Notizie
Proroga opzione donna, Sel presenta emendamento al ddl stabilità
E' stato segnalato alla Commissione Bilancio di Montecitorio un emendamento a firma Airaudo (Sel) che chiede la proroga dell'opzione donna per tutto il 2015.
Kamsin Riprende oggi alla V Commissione Bilancio di Montecitorio in sede Referente l’esame degli emendamenti al disegno di legge di stabilità. Secondo il calendario della Camera dei Deputati gli incontri proseguiranno nelle giornate di mercoledì e giovedì alla presenza del relatore al provvedimento, il deputato comasco Mauro Guerra (Pd). La settimana è fitta di incontri tra Parlamento, Governo e Ragioneria dello Stato con l'esecutivo che dovrebbe depositare le proprie proposte emendative al testo governativo. Dal Governo si attende di conoscere le aperture in particolare sul capitolo previdenziale e su quello fiscale (con una probabile revisione del bonus bebè e della Legge Sabatini). Piu' incerta l'introduzione della local tax.
Intanto nella giornata di ieri sono state depositate le varie proposte emendative da parte dei partiti al ddl che hanno superato l'esame di ammissibilità e che sono state, quindi, segnalate per un ulteriore approfondimento. Tra le principali novità come già evidenziato da pensionioggi.it, da oggi al vaglio della Commissione Bilancio, ricordiamo che è stata dichiarato ammissibile un emendamento che mira ad estendere a tutto il 2015 il regime sperimentale donna eliminando le restrizioni imposte dall'Inps nel 2012; l'eliminazione dei disincentivi per la pensione anticipata sino al 2017 (cd. emendamento a favore dei precoci); la soluzione della vicenda dei quota 96 della scuola; alcune novità in materia di esodati e diverse proposte per un taglio alle pensioni d'oro.
Zedde
Isee 2015, in Gazzetta il Decreto. Ecco come cambia il reddito equivalente
Con la dichiarazione, si potrà aggiornare il reddito in caso di perdita del lavoro o diminuzione del 25% senza aspettare le scadenze fiscali.
Kamsin E' stato pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale numero 267 il decreto del 7 novembre con il cui il ministero del Lavoro ha approvato il nuovo modello della dichiarazione sostitutiva unica necessaria per ottenere l'Isee, l'indicatore della situazione economica equivalente necessario per ottenere prestazioni sociali agevolate. La pubblicazione di oggi permetterà di rendere pienamente operativa la riforma dell'Isee, a partire dal 1° gennaio. La normativa, infatti, prevede l'utilizzo delle nuove regole a partire dai trenta giorni successivi all'entrata in vigore del decreto (cioè, complessivamente, il 45esimo giorno dopo la pubblicazione).
A partire dal 1° gennaio, quindi, cambieranno le regole (e la modulistica) per ottenere l'Isee: il nuovo indicatore tiene conto di tutte le forme di reddito e di patrimonio. Oltre al cambiamento dei parametri in base ai quali sarà calcolato l'Isee, a cambiare sarà anche il modo in cui l'Inps acquisirà le informazioni: solo alcuni dati, infatti, saranno autodichiarati dal contribuente, mentre tutti gli altri saranno estratti dall'anagrafe tributaria e dal data base Inps.
Con le nuove regole sarà possibile aggiornare la propria situazione economica quando si perde il lavoro (più in generale quando il reddito diminuisce di almeno il 25%) senza aspettare che il peggioramento delle condizioni venga prima registrato dalle dichiarazioni fiscali; si potrà in questi casi presentare una dichiarazione particolare per ottenere l'Isee corrente. Per il cittadino, una semplificazione deriverà dal fatto che molte informazioni, come il reddito complessivo, non saranno più richieste al cittadino in sede di dichiarazione, ma direttamente recuperate negli archivi.
Con il maggior ricorso alle banche dati fiscali e assistenziali il Governo punta a ridurre l'indebita fruizione delle prestazioni agevolate. Fino a quest'anno, infatti, c'è stata una sistematica sottodichiarazione sia del reddito sia del patrimonio. Alla fine del 2011, quando è stata annunciata la riforma dell'Isee, l'80% dei nuclei familiari dichiarava di non possedere neanche un conto corrente o un libretto di risparmio, dati non in linea con le informazioni delle Entrate.
