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Riscatto laurea ante 1996 per dipendenti, artigiani e commercianti: esperienze e calcolo (con riserva matematica, simulatore INPS e programma CARPE)

08/11/2020 12:07 - 08/11/2020 12:21#71079 da Roberto61
Ti ringrazio per la precisazione. Io devo effettuare il calcolo del riscatto della laurea nel FPLD dato che riscattando tre anni potrei rientrare nel prossimo fondo di solidarietà quinquennale della Società in cui lavoro e quindi andare in pensione nel 2026.
E' possibile che l'estratto conto sia ancora fermo al mese di luglio?
In corrispondenza del mese di luglio appare la seguente nota " Sono presenti flussi Emens successivi al consolidamento" Suggerisci di chiedere all'Inps e scrivere al servizio Inps risponde?
Ti chiedo inoltre se, a tuo parere, per quanto riguarda l'accesso al programma CarPe attualmente con Pin e codice fiscale ritieni che, una volta scaduto il PIN, si potrà accedere con SPID? Grazie.
Saluti cordiali. Roberto

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08/11/2020 10:23#71077 da Domino
Roberto61, se per consolidamento della mensilità intendi l’accredito dei relativi contributi, non si può indicare una data precisa né fare ipotesi valide in tutti i casi.
Per quanto riguarda i contributi trimestrali da artigiano che io ho versato quest’anno tramite F24 li ho trovati nel mio estratto conto tra il 6 e il 13 del mese successivo al mio pagamento.
In particolare:
versamento 20/ 4, accredito 6/5
versamento 16/ 6, accredito 13/7
versamento 2/ 9, accredito 6/10

Aggiungo che se i contributi sono versati direttamente (come fanno appunto i lavoratori autonomi) dopo 7-10 giorni sono visibili anche in Fisconline, nel proprio cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate. A quel punto le informazioni sui pagamenti entrano nei cosiddetti flussi DEU dell’INPS.
I responsabili INPS di Anagrafica & Flussi della mia sede mi dicevano che ciò doveva essere sufficiente ai loro colleghi che si occupano di accogliere la domanda di riscatto, ma poi questi ultimi mi hanno invece riferito che non è vero perché la procedura di calcolo del riscatto richiede la presenza dei contributi nell’estratto conto (che equivale a dire che il pagamento presente nel flusso DEU viene consolidato nella posizione previdenziale).
Quando ero lavoratore dipendente mi sembra che l’accredito dei contributi avveniva entro metà del secondo mese successivo a quello di riferimento dello stipendio (quindi simile al tuo caso dicembre-metà febbraio)

P.S.
in questo post e nel mio precedente ho usato sigle (DEU, RISC08, ecc.) che ho appreso nelle mie ripetute interazioni con i funzionari INPS ma che, a quanto ho capito, sono a loro uso interno. Non è escluso, come capitato ad un mio amico a cui le avevo riferite, di sentirsi rispondere in modo scortese dalla loro sede INPS che “i contribuenti non possono pretendere i modelli RISC08, informazioni sui flussi DEU, ecc. e devono aspettare che i dati vengano trasmessi con i canali a loro dedicati.”
Quindi se vuoi indagare sui tuoi contributi chiedendo se sono nei flussi DEU fai attenzione (io invece sono stato fortunato, ho trovato funzionari gentili che mi davano anche i loro cellulari e mi aggiornavano chiamandomi di domenica sull’avanzamento delle pratiche …)
Ringraziano per il messaggio: Cometa

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07/11/2020 20:47 - 08/11/2020 06:09#71071 da Roberto61
Gent.mo Domino, ti ringrazio per la spiegazione dettagliata ed esaustiva. Ho provato a effettuare il calcolo del riscatto della laurea e ho ottenuto il valore in modo agevole e veloce. Non ci sarei mai arrivato senza il tuo post.
Colgo l’occasione per chiederti quanto tempo occorra per avere il consolidamento della mensilità nell’estratto INPS. Ho inoltrato la domanda di riscatto il 29 settembre 2020 e il conto assicurativo mi ha risposto che occorre tale consolidamento per il calcolo. A oggi sull’estratto appare la mensilità di luglio. In passato, in alcuni casi, la mensilità, ad es. di dicembre, era già presente a metà febbraio. Ancora grazie. Saluti cordiali. Roberto

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07/11/2020 16:22#71064 da Domino
Scrivo questo post per condividere le mie esperienze sul riscatto della laurea e sul calcolo del suo costo. Alcuni dettagli li avevo già forniti in altre discussioni ma qualche utente mi ha poi chiesto ulteriori informazioni e così ho deciso di fare un resoconto generale.

