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Riscatto laurea ante 1996 per dipendenti, artigiani e commercianti: esperienze e calcolo (con riserva matematica, simulatore INPS e programma CARPE)

29/01/2021 19:50#72331 da Domino

Joel000 ha scritto: Credo che la cosa non sia conveniente valutando i costi del riscatto e i benefici pensionistici che potrebbe avere (ha già maturato il requisito per la pensione di vecchiaia)


Per la situazione che è stata descritta direi proprio che non conviene procedere con il riscatto.

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26/01/2021 18:48#72284 da Joel000
Buonasera a tutti, scusatemi nel caso in cui il mio quesito è stato già trattato. Mi hanno chiesto di valutare la possibilità di accedere al riscatto laurea agevolato per una persona i cui anni di studio sono situati tra il 1973 e il 1976 e che prima del 1995 ha 12 anni di anzianità contributiva (è sempre stata lavoratrice dipendente privata). Credo che la cosa non sia conveniente valutando i costi del riscatto e i benefici pensionistici che potrebbe avere (ha già maturato il requisito per la pensione di vecchiaia). Vorrei una conferma da voi che siete più esperti. Grazie

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23/01/2021 19:07#72208 da Domino
Ciao Cometa, per citare il sommo poeta, a proposito di alcuni patronati dovremmo dire: “non ragioniam di loro ma guarda e passa”.

Non tutti i patronati sono incompetenti ma spesso dimostrano di esserlo nelle situazioni più complesse. Se devono fornire assistenza su pratiche molto semplici il danno che possono causare, se va bene, si limita a chiedere qualche documento che è invece superfluo.
Ma se vengono coinvolti per una consulenza in cui vanno valutate diverse opzioni, con un’analisi costi/benefici, il rischio di essere messi fuori strada è elevato. E’ quanto accaduto a me e altri ex colleghi quando abbiamo chiesto delle consulenze su come colmare il gap contributivo per poi accedere a varie forme di pensione anticipata.
Molti patronati rispondevano che lavorando come artigiani o commercianti si sarebbe penalizzata la quota retributiva della futura pensione. E quando ho parlato della possibilità di avviare un lavoro autonomo per riscattare a basso costo la laurea mi guardavano come se farneticassi.
Ho ignorato tutto ciò, ho deciso di andare avanti e i risultati hanno poi dimostrato che avevo ragione. Ho voluto creare questa discussione pensando che fosse opportuno condividere le esperienze fatte appunto perché i patronati non sono in grado di dare supporto su questi argomenti.

Riguardo all’impossibilità di valutare il costo del riscatto in gestioni senza contributi, io sono invece riuscito a fare la simulazione con i criteri descritti nel post iniziale ottenendo un importo di 11.323€ e poi ne ho pagati 11.374€. Solo 51€ in più rispetto alla stima. Non male per essere un calcolo privo di fondamento.

Quando un patronato dice che un calcolo è impossibile si può provare a fare come il calabrone: tutti dicono che è impossibile che voli in base alle leggi della fisica, ma lui non lo sa e vola.

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23/01/2021 14:45#72190 da Cometa
Ciao Domino, per chiedere l’apertura della mia ditta individuale artigiana mi sono rivolta a un centro servizi che offre consulenza in vari campi (lavoro, fisco, ecc.). Abbiamo condiviso il codice Ateco da usare ed è stata eseguita l’iscrizione al registro imprese, ma voglio riferire quello che mi è poi accaduto. Visto che fornivano anche assistenza previdenziale ho iniziato a parlare con una persona addetta al patronato, non per chiedere supporto ma per raccontare ciò che stavo facendo in base alle indicazioni avute in questo forum.
Dopo pochi minuti questa persona ha espresso in modo arrogante vari giudizi negativi su chi legge i forum sulle pensioni, ritenendoli pieni di informazioni false. E ha detto che è impossibile eseguire il calcolo del riscatto della laurea nelle gestioni in cui non sono ancora presenti i contributi.
Io ricordavo che in questa discussione è stato allegato un documento con tutti i conteggi basati sulla riserva matematica ma quando gliene ho parlato sembrava non capirci nulla e trovandosi in difficoltà ha detto che si trattava probabilmente di un calcolo privo di fondamento.
Non immaginavo che i patronati potessero essere cosi incompetenti e arroganti. Chi si rivolge a loro sa i rischi che corre quando chiede una consulenza?