Il Nuovi Redditi
Nella nuova definizione dell'Isee, oltre al reddito Irpef entrano tutti i redditi tassati con regimi sostitutivi o a titolo di imposta (come ad esempio i contribuenti minimi, i redditi da cedolare secca sugli affitti), tutti i redditi esenti e quindi anche tutti i trasferimenti monetari ottenuti dalla Pubblica Amministrazione (assegni al nucleo familiare, pensioni di invalidità, assegno sociale, indennità di accompagnamento...), i redditi figurativi degli immobili non locati e delle attività mobiliari. Vengono invece sottratti gli assegni corrisposti al coniuge in seguito a separazione o divorzio, destinati al mantenimento del coniuge e dei figli (precedentemente valorizzati sia nell'Isee del ricevente che in quello del datore).
Vengono invece diversamente valutati, con una riduzione della loro incidenza i redditi da lavoro dipendente (viene sottratta una quota del 20% fino a 3mila euro); i redditi da pensioni e trattamenti assistenziali (viene sottratto il 20%, fino a un massimo di mille euro); le spese per gli affitti (sale da 5.165 a 7.000 euro, l'importo massimo della spesa l'affitto registrato che può essere portato in deduzione e si aggiungono 500 euro ogni figlio convivente dopo il secondo); si incrementano le spese per le disabilità accorpando tali spese in tre distinte classi: disabilità media, grave, e non autosufficienza.
Il patrimonio - Il patrimonio cambia considerando il valore degli immobili ai fini Imu, non più Ici. Riducendo la franchigia sulla componente mobiliare che viene però articolata in funzione del numero dei componenti il nucleo familiare (franchigia più alta per le famiglie più numerose), viene preso in considerazione il patrimonio all'estero e viene riconosciuto un maggior peso per le seconde case.
Zedde
Jobs Act, oggi l'emendamento del Governo sull'articolo 18
Il voto finale sulla delega per la Riforma del Mercato del Lavoro è previsto per il 26. Il termine per la presentazione degli emendamenti in Aula è fissato per venerdì.
Kamsin Nuove tensioni sul Jobs act e sull'articolo 18 tra il Governo e la maggioranza. Il sottosegretario al ministero del Lavoro, Teresa Bellanova, ha annunciato che oggi presenterà in commissione Bilancio della Camera di un emendamento sul tema dell'articolo 18 e ha cosi' innescato le critiche del Nuovo centrodestra, principale alleato del Pd di Renzi.
"Il Governo" ha detto il Sottosegretario Bellanova, "presentera' un emendamento per finalizzare il reintegro per i licenziamenti disciplinari con la definizione del perimetro delle tipologie di indennizzo, che prevedono il reintegro". La proposta di modifica, secondo quanto si apprende, sara' solo una riformulazione e non conterra' novita' di merito. In particolare sara' introdotto il reintegro nei casi di licenziamento disciplinare in cui le motivazioni addotte dall'azienda vengano riconosciute nulle o inesistenti. L'annuncio, come detto, non e' piaciuto al partito di Angelino Alfano. Maurizio Sacconi, capogruppo di Ncd a palazzo Madama ed ex ministro del Lavoro, e' stato chiaro: "Se vedessimo un testo diverso da quello che conosciamo ce ne andremmo dalla Commissione e si aprirebbe un bel contenzioso nella maggioranza".
Ma è la stessa Bellanova a gettare acqua sul fuoco precisando che resta ferma la reintegra per i licenziamenti discriminatori, per i licenziamenti economici e' previsto un indennizzo economico crescente con l'anzianita', mentre per i licenziamenti disciplinari ingiustificati e' previsto il reintegro sul posto di lavoro per talune specifiche fattispecie che definiremo nei decreti delegati. Non capisco", ha concluso, "le ragioni del pandemonio che si e' creato".
Ieri, intanto, è stato approvato un altro emendamento che limita lo stop alla cassa integrazione: non arriverà più, come stabilito nel testo approvato dal Senato, in caso di semplice cessazione di attività ma solo in caso di «cessazione definitiva di attività». Gli assegni continueranno ad essere pagati, in sostanza, se c’è la concreta possibilità di una riconversione dell’impianto anche se la produzione è ferma ormai da tempo.
Una volta finito l’esame in commissione, il Jobs act arriverà in Aula entro il 21 novembre, con il voto finale previsto per il 26.
