Ue: piu' tempo per pareggio bilancio, ma chiede altre misure 2014 In evidenza

Martedì, 03 Giugno 2014

- Bruxelles, 3 giu. - La Commissione europea ha ribadito la necessita' che l'Italia decida gia' nel 2014 "sforzi aggiuntivi" per riuscire a raggiungere l'obiettivo a medio termine di un pareggio strutturale del bilancio pubblico, ma al tempo stesso ha aperto la porta a una possibile deroga per il raggiungimento di tale obiettivo nel caso le condizioni congiunturali lo richiedessero. Da Roma, il ministero guidato da Pier Carlo Padoan si dice "fiducioso" che gli obiettivi di bilancio saranno raggiunti senza ulteriori interventi e comunque, aggiunge, le stime di Bruxelles "non tengono conto di alcune voci relative alle minori spese pianificate ma non ancora specificate nel dettaglio e a maggiori introiti, come quelli attesi dalle privatizzazioni".

Tornando alle "Raccomandazioni specifiche per paese", passaggio decisivo del cosiddetto "semestre europeo" stabilito dalla nuova governance Ue, l'esecutivo di Bruxelles ribadisce la necessita' di andare avanti con "l'ambizioso programma di riforme strutturali", in particolare quelle che avranno "un impatto positivo sulla crescita economica potenziale riducendo eventualmente il rapporto debito pubblico/Pil nei prossimi anni", ma stima "leggermente ottimistico" lo scenario macroeconomico "sul quale si fondano le proiezioni di bilancio" e riscontra una differenza di 0,6% del Pil fra l'aggiustamento strutturale prospettato per quest'anno (0,1%) e quello richiesto (0,7%). Per questo, la Commissione ritiene "che siano necessari sforzi aggiuntivi, in particolare nel 2014, per garantire la conformita' ai requisiti del patto di stabilita' e crescita".

Il vicepresidente Olli Rehn, appena rientrato dal congedo elettorale, ha ribadito l'apprezzamento per le riforme avviate, definendole "considerevoli" e auspicando uno "slancio piu' intenso per creare le condizioni per una ripresa forte e duratura nella crescita e nella creazione di posti di lavoro". L'Italia, ha ricordato, fa parte, con Slovenia e Croazia dei paesi per i quali si e' individuato uno squilibrio macroeconomico eccessivo e quindi "l'attuazione delle riforme avviate sara' monitorata" da Bruxelles. Alla richiesta, contenuta nel documento di programmazione economica del governo, di ottenere tempi piu' lunghi per il raggiungimento del pareggio strutturale di bilancio, la Commissione non ha detto no: fino a ieri sera, nella bozza del documento era invece contenuta una frase che bocciava tale richiesta, a causa del "rischio del mancato rispetto degli obiettivi di riduzione del debito come risulta dalle ultime previsioni".

La frase e' stata cancellata, per iniziativa del vicepresidente Antonio Tajani che ha fatto presente ai colleghi i risultati del voto in Italia. "Ora - ha detto Tajani commentando il risultato - sta al governo cogliere il messaggio della Commissione". Rehn ha poi precisato che "rinviare il raggiungimento dell'obiettivo a medio termine del pareggio strutturale non metterebbe l'Italia in una buona condizione rispetto agli impegni che ha sottoscritto e che sono sanciti nella sua stessa Costituzione" e che la "riconsiderazione automatica della richiesta sarebbe possibile" se la situazione dell'economia italiana dovesse peggiorare. "La ripresa e' ancora molto fragile - ha detto - se l'Italia dovesse tornare in recessione tutte le regole dovrebbero essere riviste da cima a fondo".

Per questo, e ricordando che proprio il debito pubblico e' "la principale causa di vulnerabilita' dell'economia italiana, il principale ostacolo alla ripresa e alla creazione di posti di lavoro", Rehn ha ribadito che l'Italia deve "mantenere la coerenza della disciplina di bilancio" facendo "congrui sforzi strutturali" per risolvere questo problema ed e' quindi importante che "mantenga un livello di consolidamento del bilancio continuo ma che sia anche favorevole alla crescita". In particolare, Rehn ha citato la "razionalizzazione della spesa pubblica e della politica fiscale", sottolineando che deve essere mantenuta "la pratica della disciplina sui conti pubblici, rafforzando le misure adottate o pianificate come le privatizzazioni.

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