Redazione

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Il Consiglio dei ministri ha approvato questa mattina il ddl concorrenza e i decreti attuativi del Jobs act. Stop all'articolo 18 ai nuovi assunti dal 1° marzo 2015. 

Kamsin Il Cdm ha dato il via libera definitivo ai due decreti attuativi del Jobs Act sul contratto a tutele crescenti e sulla nuova Aspi e l’ok preliminare al decreto legislativo sul riordino delle tipologie contrattuali. Nel provvedimento che modifica l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori sono compresi anche i licenziamenti collettivi (non sono state quindi ascoltate le richieste delle Commissioni lavoro di Camera e Senato). I testi ufficiali dei provvedimenti non sono tuttavia ancora stati resi noti.

L'abolizione dei contratti a progetto e dell'associazione in partecipazione e la rimodulazione delle altre tipologie contrattuali dovrebbero andare in vigore dal 2016. Per quest'anno - si apprende - sarà ancora possibile stipulare queste tipologie contrattuali, mentre dopo il 2016 sarà possibile stipulare cocopro solo con accordi sindacali.  Non sono stati varati gli attesi dlgs di attuazione della Delega fiscale, in assenza del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, impegnato oggi a Bruxelles per l'Eurogruppo sulla crisi greca.

Per quanto riguarda il disegno di legge sulla concorrenza il Premier ha ricordato che il provvedimento contiene liberalizzazioni su assicurazioni, telefonia, professionisti (in primis i notai) e le multe.  "Più che liberalizzazioni io direi Italia Semplice, tutela dei consumatori, è il tentativo di attaccare alcune rendite di posizione ed una sforbiciata sia perché riduciamo il gap tra chi gode di rendite e chi no e tentiamo di eliminare qualcosa di troppo. Agli imprenditori abbiamo tolto ogni alibi, a chi dice che assumere non è conveniente. È la volta buona, ora o mai piu'. Dopo un anno di governo non avremmo pensato di essere a questo punto", ha detto il Premier al termine della conferenza stampa.

Novità in arrivo su assicurazioni, telefonini e multe. Le annuncia Matteo Renzi e spiega: "voi ricevete una multa e c'è la riserva per Poste. C'è solo da noi Ungheria e Portogallo. Lo eliminiamo. Andremo un po' meno dal notaio perché si semplifica il sistema. Andremo con più serenità dai nostri professionisti".

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Quando ero al governo mi dissero: sei ministro e parlamentare, se l’ultimo giorno ti dimetti da deputato, la tua pensione viene ricalcolata e hai diritto a percepire 10mila euro lordi mensili, ovvero 6mila euro netti. Io ho rinunciato e sono andato in pensione con 2.350 euro netti, che sono il frutto di una carriera di 40 anni”. Lo ha detto Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera dei deputati, intervenendo al forum “Il futuro delle libere professioni e il ruolo delle Casse di previdenza” promosso dalla Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri, guidata da Luigi Pagliuca.

“La politica, in generale, ignora i problemi legati alla previdenza – ha aggiunto Damiano -, purtroppo non c’e’ sufficiente competenza. C’e’ molta superficialita’ sui temi che riguardano le Casse dei professionisti, perche’ sotto la spinta di una situazione difficile, in cui occorre far quadrare i conti, si tende a mettere mano dove si pensa che ci siano piu’ risorse, ma senza discernere”.

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Positivo il giudizio del presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati per il via libera al decreto legge milleproroghe: "sono state corrette alcune storture della Legge Fornero".

Kamsin Sul Milleproroghe, provvedimento sul quale oggi pomeriggio l'Aula della Camera darà il primo via libera, è stato conquistato un risultato importante per le partite iva per il quale abbiamo lungamente combattuto”. Ad ribadirlo, in una nota, è l'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati che ha lavorato intensamente alla soluzione della vicenda. "I temi pricincipali riguardano proprio i contribuenti minimi e le aliquote contributive per partite IVA, due questioni che hanno un elemento unitario nel riguardare almeno in parte gli stessi soggetti, ma hanno origine tematica diversa. Per i contribuenti minimi l'origine è la legge di stabilità; si è stanziato quasi 1 miliardo per ampliare l'area del regime forfettario, introducendo però significative modifiche al sistema, modifiche che hanno penalizzato alcuni, soprattutto giovani con partita IVA.

La proroga attraverso un emendamento Sottanelli del vecchio sistema come opzione – si può scegliere tra il nuovo e quello precedente sottolinea Damiano – sana questo errore della legge di stabilità. Diversa è la questione delle aliquote previdenziali: le normative in vigore prevedono un graduale adeguamento delle stesse che le porterebbe dal 27 per cento al 30 per cento nel 2015, poi al 31 per cento nel 2016 e al 32 per cento nel 2017.