Anche se si fa riferimento ad una specifica esigenza (raggiungere i requisiti per Quota 100 con il minore onere possibile per colmare il gap contributivo) alcune considerazioni possono essere di interesse generale. Va però aggiunto che per le tempistiche di alcuni iter ogni sede INPS fa storia a sé.
Inoltre ci sono categorie di lavoratori per le quali il programma CARPE non può essere usato e il simulatore INPS fornisce stime solo per lauree che si collocano nel sistema contributivo.

Il resoconto, molto ampio, è suddiviso in diverse sezioni ma i concetti che vi sono contenuti sono comunque collegati, perciò se si vuole una completa comprensione dell’argomento trattato è opportuna una lettura integrale. Ovviamente può essere ignorata la sezione sull’avvio dell’attività da lavoratore autonomo (e le parti successive) se si è interessati solo alle modalità di calcolo del riscatto.

SITUAZIONE INIZIALE E DOMANDA DI RISCATTO NEL FPLD

All’inizio del 2019 avevo 34 anni di contributi (per servizio militare, lavoro nel settore privato, Naspi). Non ero occupato e il mio obiettivo era recuperare 4 anni di contributi per accedere a Quota 100 entro il 2021 quando avrei compiuto 62 anni.
Le ipotesi iniziali erano: versamenti volontari e/o riscatto del corso di laurea (1977-1981)
Con i versamenti volontari il costo risultava 28K / anno (33% degli ultimi 12 mesi di retribuzione), da integrare con due anni di riscatto laurea parziale perché non avevo 4 anni a disposizione.
Per ottenere un dato ufficiale ho presentato nel fondo lavoratori dipendenti FPLD la domanda di riscatto per due anni.
Avevo allegato il certificato di laurea fatto negli anni 80 ma la mia sede INPS ritardava la pratica dicendo che mancava la durata legale nel certificato. Ho reclamato evidenziando che la legge Bassanini impedisce di fornire certificati alle pubbliche amministrazioni che devono invece interagire tra loro.
A seguito di un contatto tra INPS e l’università la situazione si è sbloccata e dopo due mesi dall’invio la domanda è stata accolta. L’impiegato INPS mi ha fatto il favore di inviarmi via email il modello RISC08 (ad uso interno INPS) che fornisce tutte le informazioni (onere, beneficio, ecc.). Altrimenti, per conoscere il costo si deve aspettare il giorno successivo all’accoglimento, si accede al portale dei pagamenti e si scarica il bollettino per i versamenti. Per i riscatti l’accesso al portale si fa inserendo il numero di pratica (ammesso di averlo saputo dall’impiegato INPS) o tramite PIN; nel mio caso l’accesso tramite PIN ha permesso di accedere al bollettino solo dopo diversi giorni, mentre con il numero di pratica (che conoscevo) l’ho scaricati subito. La scadenza per il pagamento (90 giorni a partire dal mese successivo) non è vincolante e si possono quindi inoltrare altre domande. Dopo 20 giorni dall’accoglimento ho trovato la comunicazione ufficiale nella cassetta postale online e dopo altri 10 giorni l’ho ricevuta anche per raccomandata.
Il costo è risultato pari a 55 K per due anni, ovvero 27K / anno e ho concluso che i versamenti volontari erano più onerosi.
Tramite il simulatore INPS avevo inoltre verificato che 4 anni di riscatto sarebbero costati circa 110K.
L’importo era rilevante ma avrei potuto recuperarlo andando in pensione a 62 anni e non a 67 anni e 9 mesi (data della mia pensione di vecchiaia). Avevo perciò deciso di chiedere il riscatto laurea nel FPLD nella primavera del 2021, pagare 110K, compiere 62 anni e accedere infine a Quota 100.
Aggiungo che lo scorso anno non era ancora emersa la possibilità del riscatto agevolato (poi resa nota a gennaio 2020 con la circolare INPS 6/2020) con un costo di 5.264€ / anno ma con l’obbligo del regime contributivo.