Zedde
Statali, Madia: i contratti resteranno bloccati anche nel 2015
Il ministro ha spiegato che anche il governo sa il contratto dei dipendenti pubblici bloccato da sei anni "e' un problema", ma ha scelto di "concentrare le risorse su chi stava peggio".
Kamsin La riapertura del contratto e' nell'agenda del governo ma nel 2015 non sono previste in bilancio risorse per i rinnovi contrattuali. E' quanto ha detto il ministro della Funzione pubblica Marianna Madia ai sindacati al tavolo in corso a Palazzo Chigi. Che tuttavia assicura come la riapertura del contratto del pubblico impiego sia nell'agenda del governo, «ma nel 2015 non sono previste in bilancio risorse per i rinnovi». Per scongelare il contratto nazionale di lavoro del pubblico impiego, previsto dalla legge di stabilità, servirebbero solo per un anno circa 2 miliardi di euro. Una cifra che l'esecutivo, secondo quanto riferiscono fonti sindacali, rimanda al futuro.
Ma il governo prende comunque degli impegni: «Nessuno perderà il posto per effetto della riorganizzazione della Pa. Nessuno andrà a casa», assicura Madia. E ancora, garantisce, «l'assunzione dei vincitori di concorso e dei precari della scuola». I sindacati dopo la riunione si mostrano delusi con lo sciopero del pubblico impiego che si fa probabilmente più vicino. «Qualche auspicio sul futuro, nessuna risposta» né sul contratto né sull'occupazione, spiega la leader della Cigl, Susanna Camusso. Sulla stessa linea il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan: «Al di là del bel modo con cui vengono detti i 'no' non abbiamo alcuna novità positiva», il «ministro Madia ci ha detto cose deludenti». E così anche il candidato a numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo, che parla di «chiusura sul merito».
Il ministro ha spiegato che anche il governo sa il contratto dei dipendenti pubblici bloccato da sei anni "e' un problema", ma ha scelto di "concentrare le risorse su chi stava peggio". Il bonus di 80 euro andra' ad un lavoratore pubblico su quattro - ha spiegato - circa 800mila dipendenti pubblici.
Con una nota diffusa in serata, il governo auspica che l'occasione di confronto di merito sul lavoro pubblico con i sindacati «non venga sprecata e, assieme all'auspicata ripresa economica già a partire dal 2015, sia condizione importante per un concreto confronto sul rinnovo della parte economica del contratto che si augura avvenga nel più breve tempo possibile».
Zedde
Riforma Pensioni, ecco l'ABC delle proposte all'esame con il ddl stabilità
Altro...
Riforma Pensioni, Furlan: Renzi riveda la legge Fornero prima del Referendum
La leader della Cisl, Annammaria Furlan, chiede l'avvio di un confronto con le forze politiche per una revisione complessiva della Riforma Fornero del 2011.
Kamsin Il governo dovrebbe mettere mano alla riforma Fornero sulle pensioni convocando le parti sociali. Affidare a un referendum la questione sarebbe troppo semplice. A sottolinearlo e' il leader della Cisl, Annamaria Furlan, rispondendo a una domanda sulla posizione della Cisl rispetto al referendum per abrogare la legge Fornero proposto dalla Lega nord. "Rifare una legge pensionistica - ha detto Furlan - e' qualcosa di un po' piu' complesso di dire si' o no a un referendum. Qualora ci fosse un referendum, comunque, ogni iscritto e' libero di decidere se votare o no". La Cisl si aspetta che "prima del referendum, il governo, invece di dare giudizi negativi sulla riforma Fornero, si decida a rimetterci le mani. Cosa aspetta il governo a riunire le parti sociali e vedere come va corretta quella legge?", ha concluso.
La proposta della Lega di abrogare la legge Fornero con un referendum trova invece d'accordo Massimo Battaglia, segretario generale della Confsal-Unsa, sindacato autonomo dei lavoratori delle pubbliche amministrazioni centrali: Per noi, è un atto conseguente a quanto già fatto un anno fa, quando abbiamo provato in tutte le piazze d’Italia - ricorda - a raccogliere le firme per un referendum. Allora, ne abbiamo raccolte circa 70mila, poche ovviamente rispetto alle 500mila. E siccome c’è un partito politico, che oggi è la Lega, che ha raggiunto le 500mila firme, ha mandato gli atti alla Corte costituzionale, e ci auguriamo che questa decida che il referendum è legittimo, noi chiederemo ai nostri di aderire. Ce lo consente la nostra autonomia sindacale, la nostra distanza da qualsiasi ideologia politica e da qualsiasi partito".
