Scajola: Matacena, assurdo pensare a miei rapporti con i clan

Lunedì, 12 Maggio 2014
- Reggio Calabria, 12 mag. - "Mi ha fatto sorridere dopo tanti giorni, credo che il mio sorriso sia di per se' la risposta alla sua domanda". Cosi' Amedeo Matacena, l'ex deputato latitante a Dubai, nel corso dell'intervista rilasciata all'AGI su Skype, ha risposto alla domanda sull'ipotesi accusatoria che vorrebbe all'interno del suo patrimonio non solo l'ingente reddito prodotto dalla pluridecennale attivita' di famiglia del traghettamento sullo Stretto di Messina, ma anche soldi di provenienza illecita, da riciclare per conto delle cosche, o comunque le tracce di un'attivita' di favoreggiamento delle cosche attraverso i canali facoltosi di sua conoscenza. "Un'assurdita' - replica Matacena - anche questo e' un abbaglio, una cosa inesistente, bastera' guardare gli estratti conto, mai soldi estranei alle cose regolari sono entrati nelle casse della societa' ne' sono usciti. Non si puo' pensare - ha aggiunto Matacena - che una persona che ha vissuto tutta sua infanzia e la gioventu' sotto scorsa per avere subito diversi tentativi di sequestro di persona, l'ultimo nel 1990, possa anche solo lontanamente avere potuto partorire e mettere in pratica l'idea di agevolare la mafia. Ricordo ancora che non potevo incontrami con una ragazza o con gli amici, se non in macchina alla presenza dei miei due bodyguard. L'Italia - conclude Matacena da Dubai, nei lontani Emirati Arabi - oggi e' questa, condanna quando le testimonianze dicono l'esatto opposto, la legge si interpreta per gli amici e si applica per i nemici". .

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