VALUTAZIONI DI ALTRE GESTIONI PER IL RISCATTO

Un ex collega mi suggerì di approfondire la possibilità di riscatto laurea in altre gestioni previdenziali.
Ho scartato subito la Gestione Separata perché non consentiva il riscatto della laurea conseguita prima del 1996.
Riguardo alla gestione Artigiani & Commercianti diversi patronati (incompetenti) mi dissero che con un basso reddito da lavoratore autonomo avrei penalizzato la quota retributiva costruita con il mio precedente lavoro da dipendente. Ma su questo forum e da altri fonti ho capito che non rischiavo nulla.
Sapevo che dopo aver versato i primi contributi da autonomo avrei potuto chiedere il riscatto nelle gestioni artigiani (ART) o commercianti (COM) ma non ero invece riuscito ad avere alcuna conferma, basata su esperienze dirette, che il costo di riscatto laurea come artigiano o commerciante sarebbe stato inferiore al costo nel FPLD.
E il simulatore INPS non offre la possibilità di calcolare il costo in una gestione in cui non sono ancora presenti i contributi.
Ho iniziato così a studiare il programma CARPE e la riserva matematica (su cui si basa il riscatto laurea ordinario ante 1996).
Il primo test è stato confrontare 4 valori in caso riscatto nel FPLD: il dato ufficiale dell’INPS, quello che si poteva avere con il simulatore, il calcolo manuale con la riserva matematica e i dati di CARPE.
Avendo ottenuto risultati simili sono passato alla fase successiva: la stima del riscatto laurea in ART pur non avendo ancora versato i contributi da lavoratore autonomo. Tale stima era indispensabile per valutare se poi intraprendere l’avvio dell’attività da lavoratore autonomo.

CALCOLO CON CARPE NEL FPLD (PRIMO METODO: USO DELLA FUNZIONE RISC/RICO)

Si importa in CARPE il file con l’estratto conto scaricato dal fascicolo previdenziale (con estensione E1), pulsante AGO, posizionandosi nel tab P.Mista diventa disponibile la funzione Risc/Rico tra le voci nel menù, si seleziona Riscatto Laurea e appare un pannello.
Se i contributi sono presenti soltanto nel FPLD viene data solo per questo fondo la possibilità di inserire il totale di settimane da riscattare (nella sezione “Ctr. da riscattare”).
Nel mio caso, per calcolare l’onere di riscatto per 4 anni, ho inserito 208 settimane nel campo “Al 1992”.
Se con il riscatto si arriva al pensionamento anticipato (o ci si avvicina) appare il messaggio “Manca Descrizione Richiesta”. In tal caso è obbligatorio barrare la casella “Raggiunge diritto pensione ?”
Si ricava così il costo del riscatto (Totale Onere, che corrisponde alla riserva matematica) e l’incremento annuale (Totale Beneficio).
Viene mostrata anche la formula del calcolo in cui appare il “Coef. Attuariale”. Tale coefficiente dipende da 3 fattori: età, sesso e situazione personale (individuo in condizione attiva o che raggiunge la pensione grazie al riscatto). Questi coefficienti, pubblicati in un decreto del 2007, si trovano anche in varie tabelle disponibili su internet.
A questo post è allegato un file con i valori dei coefficienti (si applicano ai lavoratori dipendenti ma furono poi estesi anche agli autonomi). Ad esempio (dalla Sezione 3 VM-VF a pag. 13) per gli uomini che raggiungono la pensione tramite il riscatto il coefficiente vale: 17,8904 (a 61 anni) e 17,2890 (a 62 anni). Per le donne: 20,6289 (a 61 anni) e 20,0099 (a 62 anni).
Il limite di questo metodo è che non consente di stimare l’onere in una gestione in cui non sono presenti i contributi, quindi si comporta in modo simile al simulatore INPS.
Ma il simulatore messo a disposizione dall’INPS non chiede di specificare se si raggiunge o meno la pensione con il riscatto (perché applica un suo algoritmo) e non sempre fornisce gli stessi risultati di CARPE; inoltre per alcuni fondi previdenziali esegue il calcolo solo per una laurea post 1996 e a volte non funziona affatto (ad esempio con storie contributive molto frammentate).

