Mia mamma nata ad agosto nel 1952 , ha scelto di andare via da poste italianea novembre 2010; accettando un incentivo che le avrebbe permesso di arrivare ad agosto 2013 per poi percepire la tanto sospirata ormai pensione a settembre di questo anno. Qualche giorno fa ha ricevuto la seconda lettera inps alla quale si fa riferimento ad una terza . La domanda è: percepire la pensione ad settembre così come ai tempi della firma Diego
La risposta è positiva. I provvedimenti di salvaguardia varati consentono – tra l'altro – ai lavoratori cessati dal servizio a seguito di accordi individuali o collettivi di incentivo all'esodo di andare in pensione con le vecchie regole a condizione che la finestra di pensionamento si apra entro il 6.12.2013 (ora 6.1.2015). Per il primo contingente di lavoratori (65mila) l'inps sta inviando le lettere di certificazione della salvaguardia. La prossima comunicazione conterrà la data di decorrenza della pensione che dovrebbe essere – dai dati forniti – settembre 2013.
La clausola della mancata rioccupazione - sono nata 28 08 1957 ho iniziato a lavorare nel 1972 l azienda ci ha licenziato tutti ad aprile 2008. Ho fatto 3 anni di mobilità. nel 2009 ho avuto l'autorizzazione per pagare i contributi volontari.fine 2010 mentre ero in mobilità mi ha chiamato un azienda a lavorare un mese e mezzo a fine 2010 e un mese e mezzo inizio 2011.finito mobilità luglio 2011 e iniziato a pagare i volontari .primo versamento fatto 2 dicembre 2011 .a ottobre 2012 ho maturato 40 anni-dovevo essere salvaguardata e con un anno di finestra fine 2013 dovevo andare in pensione con le vecchie regole.ma non mi sanno dire se è cosi perchè ho lavorato,ma quando ho lavorato ero in mobilità e non ti puoi rifiutare.mi sembra questo non sia corretto .gradirei un vostro parere grazie -
Si ritiene che il vincolo della mancanza di rioccupazione non sia richiesto per i lavoratori di cui all'articolo 24, comma 14, lettera a) del Dl 201/2011 convertito con legge 214/2011: questa condizione non esiste infatti nè nel relativo decreto attuativo (Dm 1° giugno 2012) né nel messaggio inps 13343/2012.
Si fa presente, nel caso di specie, che i requisiti per la pensione non vengono però raggiunti entro la fruizione dell'indennità di mobilità (come richiesto dall'articolo citato), bensì a seguito dell'integrazione ottenuta con la prosecuzione volontaria della contribuzione. Ciò potrebbe significare che la fattispecie che regola il caso della lettrice sia quella contenuta nella terza salvaguardia (articolo 1, comma 231, lettera d) della legge 228/2012). La lettera citato salvaguarda infatti i lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione entro il 4 dicembre 2011 e collocati in mobilità ordinaria alla predetta data, i quali, in quanto fruitori della relativa indennità, devono attendere il termine della fruizione della stessa per poter effettuare il versamento volontario con perfezionamento dei requisiti utili a comportare la decorrenza del trattamento pensionistico entro 06.01.2015.
L'esodata attende la riforma Giovannini - sono nata il 7/2/54, ho lavorato come impiegata nel privato sino al 7/7/2009 data in cui sono andata in mobilità ordinaria per 4 anni, mobilità che andrà a scadere il 6/7/2013. A maggio 2013 maturo 35 di contributi. Da quello che ho capito non rientro in alcuna salvaguardia. Se non scelgo l'opzione donna (35+57 di età) quando andrò in pensione?,
Si conferma, secondo la legislazione vigente, l'impossibilità di entrare nel contingente dei "salvaguardati". La lettrice può in cambio usufruire dell'opzione donna con il raggiungimento di 57 anni di età e 35 di contributi come di recente ribadito nel messaggio inps 219/2013. In tal caso la prima finestra di uscita sarà giugno 2014 per effetto di 12 mensilità di finestra mobile. In caso contrario potrà andare in pensione di vecchiaia nel 2021 con il perfezionamento di 67 anni di età anagrafica.
Ricordo tuttavia che il governo dovrebbe varare la tanto attesa modifica sulle pensioni entro quest'anno: la riforma, secondo le indiscrezioni disponibili, consentirebbe alla lettrice di anticipare l'uscita di vecchiaia a 62 anni di età con una penalizzazione (oggi ancora non quantificabile).
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