Notizie
Riforma Pensioni, ecco cosa cambia dopo le correzioni della Camera
Il testo licenziato la settimana scorsa dalla Commissione affari costituzionali ha subito alcune limitate modifiche per quanto riguarda la pensioni dopo i dubbi sollevati su numerose norme inserite nel testo. Kamsin La più rilevante, come già anticipato su Pensioni Oggi, riguarda le norme sui pensionamenti d'ufficio, quelle che permettono alle amministrazioni di mandare a casa i dipendenti che hanno raggiunto il massimo dei contributi (42 anni e sei mesi per gli uomini e 41 anni e sei mesi per le donne).
La regola generale fissata nel provvedimento prevedeva che per poter operare il pensionamento d'ufficio, il dipendente avesse raggiunto un'età anagrafica di almeno 62 anni (con una eccezione per professori universitari e primari, per i quali l'età minima era stata fissata in 65 anni). Nel passaggio di ieri in commissione, il requisito anagrafico per professori e primari è stato rivisto al rialzo, portandolo a 68 anni. Per i medici, invece, il requisito sarà comunque di 65 anni, mentre per i ricercatori l'età per il pensionamento d'ufficio è stata abbassata a 62 anni.
Per il liceziamento del professore servirà tuttavia una decisione del Senato accademico, "senza pregiudizio per la continuità dei corsi di studio e comunque non prima del termine dell'anno accademico nel quale l'interessato ha compiuto il sessantottesimo anno di età". Non solo. L'università avrà anche il vincolo, nei limiti delle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente, di procedere prioritariamente all'assunzione di almeno un nuovo professore, con esclusione dei professori e dei ricercatori a tempo indeterminato già in servizio presso la stessa università, o all'attivazione di almeno un nuovo contratto per ricercatore a tempo determinato.
I Quota 96 - Passa invece sostanzialmente indenne la misura per il pensionamento dei 4 mila docenti delle scuole che nell'anno 201/2012 avevano maturato i requisiti per il ritiro ma che erano rimasti bloccati dalla riforma Fornero. Anche se il disco verde della Commissione bilancio, chiamata a dare un parere sulle coperture finanziarie, non era scontato, le forze politiche hanno manifestato unità nel voler porre fine a questa vicenda ed alla fine il presidente della Commissione, Francesco Boccia, ha dato parere positivo.
All'articolo 1-bis è stato solo riscritto il comma 3 relativo al pagamento del trattamento di fine rapporto, con la precisazione che "il trattamento di fine rapporto, comunque denominato, è corrisposto, nei termini e secondo le modalità stabiliti a legislazione vigente, assumendo come termine iniziale del periodo che precede l'erogazione del trattamento stesso, la data in cui sarebbe intervenuta la cessazione del rapporto di lavoro in caso di applicazione dei requisiti per l'accesso al trattamento pensionistico previsti dall'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e successive modificazioni, nel testo vigente prima della data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto". Inoltre si aggiunge il comma 6-bis a copertura degli oneri derivanti per la riliquidazione del trattamento pensionistico (vedi i dettagli della misura) in favore delle lavoratrici beneficiarie dell'intervento in questione che avevano anticipato l'uscita con l'opzione donna.
Lavoratori Precoci - Non risultano modificate le altre misure già anticipate da Pensioni Oggi nei giorni scorsi (vedi i dettagli in materia previdenziale). In particolare risulta confermata la novità che consente la sterilizzazione della penalizzazione in favore dei lavoratori che maturano un diritto a pensione anticipata entro il 2017.
Zedde
Renzi, le riforme a ogni costo Ce la faremo, Italicum cambiera'
- Roma, 30 lug. - "In queste ore i senatori che sostengono la riforma e che stanno subendo l'ostruzionismo di una piccola parte dei loro colleghi stanno dimostrando il senso delle istituzioni piu' straordinario che si possa chiedere. Approveremo la riforma in prima lettura, nonostante le urla e gli insulti di queste ore". Lo scrive Matteo Renzi nella sua E-news. Il premier aggiunge: "L'Italicum e' stato gia' approvato alla Camera. Sara' modificato dal Senato e diventera' legge definitivamente. Le riforme non sono il capriccio di un premier autoritario. Ma l'unica strada per far uscire l'Italia dalla conservazione, dalla palude, dalla stagnazione che prima di essere economica rischia di essere concettuale".