La ratio in un sistema previdenziale e contributivo è quella di aumentare i contributi per avere pensioni più adeguate, un costo attuale che ha un ritorno in futuro. Tuttavia la crisi economica è pesante anche per questi lavoratori e, già nel 2014, si è mantenuta l'aliquota al 27 per cento anziché portarla al previsto 28 per cento, un salto di 3 punti in un anno – dal 27 al 30 per cento – sarebbe troppo elevato; si proroga il 27 per cento anche per il 2015, nel 2016 si va al 28 e nel 2017 al 29. È un costo elevato per la finanza pubblica, 120 milioni per ciascun anno, ma si è ritenuto di dover dare priorità a questa questione. Vi sono le firme di parlamentari di tutti i gruppi sugli emendamenti che, riformulati con il contributo determinante del Governo, sono stati approvati".

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A seguito della Determinazione commissariale n. 9 del 17 febbraio, il dott. Antonello Crudo, direttore della Direzione centrale Pensioni, assume l’incarico di Direttore generale facente funzioni a decorrere dal 16 febbraio 2015. E' quanto precisa una nota diffusa in giornata dall'Inps. Kamsin Crudo succede a Mauro Nori il cui mandato era scaduto il 31 dicembre dello scorso anno. Resta da capire se questa soluzione vada letta come un percorso di avvicinamento a quella definitiva, che vedrebbe quindi Crudo insediarsi con i pieni poteri alla guida della tecnostruttura Inps, o se invece si tratti di un assetto temporaneo in una situazione ancora di stallo.

La nomina dovrebbe ora accelerare il processo di transizione all'Inps in vista soprattutto delle importanti scadenze connesse all'attuazione dei provvedimenti del governo, che si aggiungono alle impegnativa attività ordinaria in tema di previdenza e di assistenza. Si va dall'avvio del cosiddetto bonus bebè, per il quale l'istituto è chiamato a raccogliere le domande dei genitori interessati (per i figli nati o adottati tra il primo gennaio di quest'anno e il 31 dicembre 2017) fino alla gestione della complessa operazione che permetterà ai lavoratori dipendenti che lo desiderano di trasferire nella propria busta paga i versamenti del Trattamento di fine rapporto. Poi ci sono le norme attuative del taglio alle pensioni d'oro, attuate con la legge di stabilità 2015, e lo stop alla penalizzazione su cui si attendono le disposizioni normative.

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Dovranno essere riesaminate d'ufficio le prestazioni dei lavoratori che hanno fruito dei congedi ai sensi della legge 124 del 2013 la cui decorrenza si colloca successivamente alla data del 6 gennaio 2015.

Kamsin Le prestazioni previdenziali dei lavoratori che hanno fatto domanda per fruire della quarta salvaguardia ma la cui decorrenza si situa oltre il 6 gennaio 2015 dovranno essere riesaminate d'ufficio dall'Inps per essere liquidate nella sesta salvaguardia. E' quanto ha comunicato il messaggio inps 9924/2014. "Le posizioni - ricorda la nota dell'Inps - per le quali il diritto alla pensione in salvaguardia ai sensi dell’art. 11 bis della legge n. 124 del 2013 (c.d. quarta salvaguardia) è già stato accertato, ma che non sono rientrati nel plafond numerico, saranno automaticamente trasferite e certificate nell’ambito della sesta salvaguardia, con la relativa modifica della prima decorrenza utile della pensione in salvaguardia; dovranno invece, essere riesaminate d’ufficio a cura delle sedi le posizioni per le quali il diritto alla pensione in salvaguardia ai sensi dell’art. 11 bis della legge n. 124 del 2013 (c.d. quarta salvaguardia) non è risultato accertato, in quanto la decorrenza si colloca oltre la data del 6 gennaio 2015."

Con successiva comunicazione sarà fornito alle sedi l’elenco dei lavoratori per i quali la domanda dovrà essere riaperta per la successiva trattazione.

L'istituto ricorda, peraltro, come già indicato nel messaggio inps 9305/2014 "che ai soggetti che, avendo presentato alla competente DTL domanda di accesso alla salvaguardia di cui all’art 11 bis della legge n. 124 del 2013 (c.d. quarta salvaguardia), sono in possesso di un provvedimento di accoglimento della stessa DTL, ma non hanno ricevuto la certificazione del diritto alla salvaguardia – in quanto esclusi dal contingente numerico – viene concesso di non presentare una nuova domanda per la c.d. sesta salvaguardia. Per tali soggetti l’Istituto provvederà d’ufficio al monitoraggio delle domande ed alla certificazione del diritto".

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