CALCOLO CON CARPE NEL FPLD (SECONDO METODO: INCREMENTO DELL’ANZIANITA’)

Dopo aver importato l’estratto, nel tab P.Mista si prende nota del valore della quota retributiva della pensione, poi nel tab Anz il valore che mostra le settimane di contributi reali nella riga Al 1992 e nella colonna FPLD va aumentato del numero di settimane pari al periodo da riscattare, si torna nel tab P.Mista e si annota il nuovo valore della quota retributiva.
La differenza tra i due valori fornisce il beneficio pensionistico mensile conseguente al riscatto in FPLD. Moltiplicando questa differenza x 13 mesi si ottiene il beneficio totale o riserva matematica.
Per ottenere l’onere del riscatto la riserva matematica va moltiplicata per il coefficiente attuariale già descritto sopra. Con questo approccio il coefficiente va però recuperato per proprio conto e si arriva comunque allo stesso risultato del primo metodo. Questo secondo metodo viene qui descritto perché è l’unico citato nel manuale ufficiale attualmente disponibile per CARPE. Il manuale è infatti obsoleto, è relativo alla versione 5.05 (ora siamo oltre la V.7) e il riferimento al riscatto di laurea si trova a pag. 37 di 54, mentre non c’è alcun cenno alla funzione Risc/Rico descritta nel primo metodo.

CALCOLO CON CARPE NELLE GESTIONI ART O COM (TERZO METODO: SIMULAZIONE DI VERSAMENTO DEI CONTRIBUTI E INCREMENTO DELL’ANZIANITA’)

Si potrebbe pensare di usare il secondo metodo per incrementare nel tab Anz non i contributi reali nella colonna FPLD ma i contributi nella colonna ART (o COM) inserendovi le settimane da riscattare, ma questo approccio non funziona quando la colonna dei contributi non include alcuna settimana, quindi non si vede nessun incremento della quota retributiva ART nel tab P.Mista. Per ovviare a questo problema si deve fare un’operazione preliminare, andando nel tab Rtr.Anz (o Rtr.Com), pulsante Aggiungi, Anno 2020, Mesi 3 (non inserire alcun valore per la Retribuzione), pulsante Registra. Vengono così registrate 13 settimane con una retribuzione di 3.988,25€ (basata sul valore di riferimento per il minimale di reddito che INPS assume pari 15.953€ nel 2020): in questo modo si è simulato il pagamento di un trimestre di contributi come artigiano.
Si torna nel tab Anz, si verifica nella colonna ART la presenta di 13 settimane nella riga Dal 2012 e si inseriscono nella riga Al 1992 le settimane da riscattare, poi nel tab P.Mista si annota il valore della quota retributiva ART che rappresenta il beneficio pensionistico mensile; tale valore va moltiplicato per 13 e per il coefficiente attuariale (se lo si conosce), ottenendo così quello che potrebbe sembrare il costo del riscatto nella gestione artigiani. Come alternativa più semplice, anziché usare questo approccio (con tab Anz, P.Mista, ecc,), dopo aver registrato 3 mesi di contributi in ART diventa disponibile la funzione Risc/Rico (descritta nel primo metodo) anche per inserire le settimane da riscattare nella GS.ART. Ad esempio, inserendo 52 settimane Al 1992 si ottiene un Totale Onere di 5.707€, sensibilmente inferiore all’onere di riscatto in FPLD già calcolato. Ma in realtà il costo ottenuto in questo modo non è corretto e, per quanto basso, è sovrastimato e va utilizzando il quarto metodo descritto di seguito. La sovrastima è dovuta al fatto che viene preso come riferimento il minimale di reddito attuale (15.953€ nel 2020) e non il minimale negli anni del corso di laurea (molto più basso).

