8.342) e Argentina (7.496), il primo dei paesi non europei. Da segnalare, la crescita dei paesi dalle economie emergenti: nella classifica delle destinazioni, il Brasile ha raggiunto il sesto posto e ha superato gli Stati Uniti, ora settimi.

LA migrazione riguarda in modo significativo i giovani. L'incremento della fascia dei 20-40 anni è stato del 28,4 per cento, quindi nettamente superiore alla media. In dato che si conferma, in questo caso, visto che anche nel 2012, la crescita era stata del 28,3 per cento.

Poletti: "Bisogna avere il coraggio di cambiare. E' una questione di equità verso i ragazzi che sono disoccupati. Se una cosa conquistata nel 1964 va bene in eterno, allora non faremo mai niente"

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 "Se il diritto acquisito è un privilegio ingiustificato" allora "non si deve tenere", "bisogna avere il coraggio di dire che ci sono delle cose che non ci stanno, perché ingiuste". Lo ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in occasione di un convegno organizzato dal Pd sul Jobs Act, a Roma la settimana scorsa.

Secondo il ministro "bisogna misurarci con un dato di equità" o meglio "dobbiamo misurarci con i ragazzi che non hanno ancora cominciato a lavorare". Per Poletti infatti è iniquo che mio figlio o mio nipote, un ragazzo di vent'anni, non possa avere le condizioni minimali di garanzia e tutela e non che io possa mantenere quello che mi sono acchiappato nel '75".

 Contro il sindacato il ministro è duro: "Forse ci sono delle cose che erano giuste nel '62 ma non lo sono più nel 2014", ha spiegato Poletti. Anche perché, "se cominciamo ad accettare che una certa cosa conquistata nel 1964 va bene in eterno, allora noi non faremo niente". E ha aggiunto: "di gente che ha conquistato cose nel '64-'65 ne abbiamo in una quantità industriale".  Per Poletti bisogna rimettere in discussione temi che sino ad oggi non lo sono mai stati, tra cui anche la possibilità di rivedere l'applicazione dell'articolo 18 sul quale, ricorda il ministro, ci saranno dei temperamenti con il contratto a tutele crescenti che il governo presenterà nel secondo round delle misure del cd. jobs act.

Il ministro ha ricordato anche che il decreto lavoro è in dirittura d'arrivo. Oggi alla Camera partirà l'esame per dare la terza ed ultima lettura alla legge di conversione del decreto 34/2014.  Il decreto deve essere convertito entro il 19 maggio, pena la sua decadenza.

Il riordino della pubblica amministrazione passa anche dalla trasparenza e dagli open data. Intesi nel senso più ampio del termine.

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Il primo atto dell'attività di semplificazione e di digitalizzazione che il governo Renzi conta di mettere in campo sarà l'attribuzione di un'identità digitale unica a ogni cittadino. Tutti avranno un Pin unico per accedere ai servizi pubblici digitali superando in questo modo l'attuale frammentazione tra procedure delle diverse Pa. Ci vorrà almeno un anno per ammissione dello stesso presidente del Consiglio: «Il Pin unico ha un tempo di attuazione in via definitiva di almeno un anno – ha spiegato Matteo Renzi– non lo fai dalla mattina alla sera».

Il calendario parte però a giugno quando si avvieranno le prime sperimentazioni. Oltre al Pin unico per i cittadini, nella lettera che i dipendenti pubblici riceveranno nelle prossime settimane, alla voce open data, compare la dematerializzazione dei documenti amministrativi e la loro pubblicazione sul web, accessibile a tutti. Accanto agli interventi di trasparenza vera e propria dei dati in possesso delle amministrazioni pubbliche, come potrebbe essere quello di mettere online tutte le informazioni contenute nel Siope e di unificare e rendere interoperabili le banche dati di enti e società partecipate, c'è anche una spinta sulla tracciabilità delle risorse gestite dai sindacati, che saranno chiamati a rendicontare sul web ogni spesa.

Per Renzi poi si dovrà procedere all'unificazione e standardizzazione della modulistica in materia di edilizia ed ambiente; procedere ad una «concreta attuazione del sistema della fatturazione elettronica» per tutte le Pa e accelerare la riforma fiscale e le relative misure di semplificazione.

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