"Un'adesione contro una riforma - avverte - che riteniamo vergognosa e in controtendenza rispetto a quello che dice il governo, cioè di dare spazio ai giovani: le modifiche fatte dalla Fornero, invece, ti fanno stare a lavoro finché non muori sul campo".
Sulla legittimità del referendum si attende il giudizio della Corte Costituzionale. Se la Consulta lo ammetterà la consultazione popolare potrebbe avvenire già nella prossima primavera.
Zedde
Contratto Statali, Il Governo apre allo sblocco degli scatti di anzianità
Al via l’incontro con i sindacati per il pubblico impiego. Nel 2015 niente aumenti ma c'è l'apertura ad una parziale attenuazione del blocco degli scatti. Parte anche il confronto sulla parte normativa.
Kamsin Il Governo conferma che i soldi per gli aumenti contrattuali nel pubblico impiego non ci sono, almeno per il 2015. Ma se, da un lato, la parte economica del contratto non potrà essere rinnovata stasera il governo cercherà di mediare con i sindacati del pubblico impiego su alcuni punti delle misure contenute nella legge di stabilità.
L’obiettivo è evitare lo sciopero prospettato non solo dalla Cgil ma anche da Cisl e Uil, nella giornata di protesta della categoria dello scorso 8 novembre. Al tavolo, convocato per le ore 19, ci saranno da una parte Marianna Madia, ministro della Pubblica amministrazione, e il sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio; dall’altra i segretari generali di Cgil e Cisl, Camusso e Furlan, quello designato della Uil Barbagallo, il segretario generale dell’Ugl Capone e i vertici di categoria.
Nell'incontro si discuterà soprattutto di legge di Stabilità con il Governo che spiegherà la parziale ripresa degli scatti di anzianità nel comparto pubblico. Infatti se sulle risorse finanziarie per i rinnovi contrattuali, che valgono 2,1 miliardi di euro per il solo 2015, Renzi non è in grado di dare garanzie, ci sarebbero aperture su altri fronti. Ad iniziare proprio dagli scatti. Non è un mistero, infatti, che nella relazione governativa al disegno di legge di stabilità viene messo nero su bianco, la ripresa, almeno, della dinamica legata alla carriera permettendo agli stipendi di salire nel caso in cui siano previsti scatti automatici o di promozioni di carriera.
Lo sblocco tuttavia non avverrà per tutti. Sempre secondo la relazione illustrativa, gli stipendi, l'indennità integrativa speciale e gli assegni fissi e continuativi del personale non contrattualizzato (cioè dei docenti e dei ricercatori universitari, del personale dirigente della Polizia di Stato e gradi di qualifiche corrispondenti, dei Corpi di polizia civili e militari, dei colonnelli e generali delle Forze armate, del personale dirigente della carriera prefettizia, nonché del personale della carriera diplomatica) continueranno a non essere adeguati nel 2015; inoltre, lo stesso anno non sarà utile ai fini della maturazione delle classi e degli scatti di stipendio, correlati all’anzianità di servizio.
Come dire che gli scatti continueranno ad essere bloccati per alcune categorie del personale pubblico non contrattualizzato (peraltro la categoria dovrebbe essere meglio individuata, come suggerito anche dall'ufficio studio della Camera dei Deputati). Nell'incontro di stasera il Governo dovrà spiegare ai sindacati se resta confermata questa impostazione oppure se sono possibili ulteriori aperture.
Tra le altre novità è possibile che venga prospettato l’avvio del negoziato sulla sola parte normativa dei contratti: una offerta che può essere resa più credibile con l’impegno a rivedere alcune parti della legge Brunetta sul pubblico impiego, quelle più indigeste ai rappresentanti dei dipendenti pubblici.
Zedde
Articolo 18, reintegro limitato ai casi piu' gravi di licenziamento disciplinare
E' iniziato l'esame dei 480 emendamenti al disegno di legge delega sulla Riforma del Mercato del Lavoro. Il Provvedimento è atteso venerdì in Aula per il voto finale.
