Riforme, nel Pd e' scontro totale Renzi, non lascio Paese a Mineo

Giovedì, 12 Giugno 2014
- Roma, 12 giu. - Non si chiude senza strascichi la vicenda della sostituzione di Chiti e Corradino Mineo in commissione Affari costituzionali. Tredici senatori si autosospendono dal gruppo Pd. Lo annuncia in Aula Paolo Corsini. "E' stupefacente che Corradino Mineo parli di epurazione - replica Matteo renzi - Il partito non e' un taxi che si prende per farsi eleggere", ha detto ai suoi di rientro in Italia dal Kazakistan, dove ha incontrato il presidente Nursultan Nazarbayev. Il Pd, ha aggiunto Renzi, "e' davanti a un bivio. Non ho preso il 41% per lasciare il futuro del Paese a Mineo". Fra i firmatari anche Felice Casson, con Vanino Chiti e lo stesso Mineo. "La rimozione dei senatori Chiti e Mineo decisa ieri dalla presidenza del gruppo rappresenta "un'epurazione delle idee considerate non ortodosse" sulla legge piu' importante, quella costituzionale, ha detto Corsini leggendo un documento messo a punto. "Si tratta di una palese violazione dell'articolo 67 della Carta", ha aggiunto. "La rimozione dei senatori Chiti e Mineo dalla Comissione Affari Costituzionali decisa ieri dalla presidenza del gruppo rappresenta di fatto una epurazione delle idee considerate non ortodosse dal processo di formazione della piu' importante delle leggi, la riforma costituzionale", ha detto testualamnte il senatore Corsini. "Nella sostanza si tratta di una violazione dell' art.67 della Carta. Un parlamento meno libero non aumenta la liberta' dei cittadini. Chiediamo dunque alla presidenza del gruppo il necessario e urgente chiarimento prima dell'assemblea di martedi' 17 giugno. Nel frattempo i sottoscritti senatori si autosospendano dal gruppo parlamentare". I senatori in questione sono: Casson, Chieti, Corsini, D'Adda, Dirindin, Gatti, Lo Giudice, Micheloni, Mineo, Mucchetti, Ricchiuti e Tocci. E' 'MARETTA' IN GRUPPO PD SENATO = E' 'maretta' nel gruppo Pd del Senato, dopo l'autosospensione di tredici senatori per la sostituzione di Corradino Mineo e Vannino Chiti dalla commissione Affari Costituzionali del Senato. 'Renzi non e' mai venuto a parlare con i 20 che hanno firmato il ddl Chiti, in maniera approfondita', si osserva nella minoranza del Pd, e si sottolinea: 'tratta con Berlusconi e non si confronta con il suo partito'. E ancora: 'non si puo' dire o si fa come dico o tutti a casa'. 'Renzi e' arrivato addirittura a dire che lo facciamo per soldi, per tenere l'indennita' dei senatori - attacca un altro parlamentare - Ma posso rispondere come successe fra Cacciari e Craxi quando gli propose di prendere la tessera del Psi: grazie sono gia' benestante di mio'. 'Non stiamo parlando affatto di democrazia' e' l'affondo della maggioranza del partito, dove c'e' chi non nasconde 'l'incazzatura'. Mai parlato in maniera approfondita di riforme? 'Ma se abbiamo fatto 9 assemblee , in due e' venuto Matteo Renzi e in un'altra la Boschi', e' la replica. 'La commissione Affari costituzionali non e' una proprieta' In commissione si rappresenta la posizione del gruppo che ti ha designato, se non sei d'accordo con la maggioranza te ne vai', considera un altro parlamentare ancora. 'Certo che fare un gesto plateale come quello di oggi, con l'applauso dei grillini... Mi auguro ci si faccia un esame di coscienza', osserva un democratico e c'e' chi gli fa eco: 'ma che fanno? Vogliono dare maggior peso a Berlusconi sulle riforme?'. E c'e' chi aggiunge: 'non e' che se non si e' d'accordo su una cosa si fa saltare tutto'. E' come se 'Totti in disaccordo con l'allenatore, dicesse allora io faccio come mi pare, anzi gioco nel ruolo del portiere'. Ma tant'e' sabato ci sara' l'assemblea nazionale del partito, dove con ogni probabilita' Renzi trattera' il tema delle Riforme, che e' un cavallo di battaglia del segretario - premier, ma non sara' quella la sede per il confronto con la minoranza autosospesa. Bisognera' aspettare martedi' la riunione del gruppo di Palazzo Madama. BOSCHI, RIFORME NON SI FERMANO PER 10 SENATORI "Le riforme non si fermano se 10 senatori la pensano diversamente" cosi' il ministro Maria Elena Boschi. "Credo sia serio portare avanti questa riforma. Un processo che - ha sostenuto il ministro - ha forza in se. Una forza che deriva dal consenso dei cittadini che ha dato il 41% al Pd", sottolinea. E ancora: "si va avanti abbiamo avuto un ampio modo per confrontarci. C'e' stato un dibattito approfondito che nasce dalle primarie e che e' stato portato avanti nella direzione, nella segreteria e nei gruppi". I 13 senatori autosospesi avranno la mani libere di non votare la riforma? "Credo che lo possano fare da punto di vista 'legale'. Ma credo che eventualmente cio' non sarebbe particolarmente corretto verso i cittadini che li hanno eletti con il Pd". "Nessuno ha chiesto loro di autosospendersi. Ora sta a loro decidere se far parte del processo di riforme o fare una scelta diversa". .

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