CALCOLO CON CARPE NELLE GESTIONI ART O COM (QUARTO METODO: REGISTRAZIONE DEGLI ANNI DA RISCATTARE)

Per avere una stima esatta del costo di riscatto laurea nella gestione artigiani (o commercianti), si va nel tab Rtr.ART (o Rtr.COM), pulsante Aggiungi, Anno: indicare un anno del corso di laurea da riscattare (ad esempio 1980), Mesi 12, pulsante Registra. Vengono così registrate 52 settimane (ad esempio con il 1980 appare una retribuzione di 1.862,40€, pari al minimale di reddito che l’INPS aveva definito nel 1980). Si deve ripetere questa operazione aggiungendo tutti gli anni da riscattare (ad esempio 1981, 1982, ecc.), eventualmente con una frazione in mesi se non si vuole riscattare un anno intero. Alla fine risultano registrati (con retribuzioni di valore crescente negli anni) tutti i periodi da riscattare.
Nel tab P.Mista si annota la quota retributiva ART che rappresenta il beneficio pensionistico mensile; tale valore va moltiplicato per 13 e per il coefficiente attuariale, ottenendo così il costo esatto del riscatto nella gestione artigiani (idem per i commercianti). Tale costo risulta minore di quello calcolato con il terzo metodo e inferiore al costo con il riscatto agevolato (che impone il regime contributivo), nonché sensibilmente più basso del riscatto nel FPLD.
Nel mio caso, rispetto ai 110K del FPLD, con questo metodo ho verificato in CARPE che il costo di riscatto nella gestione artigiani per 4 anni di laurea tra il 1977 e il 1981 sarebbe stato 11K (mentre con il riscatto agevolato avrei pagato 21K e, per effetto del regime contributivo, avrei avuto un importo lordo della pensione inferiore di 700€ / mese).
Ovviamente l’incremento della pensione sarà inferiore ma il risparmio nell’onere di riscatto è tale per cui io dovrei superare i 105 anni di vita per pareggiare il bilancio economico tra minore onere per riscatto in ART (con pensione inferiore) e maggiore onere per riscatto in FPLD (con pensione maggiore), senza contare la necessità di dover investire un importo elevato.

CRITERI DI CALCOLO DELLA RISERVA MATEMATICA

Come già scritto, l’onere del riscatto si ottiene moltiplicando la riserva matematica per il coefficiente attuariale e la riserva matematica può essere calcolata manualmente partendo dalla RMS (Retribuzione Media Settimanale rivalutata) come indicato anche nel sito:
www.pensionioggi.it/dizionario/riserva-matematica
Per i lavoratori dipendenti la RMS si basa sugli ultimi 5 anni di retribuzione mentre per i lavoratori autonomi vanno considerati i redditi negli ultimi 10 anni.
Ma anche senza valutare effettivamente il valore della RMS, da un punto di vista concettuale è proprio quest’ultima considerazione che spiega perché per un lavoratore dipendente “senior”, con una lunga storia contributiva, il costo del riscatto è molto elevato e invece diventa esiguo per un lavoratore autonomo “junior”, con pochi mesi di contributi.
Infatti il lavoratore dipendente ha in genere una RMS più elevata negli ultimi 5 anni (rispetto all’inizio della sua carriera) mentre il lavoratore autonomo che ha appena iniziato la sua attività ha solo pochi mesi di reddito e per “riempire” i 10 anni della sua RMS potrà includere solo i pochi anni i cui redditi sono i valori dei minimali assunti dall’INPS negli anni di riscatto.
In termini ancora più semplici, per un lavoratore dipendente (di lunga data) la RMS è riferita a retribuzioni annuali di alcune decine di migliaia di euro all’anno (o più), mentre un lavoratore appena diventato autonomo ha una RMS basata su minimali di reddito che valgono, ad esempio, 1.862€ (per il 1980). Infatti la RMS per un neo lavoratore autonomo “aggancia”, in termini di storia reddituale, anche i minimali di redditi negli anni da riscattare perché non trova altri redditi “recenti”, ma questi importi sono molto bassi e ciò si riflette nella differenza dei costi di riscatto laurea nel FPLD e nelle gestioni ART e COM.
Non ho trovato patronati e consulenti INPS in grado di fornire questa spiegazione analitica sul fatto che la riserva matematica per un neo lavoratore autonomo tiene conto dei minimali di reddito negli anni di riscatto. Io ci sono arrivato dopo aver usato i metodi di calcolo con CARPE e confrontando poi i risultati con il dato ufficiale avuto dall’INPS quando è stata accolta la mia domanda.