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22/01/2021 14:21 - 22/01/2021 14:22#72160 da Domino
Nel post iniziale di questa discussione ho fornito alcune informazioni operative su alcuni aspetti delle attività di artigiani e commercianti (iscrizione al Registro Imprese, ecc.) perché ritenevo che potessero essere utili a chi voleva iniziare tali attività, al fine di chiedere poi il riscatto della laurea con costi ridotti o semplicemente per completare la propria contribuzione previdenziale.
Non potevo dilungarmi su specifici punti ma avevo segnalato l’importanza della scelta del codice Ateco, aggiungendo che mi erano state necessarie un paio di settimane per approfondire varie tematiche e diventare autonomo nei passi successivi, che si possono però far svolgere a intermediari (consulenti e commercialisti) nei casi più complessi o quando non ci si vuole far carico dei vari iter.

Per rispondere alle domande fatte negli ultimi post e in altre discussioni, anche se ciò va oltre l’ambito pensionistico di questo forum, provo a fornire ulteriori informazioni raccolte in base alla mia esperienza, senza la pretesa di coprire gli argomenti in modo esaustivo e suggerendo comunque di far sempre riferimento ai canali ufficiali (Camere di Commercio, Agenzia delle Entrate, ecc.) e di rivolgersi a intermediari qualificati nei casi dubbi o se la materia risulta troppo ostica per poter essere affrontata da soli.

SCELTA DEL CODICE ATECO

I codici Ateco sono numerosi e la loro descrizione a volte è confusa, però utilizzando ad esempio le “Note di esclusione” (sul sito di Infocamere) si riesce a valutare se la scelta fatta è corretta o se va modificata. La descrizione dell’attività per un codice Ateco deve essere coerente non solo con il lavoro che si intende svolgere ma anche con la tipologia delle prestazioni che verranno dettagliate nelle fatture emesse.
Il codice Ateco non indirizza in modo univoco la gestione previdenziale del lavoratore, ma in genere non è complicato distinguere se si tratta di un artigiano o di un commerciante, mentre esistono aree di sovrapposizione (naturali o forzate) con il libero professionista che si iscrive alla gestione separata.
Anche in documenti ufficiali capita di leggere “iscrivibile nel Registro delle Imprese solo se esercitata in forma imprenditoriale”, il che significa tutto e niente. Quindi accade che alcuni codici Ateco sono validi sia per un libero professionista che, ad esempio, per una ditta individuale.
E spesso si illustrano criteri privi di fondamento: è falso dire che associando la propria abitazione alla sede legale si è liberi professionisti mentre si è artigiani se ci sono locali dedicati e macchinari costosi (infatti si può essere artigiani anche avendo a casa solo un computer).
Accade anche che il lavoratore (o il commercialista che lo consiglia) scelga un codice Ateco con il successivo obiettivo di iscriversi ad una gestione previdenziale diversa da quella che sarebbe più naturale da utilizzare ma se la sovrapposizione dei ruoli è comunque legittima non ci sono problemi.
Un codice Ateco con una descrizione in cui è indicata una professione consulenziale non è in genere compatibile con l’attività di artigiano. Infatti nella legge quadro dell’Artigianato (443/1985) è scritto che “è' artigiana l'impresa che abbia per scopo prevalente l'attività di produzione di beni o di prestazioni di servizi…”. E’ quindi sul concetto di “servizi” (e non di una esplicita consulenza) che si potrebbe fare leva per verificare se il proprio lavoro è riconducibile a quello di un artigiano, in alternativa al commerciante o al libero professionista.

CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITA’ DA PARTE DELL’INPS E DELLE CAMERE DI COMMERCIO

Il manuale di classificazione dei datori di lavoro pubblicato dall’INPS dovrebbe fare chiarezza sulla corrispondenza tra codici Ateco e tipologia del lavoro autonomo, ma così non è.
Infatti il Codice Statistico Contributivo (CSC), creato dall’INPS per definire l’inquadramento dell’attività, a volte è più confuso del codice Ateco. La prima cifra del CSC indica il settore, ad esempio: 1 Industria, 4 Artigianato, 7 Terziario (che include Commercio, Servizi e Professioni) e questo porterebbe a pensare che un artigiano ha un codice Ateco con un CSC che inizia per 4 (relativo al settore Artigianato) e invece il codice Ateco per il web designer (spesso classificato come artigiano) ha lo stesso CSC, 70708, del consulente imprenditoriale (classificato come commerciante o libero professionista).
Da punto di vista delle Camere di Commercio, ogni regione o provincia si è organizzata in modo diverso nel fornire supporto a chi vuole avere una indicazione chiara e univoca sulla propria classificazione. C’è chi mette a disposizione informazioni parziali o complete sul proprio sito, chi offre risposte via mail e chi ha un servizio telefonico a pagamento che, a fronte del codice Ateco, chiarisce se verrà associato ad un ruolo di artigiano o ad un altro. Può accadere che tali risposte siano diverse da provincia a provincia ma appunto per questo se si vuole operare in modo autonomo va tenuto a mente che una comunicazione avuta dalla propria Camera di Commercio vale più di qualunque articolo letto su internet o chiarimento ottenuto in un forum.

ISCRIZIONE AL REGISTRO IMPRESE PER ARTIGIANI E COMMERCIANTI

La procedura Comunica Starweb consente l’iscrizione al Registro Imprese (con o senza immediato inizio dell’attività per i commercianti, sempre con contestuale inizio dell’attività per gli artigiani).
Inoltre permette di richiede la P.IVA all’Agenzia delle Entrate (per artigiani e commercianti), l’iscrizione all’INPS (per i commercianti, mentre per gli artigiani è la Camera di Commercio che provvede a chiederla dopo la registrazione nella sezione speciale delle imprese artigiane), l’iscrizione all’INAIL (per gli artigiani, tramite l’acquisizione di documenti creati con il programma Gestore Comunica Inps-Inail), l’Iscrizione all’Albo Artigiani (per gli artigiani nelle Camere di Commercio che non hanno soppresso l’Albo), l’eventuale invio della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) al SUAP (Sportello Unico delle Attività Produttive del comune).
A proposito della SCIA vari enti locali e Camere di Commercio forniscono anche informazioni sulle “attività libere” che non la richiedono e che quindi possono essere avviate senza doverla trasmettere al SUAP.
Riguardo invece al prerequisiti che artigiani e commercianti devono a soddisfare (esperienze lavorative, corsi professionali, locali, macchinari, strumentazione, ecc.) è impossibile fare una lista completa perché si passa da situazioni molto complesse alla totale assenza di vincoli e adempimenti.

Come già segnalato, se ci si rivolge a un consulente del lavoro o a un commercialista competente su queste tematiche, si può evitare di conoscerle e gestirle.

Infine, solo a titolo di esempio, allego una serie di link sui codici Ateco e sugli altri dati che ho descritto.

ATECO - Ricerca codice
www.codiceateco.it/

INFOCAMERE - Ateco
ateco.infocamere.it/ateq20/#!/home

INPS - Manuale di classificazione Datori di Lavoro (Giugno 2014)
www.inps.it/CircolariZIP/Circolare%20num...Allegato%20n%201.pdf

INPS - Inquadramento
www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=53868

INPS - Inquadramento aziendale
www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=43421

ISTAT – Classificazione delle attività economiche
www.istat.it/it/archivio/17888
Ringraziano per il messaggio: Vianello65, Cometa

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21/01/2021 18:16 - 21/01/2021 18:17#72144 da Vianello65
Il codice Ateco 702209 non può essere iscritto alla Gestione Artigiani, ma solo alla Gestione Commercianti (esiste un apposito elenco dei codici iscrivibili predisposto dall'INPS)
Non mi sembra che siano previsti corsi, abilitazioni o esperienze pregresse.

L'attività prevista da tale codice può essere esercitata sia come ditta individuale con conseguente iscrizione alla Gestione Commercianti (soluzione preferibile ai fini INPS), sia come lavoratore autonomo con conseguente iscrizione alla Gestione Separata.

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