Kamsin Delega sul Jobs Act al rush finale. I lavori in Commissione a Montecitorio dovranno concludersi entro giovedì in quanto il giorno successivo il provvedimento è atteso dall'Assemblea per il voto finale. Poi il testo della delega dovrà poi tornare al Senato per la terza lettura. E' questa la tempistica con cui il provvedimento vedrà la luce secondo il calendario di marcia fissato da Palazzo Chigi. Una volta ottenuto il via libera dal Parlamento sulla delega, il governo intende approvare, entro la fine di dicembre, almeno un paio di decreti attuativi che daranno sostanza e contenuto al Jobs act. Soprattutto per quanto riguarda l'introduzione del contratto a tutele crescenti.
Ed è su questo terreno il nodo più difficile con lo scontro sui licenziamenti disciplinari. Il governo si prepara a compilare una lista di fattispecie che comporteranno il reintegro invece che l’indennizzo. Ma sull’estensione della casistica dentro la maggioranza si scontrano filosofie opposte. L’Ncd chiede che il reintegro sia limitato a pochi casi assimilabili alla discriminazione mentre la minoranza Pd auspica che il licenziamento sia confinato alle violazioni più gravi.
Secondo quanto anticipato dal Governo i casi specifici in cui sarà ammissibile il reintegro dipenderà dalla “procedibilità”: se il reato di cui è ingiustamente accusato il dipendente licenziato è “procedibile d’ufficio” allora il giudice potrà anche disporre il reintegro; se invece il reato di cui si è accusati è procedibile solo a querela, allora - sempre casomai fosse un’accusa falsa e insussistente - il licenziato avrà solo l’indennizzo monetario.
I capitoli su cui si interverrà, oltre all'articolo 18, riguardano il controllo a distanza, il sostegno alle cure parentali e una tutela aggiuntiva per le donne che hanno subito violenza.
Cesare Damiano, presidente pd della commissione, tra i protagonisti della mediazione, è ottimista: «Se tutto fila liscio, si va spediti». Quanto ad altri aggiustamenti: «Se c’è qualcosa che non mette in discussione l’impianto della delega, si fa». Terreno minato, perché l’Ncd sembra intenzionato a resistere, come spiega il capogruppo in commissione Sergio Pizzolante: «I contenuti dell’articolo 18 sono quelli concordati tra il ministro Poletti e il senatore Sacconi e non quelli interni al Pd. Le modifiche al testo del Senato possono riguardare solo limitatissimi casi assimilabili ai licenziamenti discriminatori». Riferimento alla novità (rispetto al Senato) del reintegro per i licenziamenti disciplinari. Fattispecie che sarà dettagliata solo nei decreti delegati (emanati dal governo, dopo il via libera dato dal Parlamento con la legge delega).
Ieri è stato respinto un emendamento M5S che chiedeva la soppressione della delega, con 23 voti contrari e 15 a favore. In commissione, il governo conta su una maggioranza di 26 membri su 46 (21 pd, 2 ncd e 3 centristi).
Zedde
Riforma Pensioni, settimana cruciale alla Camera
Molto probabile un aumento piu' contenuto del prelievo sulla previdenza complementare. Quasi certa la revisione del taglio da 150 milioni di euro ai patronati.
Kamsin Riprenderà oggi in Commissione Bilancio di Montecitorio l’esame della legge di stabilità. In settimana sotto la scure del presidente della Commissione, Francesco Boccia, sono caduti circa 1.600 emendamenti sui quasi 4 mila che erano stati presentati. Bocciati, tra questi, anche quelli del Pd che puntavano al mantenimento della tassazione separata sul Tfr dirottato in busta paga, perché non avevano copertura finanziaria, ma il problema del Tfr è tutt’altro che accantonato.
Sarà, anzi, uno dei punti centrali del dibattito delle prossime settimane, insieme alla tassazione dei fondi pensione, alla nuova riforma delle imposte sugli immobili, la deducibilità dell’Imu per i capannoni industriali. Temi su quali praticamente tutti i partiti sono intervenuti con proposte di modifica, e sui quali c’è una disponibilità di massima del governo ad intervenire a condizione di non modificare i saldi. Ogni eventuale correzione, di conseguenza, dovrà essere compensata.
Le possibilità di grandi modifiche sono molto limitate. Un caso emblematico è quello della deducibilità dalle tasse pagate dalle imprese dell’Imu sui capannoni industriali. Quasi tutti i gruppi politici vogliono aumentarla, portando la deducibilità dal 20 al 30%, ma il costo è di 200 milioni di euro, e non si trovano le risorse.