AVVIO DELL’ATTIVITA DA LAVORATORE AUTONOMO E ISCRIZIONE ALLA GESTIONE ARTIGIANI & COMMMERCIANTI

Dopo aver verificato che il risparmio nel costo di riscatto giustifica l’avvio di un lavoro autonomo si deve decidere quando iniziare, in base ai propri obiettivi temporali. Se la scelta è tra fine anno e l’inizio dell’anno successivo conviene la seconda opzione, così si evita di fare una dichiarazione dei redditi da lavoro autonomo per il breve periodo che arriva a fine anno (necessaria anche in assenza di fatturato).
Prima dell’iscrizione nella gestione INPS per artigiani e commercianti vanno eseguite alcune attività e ci si può rivolgere a intermediari e consulenti o fare tutto da soli.
In questo secondo caso, i passi da compiere sono:
dotarsi di PEC e firma digitale
iscrizione al Registro Imprese e al servizio Telemaco (con trasmissione di pratiche telematiche)
accesso alla procedura Comunica Starweb e invio della pratica.
Grazie a Comunica Starweb con la compilazione di una sola pratica si avviano in parallelo tutte le attività: iscrizione al Registro Imprese, richiesta di P.IVA, iscrizione all’INAIL e all’albo degli artigiani (entrambe necessarie per gli artigiani), iscrizione all’INPS.
Per conoscere Comunica Starweb e acquisire familiarità con questa procedura è indispensabile leggere la guida sul relativo sito ed è consigliato un training tramite un corso online gratuito (disponibile al sito elearning.infocamere.it/login/index.php); è opportuno anche approfondire altri aspetti quali la fiscalità delle ditte individuali, le P.IVA con regime forfettario e i codici ATECO da utilizzare per la propria attività. Per me, venendo da un lavoro dipendente, tutto questo era una materia sconosciuta, ma con due settimane di studio (grazie solo alle informazioni reperibili su internet) si apprendono i concetti per operare in modo autonomo, anche se resta sempre possibile affidarsi ad un consulente.
Per la dichiarazione dei redditi, da fare nell’anno successivo all’apertura dell’attività, si dovrà usare il modello Redditi (non il 730) con l’ausilio di un commercialista o operando per contro proprio scaricando i programmi dell’Agenzia delle Entrate (Desktop telematico, File Internet, ecc.).
Tutto ciò è più complicato a descriverlo che a farlo.
L’importante è scegliere con cura il codice ATECO che caratterizza la propria attività da artigiano o commerciante. E’ artigiano un falegname o chi fa mestieri simili che richiedono locali e macchinari ma gli artigiani sono anche altro: basta analizzare l’elenco dei codici Ateco per trovare facilmente un’attività che può ricollegarsi al precedente lavoro dipendente oppure ad un hobby o a un interesse personale.
Ad esempio è un artigiano chi si occupa di siti web, l’unico macchinario che deve dichiarare quando apre la sua attività è un PC e non ci sono altri requisiti. E anche emettere poi qualche fattura per il servizio offerto diventa quindi abbastanza facile (oltretutto ci possono essere varie semplificazioni quali l’esenzione della fatturazione elettronica, l’assenza di registri contabili, ecc.).

Come commerciante i requisiti potrebbero essere più complessi (corsi professionali, esperienze pregresse, ecc.) e diventa inoltre più difficile emettere fatture verso i committenti se non si opera in determinati settori.
Riguardo alle tempistiche alcune possono dipendere da vari fattori (Camere di Commercio delle singole province, ecc.). Dopo l’invio della pratica con Comunica Starweb l’apertura della P.IVA è immediata (un’ora) e l’iscrizione al registro delle imprese abbastanza veloce (2 giorni). L’iter di iscrizione all’INAIL come artigiano richiede un paio di settimane per il suo completamento. Per l’iscrizione all’albo degli artigiani i tempi possono essere brevi o richiedere fino a un paio di mesi, dopodiché è la stessa Camera di Commercio che chiede all’INPS l’iscrizione nella gestione artigiani (o commercianti). L’INPS invia infine per raccomandata (e nella cassetta postale online) la conferma di iscrizione come Titolare d’impresa e così si può accedere al proprio Cassetto Previdenziale Artigiani & Commercianti.
In tale cassetto, nella “Posizione Assicurativa – Dati del modello F24”, verranno poi resi disponibili i modelli F24 per pagare i contributi (in genere ciò accade nella seconda metà di aprile per le imprese già note all’INPS entro inizio marzo).
Una volta pagata la prima rata dei contributi diventa possibile chiedere il riscatto laurea anche nella gestione ART (o COM). E con il simulatore INPS si può calcolare il relativo onere, verificando eventualmente se si ottiene una stima simile a quella ottenuta con CARPE (quarto metodo).

