Il Governo allarga le maglie delle salvaguardie per gli esodati, ci sarà un anno di tempo in più per accedere alle tutele e non restare senza stipendio e pensione. Kamsin L'intervento è contenuto in un emendamento bipartisan al Ddl 224, predisposto dalla Commissione lavoro di Montecitorio, che prevede una nuova salvaguardia-tampone, la sesta appunto, con la quale si spostano di un altro anno, fino al 6 gennaio 2016, i termini per il riconoscimento di tutti i profili di tutela aperti con i precedenti cinque provvedimenti.
I conti fatti dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, parlano di «32 mila e 100» persone in più, di cui circa 24 mila recuperate dai vecchi interventi, tutte posizioni non sfruttate, per cui non è giunta domanda, mentre 8 mila sono quelle completamente nuove come già anticipato nei giorni scorsi su Pensioni Oggi. In tutto i salvaguardati salirebbero a quota 170 mila, a fronte dei 162 mila previsti dai 5 interventi già fatti. Il ministro tuttavia ha indicato che la questione si riaprirà subito dopo l'estate con la legge di stabilità attraverso un intervento strutturale per dare risposta "alle tante diverse situazioni, non definibili tecnicamente come esodati» ma che comunque si rivolgono a quanti perdendo il lavoro sono rimasti a secco, privi di stipendio, ammortizzatori e pensione"
Intanto la proposta del ministro, presentata in commissione Lavoro alla Camera, dovrebbe approdare nell'Aula di Montecitorio mercoledì 2 luglio, sotto forma di emendamento al testo unitario messo a punto dalla commissione guidata da Cesare Damiano (cioè la pdl 224). Il testo dell'emendamento, disponibile in allegato al presente articolo in fondo alla pagina, estende (o meglio "riarticola") le esistenti salvaguardie con riguardo: a) ai lavoratori in mobilità (5.500 soggetti); b) ai prosecutori volontari (12.000 soggetti); c) ai lavoratori cessati per accordi individuali o collettivi, licenziati individuali (8.800 soggetti); d) ai lavoratori in congedo per la cura di parenti disabili (1.800 soggetti). Ed estende inoltre la platea dei beneficiari anche ad una nuova categoria: e) i cessati da un rapporto di lavoro a tempo determinato (4mila soggetti).
Intervento che viene attuato, come già detto, attraverso 8.100 nuove posizioni da finanziarie e 24mila già finanziate ma non utilizzate. Si tratta nello specifico di 20mila posizioni derivanti dalla seconda salvaguardia che viene pertanto ridotta da 55mila a 35mila posizioni (con un intervento chirurgico sull'articolo 22, comma 1, lettera a) del Dl 95/2012 che riduce la capienza del contingente da 40mila a 20mila posti) e da 4mila posizioni rese disponibili nella quarta salvaguardia che vede ridursi la capienza del contingente dei cessati unilaterali da 6.500 posizioni a 2.500 (l'intervento opera sull'articolo 11, comma 2 del Dl 102/2013).
I profili di tutela individuati dalle lettere da b) a e) vedono allargarsi il vincolo della decorrenza al 6.1.2016; mentre con riferimento alla lettera a) si prevede la necessità di perfezionare il diritto a pensione entro la fruizione dell'indennità di mobilità ovvero entro i 12 mesi dalla scadenza della stessa mediante il versamento dei contributi volontari. Si ricorda tuttavia che il testo è un emendamento e pertanto potrà essere oggetto di modifiche in sede Parlamentare.
Zedde
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