Pure sull’aumento delle imposte sui fondi pensione e sulla rivalutazione del Tfr c’è un’apertura del governo, ma anche in questo caso è più formale che sostanziale, perché le due misure danno un gettito non indifferente (oltre 400 milioni), difficile da compensare con misure alternative. Quasi nullo, invece, il margine per un ripensamento della tassazione del Tfr che i lavoratori sceglieranno di avere in busta paga nel prossimo triennio. Il testo della Legge di bilancio prevede la tassazione all’aliquota marginale Irpef, con un gettito che compensa i maggiori esborsi per i trasferimenti agli enti previdenziali. Se il gettito viene meno, o si riduce fortemente, tutta l’operazione rischia di non tenersi più in piedi.
Ad ogni modo martedì inizieranno le operazioni di voto in Commissione Bilancio della Camera sugli emendamenti segnalati al ddl di stabilità. Molti gli emendamenti che propongono interventi sul capitolo pensionistico tra cui il tentativo di Sel di reintrodurre la deroga per i quota 96 della scuola, diverse norme per l'estensione dei benefici previdenziali per i lavoratori esposti all'amianto, una taglio alle pensioni d'oro.
Nel frattempo la Ragioneria Generale dello Stato ha ricevuto indicazioni da Via XX Settembre di lavorare per recuperare le risorse necessarie per contenere l'aumento dall'11,5 al 20% prospettato nella legge di stabilità della tassazione sui fondi pensione e sulle polizze vita. Nel pacchetto di modifiche alla tassazione sui fondi pensione che il Governo potrebbe depositare in Commissione Bilancio tra martedì e mercoledì prossimo sembra probabile che compaia anche una riduzione del carico fiscale sui fondi delle casse di Previdenza dei Professionisti. Sarà rivisto, ma non azzerato, il taglio da 150 milioni di euro per i patronati.
Zedde
Esodati, il report dell'Inps aggiornato al 27 Ottobre
Pubblicato sul sito del Senato il report al 27 Ottobre delle procedure di salvaguardia per i lavoratori cd. esodati. Salgono a quasi 100mila le pensioni certificate su un totale di oltre 170 posizioni disponibili. 56mila le pensioni liquidate.
Kamsin Sono 2.814 le pensioni certificate nell'ambito della quinta salvaguardia ed oltre 5800 quelle relative alla quarta salvaguardia. Sono questi, in sintesi, i dati diffusi dall'Inps nel report aggiornato, al 27 Ottobre 2014, sulle operazioni di salvaguardia che l'istituto di previdenza sta effettuando.
Dal report emerge che con riferimento alla prima salvaguardia sono state certificate 64.374 posizioni (a fronte di una capienza di 65mila posti) e che sono state liquidate 41.060 prestazioni.
Numeri ancora relativamente bassi permangono riguardano la seconda salvaguardia: le pensioni certificate sono state solo 16.920 e sono state liquidate 7.514 posizioni su una capienza complessiva di ben 35mila posti (effetto della riduzione disposta con la recente legge 147/2014 che ha tagliato di 20mila posti il contingente originariamente previsto per questa salvaguardia). Si tratta, com'è noto, di lavoratori coinvolti in accordi per la gestione di eccedenze occupazionali con l'utilizzo di ammortizzatori sociali sulla base di accordi stipulati in sede governativa entro il 2011.
Crescono anche le pensioni certificate nell'ambito della terza salvaguardia che conta un numero complessivo di 16.130 soggetti salvaguardabili. L'Inps ha certificato 7.344 pensioni e ne ha liquidate 5.102. Si è in pratica poco sotto la metà, ma in questo caso si deve tener conto che con la legge di Stabilità 2014, il plafond è stato aumentato di 6mila unità a favore dei prosecutori volontari.
Alcune difficoltà emergono invece della quarta salvaguardia, su 5mila posizioni disponibili, l'Inps ha certificato 5.815 pensioni, un numero superiore al plafond disponibile per legge. Nell'ambito, infatti, dei lavoratori che hanno fruito dei permessi della legge 104/92 per assistere disabili l'Inps ha certificato oltre 4.800 aventi diritto a fronte di soli 2.500 posti disponibili.
Nella quinta salvaguardia, invece, sono state certificate 2.814 prestazioni e liquidate 1.499 pensioni a fronte di 23mila posti disponibili
Zedde
Effettua il Login per scaricare l'allegato
Per cortesia effettua il log- in oppure registrati per scaricare il file