CONTRIBUTI PREVIDENZIALI E REDDITO DI ARTIGIANI E COMMERCIANTI

Ci sono due categorie di contributi per gli artigiani e i commerciati: contributi sul minimale di reddito (959,04€ a trimestre nel 2020) e sul reddito eccedente il minimale (assunto pari a 15.953€ nel 2020).
I contributi sul minimale vanno versati anche in caso di reddito nullo e questo potrebbe far venire l’idea di aprire una P.IVA esclusivamente per pagare qualche rata di contributi, chiedere il riscatto laurea e non emettere alcuna fattura.
Dal punto di vista fiscale l’Agenzia delle Entrate non solleva alcuna questione se si apre una P.IVA e dopo alcuni mesi o un anno la si chiude senza aver emesso fatture.
Ma dal punto di vista previdenziale, riguardo alle fatture da emettere, due patronati mi hanno detto (cito testualmente): “ci potrebbero essere verifiche ispettive da parte dell’INPS per valutare eventuali forme di elusione e anche se, a rigore, non dovrebbe esserci l’obbligo di generare reddito e produrre fatture potrebbe essere opportuno emetterne qualcuna, sia pure in modo limitato”.
Vale quindi la pena di seguire questo suggerimento e quindi è importante scegliere un codice ATECO coerente con l’attività che si intende svolgere e che offre la possibilità di emettere alcune fatture.

Anche se le P.IVA in regime forfettario possono beneficiare della riduzione del 35% dei contributi INPS (pagando quindi circa 623€ e non 959€ per i versamenti trimestrali sul minimale di reddito) tale beneficio non va richiesto perché altrimenti l’INPS accredita il 65% del periodo (cioè 1 mese anziché 3 mesi o 7 mesi anziché un anno) e ciò ostacola la domanda di riscatto laurea, come spiegato di seguito.

C’è un altro punto su cui prestare attenzione.
Le scadenze per il versamento delle 4 rate trimestrali dei contributi di artigiani e commercianti sul minimale di reddito cadono a metà dei mesi di maggio, agosto, novembre e febbraio (dell’anno successivo). Se si eseguono i pagamenti a ridosso delle suddette scadenze si rischia di far allungare i tempi per ottenere dall’INPS il calcolo dell’onere del riscatto.
Infatti l’INPS esegue il calcolo soltanto se risultano versati tutti i contributi fino al mese in cui si presenta la domanda. Se ciò non accade la pratica viene bloccata finché non vengono accreditati i contributi richiesti.
Lo scorso maggio io avevo chiesto il riscatto dopo aver versato unicamente la prima rata trimestrale dei contributi. Dalla mia sede INPS ho poi saputo che la domanda era sospesa perché risultavano accreditati nell’estratto solo 3 mesi e invece ne servivano 5. Perciò ho versato a inizio giugno la seconda rata (anziché aspettare metà agosto), a inizio luglio ho trovato 6 mesi di contributi nell’estratto e, dopo varie pressioni sulla mia sede INPS, la domanda è stata accolta a metà luglio.

PAGAMENTO DEL COSTO DEL RISCATTO E ACCREDITO DEI CONTRIBUTI

Una volta accolta la domanda di riscatto, dal portale dei pagamenti ho scaricato il bollettino e ho potuto verificare che l’onere di 11K era identico a quello che avevo calcolato con CARPE (quarto metodo).

Ho eseguito il versamento e trascorsa un settimana ho trovato l’accredito dei periodi riscattati. Da notare che se si effettua subito il versamento o comunque prima dell’inizio del mese successivo all’accoglimento della domanda potrebbe accadere che non parta in automatico la raccomandata con la comunicazione ufficiale e che non venga inserita nella cassetta postale online (in tal caso va richiesta alla sede INPS se la si vuole).

