Rimosso il prefetto di Perugia Fatale dichiarazione sulla droga

Sabato, 21 Giugno 2014
- Roma, 21 giu. - Il premier Matteo Renzi avrebbe chiesto informazioni al ministro dell'Interno Angelino Alfano sulle dichiarazioni del prefetto di Perugia sulla droga. Lo riferiscono fonti di Palazzo Chigi, secondo cui il premier sarebbe furente per le parole di Antonio Reppucci, e pronto a chiedere interventi immediati nei suoi confronti. Le polemiche nascono dalle affermazioni di Reppucci che nel corso di un incontro con la stampa locale, parlando del problema della droga aveva detto che "se una mamma non si accorge che suo figlio si droga e' una mamma fallita e si deve solo suicidare". Affermazioni, riprese in un video, che poi il prefetto ha precisato: "La mia era una provocazione, bisogna andare oltre il senso delle parole, capire se vuole difendere e costruire o distruggere, io voglio costruire e il mio era solo un modo di dire di fare squadra tutti insieme". In ogni caso le dichiarazioni di Reppucci hanno suscitato la dura reazione del procuratore della Repubblica facente funzioni, Antonella Duchini. "Questo Ufficio - scrive in una nota - si dissocia in maniera netta dalle affermazioni del Sig. Prefetto quando spera che i padri taglino le teste ai figli che assumono stupefacenti e quando sostiene che il cancro e' li' nelle famiglie, se la mamma non si accorge che suo figlio si droga e' una mamma fallita e si deve solo suicidare. Affermazione quest'ultima che si connota altresi' per una ingiustificata discriminazione di genere. Le tematiche afferenti al consumo ed alla cessione di sostanze stupefacenti, che indubbiamente investono anche il nostro territorio, sono complesse e riguardano sia l'aspetto della repressione (proprio delle forze dell'ordine e della magistratura) che quello della prevenzione attraverso politiche sociali rivolte alle famiglie, che non devono sentirsi isolate ma piuttosto supportate e coinvolte". D'accordo si e' detto lo stesso Reppucci: "lei non dice niente di diverso da quello che ho detto io e cioe' che bisogna lavorare con prevenzione e repressione. Ho rivisto il mio intervento e ho sempre detto lavoriamo insieme, facciamo una guerra insieme". .

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