Dall’invio della pratica con Comunica Starweb (a inizio gennaio) all’accredito del riscatto laurea sono trascorsi circa 6 mesi. Ma i tempi possono essere inferiori, ad esempio se si ha l’urgenza di fare domanda per Quota 100, perché si potrebbero fornire nella domanda i riferimenti del riscatto senza aspettare che sia accreditato nell’estratto conto.

Nell’estratto conto, per i contributi da lavoro autonomo, si trova scritto: “Contributi accreditati in base ai versamenti effettuati: sono pienamente utilizzabili se il reddito corrisponde a quello fiscalmente accertato”.
Con tale nota INPS informa il contribuente che dovrà attendere i dati che gli comunicherà l’Agenzia delle Entrate con la dichiarazione dei redditi. Solo in tal modo l’INPS potrà verificare se c’è stato un reddito superiore al minimale e, in tal caso, se sono stati versati anche i relativi contributi, oltre a quelli sul minimale di reddito.
Ad esempio, solo quando verrà trasmessa la dichiarazione dei redditi 2020 (entro l’autunno 2021), l’Agenzia delle Entrate potrà poi inviarne i dati all’INPS (e ciò accadrà dal 2022 in poi).
Ma la domanda di pensione sarebbe comunque accolta senza attendere il consolidamento dei dati fiscali e se da tale consolidamento dovesse poi emergere un difetto di contribuzione l’INPS chiederà di sistemare la propria posizione (con un versamento integrativo o altro).

CHIUSURA DELL’’ATTIVITA DA LAVORATORE AUTONOMO E INOLTRO DELLA DOMANDA DI PENSIONE

La chiusura dell’attività si fa sempre con la procedura Comunica Starweb e anche in questo caso basta compilare una sola pratica per avviare tutte le attività (cessazione P.IVA, comunicazione all’INPS, eventuale chiusura della posizione INAIL, ecc.).

In presenza di contributi sia nel FPLD che nelle gestioni artigiani e commercianti la domanda di pensione va fatta selezionando la gestione e il fondo associati a quest’ultimi. Se comunque non si fa questa selezione, stando almeno a quanto mi fa riferito la mia sede INPS, la domanda non è respinta ma viene corretta in fase di elaborazione e la successiva liquidazione avviene con i codici VOART per gli artigiani e VOCOM per i commercianti. Una conferma di tutto ciò si può avere dai patronati più competenti o chiedendo una consulenza alle sedi INPS a patto di riuscire a contattare i responsabili più esperti dello sportello Pensioni.

CONCLUSIONI

Aprire una attività con una P.IVA da artigiano o commerciante esclusivamente per beneficiare di un costo inferiore per il riscatto laurea è un’operazione utile se si è vicini ad un pensionamento anticipato.
Ma quanto scritto resta valido anche per un lavoratore dipendente che non ha questo obiettivo immediato e sta valutando se procedere con il riscatto agevolato. In tale situazione non c’è alcuna urgenza nel dover prendere una decisione, infatti sia per il riscatto agevolato che per l’eventuale futuro riscatto come autonomo il fattore tempo non è rilevante perché i relativi costi non dipendono dall’incremento della retribuzione da dipendente (che invece fa aumentare il riscatto nel FPLD).

L’approccio da me descritto non è noto a tutti patronati e quindi spesso non viene suggerito neanche a chi, svolgendo da qualche anno un lavoro autonomo dopo la cessazione del lavoro dipendente, potrebbe richiedere semplicemente un riscatto poco oneroso come autonomo e invece non lo fa perché è convinto (erroneamente) che “chiedere un riscatto in tarda età costa molto” e invece non sa che quel che conta non è l’età reale ma l’anzianità contributiva nella singola gestione previdenziale.

Un’ultima annotazione riguarda i costi sostenuti. Nel mio caso, rispetto a 110 K che avrei dovuto versare per una laurea da riscattare nel FPLD, ho pagato invece 11K di riscatto nella gestione artigiani, a cui vanno sommati poco più di 3.800€ di contributi INPS sul minimale di reddito e circa 300€ di spese varie (firma digitale, diritto camerale, assicurazione INAIL, bolli e diritti di segreteria per la Camera di Commercio). Se ci si rivolge a intermediari, consulenti e commercialisti per la gestione delle attività da lavoratore autonomo vanno aggiunti i relativi costi.

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Ringraziano per il messaggio: cochise, maurc, Over, Minerva, CaterinaL, Cometa

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