"Non lascio il futuro ai rassegnati. Questa e' la volta buona, costi quel che costi. Perche' se l'Italia fa le riforme, riparte la credibilita' verso il sistema Paese e la speranza dei cittadini", scrive il premier. "Le riforme di cui stiamo parlando sono il Pin - aggiunge Renzi - per accendere l'Italia del futuro. Ecco perche' la mia gratitudine verso i senatori che resistono alla incredibile sequela di insulti e ai finti emendamenti messi li' solo per perdere tempo. C'e' un Paese che puo' correre, non lo lasceremo ancora nelle sabbie mobili". "Noi pensiamo che l'Italia sia nelle condizioni di guidare l'Europa. Che la qualita' di vita e di valo
IL SENATO LITIGA SUL 'CANGURO', SEDUTA SOSPESA
Il presidente Grasso ha sospeso i lavori dell'Aula e ha convocato la Giunta per il regolamento del Senato. All'ordine del giorno della riunione l'applicazione della cosiddetta norma 'canguro' sugli emendamenti al ddl Riforme. L'Aula, convocata fino alle ore 24, riprendera' i lavori alle 15:00 con l'esame dell'emendamento
Riforme: Vendola, la rottura con Pd avra' conseguenze
Intanto il leader di Sel, Nichi Vendola, avverte: "La rottura che il Pd ha unilateralmente praticato attraverso il sottosegretario Luca Lotti comportera' delle conseguenze". "Vogliamo capire se il Pd ha scelto organicamente un'alleanza strategica e di lungo periodo con la destra". "Naturalmente questo cambierebbe tutto - ha concluso Vendola - noi la subiremmo ma ne trarremmo anche le conseguenze".
RENZI: "IL CANGURO FUNZIONA"
Ieri, al termine di una giornata caldissima in Senato con le votazioni sugli emendamenti al ddl, il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha scritto su Facebook che "le sceneggiate dimostrano che alcuni senatori perdono tempo per paura di perdere la poltrona". Il premier, pero', guarda con fiducia al prosieguo del lavoro sulla riforma della Costituzione. Conversando con il suo entourage Renzi ha sottolineato come "siamo ad un quarto degli emendamenti, abbiamo fatto aperture sostanziali alla minoranza, ci hanno risposto picche con tonnellate di emendamenti: noi si va avanti tranquilli e determinati". E, insomma, per il premier "il canguro funziona...". .
Da Giunta Senato si' a canguro Renzi, su riforme non cediamo
- Roma, 30 lug. - La Giunta per il Regolamento del Senato ha stabilito che l'applicazione della cosiddetta norma 'canguro', decisa dal presidente Grasso nel corso l'esame degli emendamenti al ddl Riforme, e' legittima. La Giunta si e' espressa con dieci voti a favore e quattro contrari, quelli di Sel, Lega e Movimento 5 stelle.
La Giunta per il Regolamento era stata convocata dal presidente Grasso questa mattina dopo le ripetute richieste presentate da diversi senatori. La prouncia e' arrivata al termine di una riunione durata circa 3 ore e mezza. "La Giunta ha ribadito una prassi consolidata in Senato", ha spiegato ai cronisti Francesco Russo (Pd). "Abbiamo mantenuto l'orientamento per cui al Senato" l'applicazione della norma "e' leggittima per i precedenti che ci sono e per i lavori di questi giorni", ha aggiunto. L'Aula di Palazzo Madama riprendera' l'esame degli emendamenti al ddl Riforme alle 15.
"Non molliamo di un centimetro" scrive il premier Matteo Renzi nella sua E-news aprendo sulle legge elettorale. "L'Italicum - scrive Renzi - e' stato gia' approvato alla Camera. Sara' modificato dal Senato e diventera' legge definitivamente". Il premier e' categorico: "Non lascio il futuro ai rassegnati. Questa e' la volta buona, costi quel che costi. Perche' se l'Italia fa le riforme, riparte la credibilita' verso il sistema Paese e la speranza dei cittadini". "Ci vorranno - dice - nottate in Senato, pomeriggi alla Camera, weekend a Palazzo Chigi non importa. Noi con calma e determinazione riporteremo questo Paese la' dove deve stare. Ad accogliere le donne che vengono incarcerate per la loro fede religiosa, a giocare un ruolo nei complicatissimi equilibri (o squilibri) di politica internazionale, a togliere polvere da un'Europa che non puo' andare avanti nella noia e nella burocrazia".
"Ma anche - continua Renzi - a rimettere a posto la palestra o il teatro di una scuola, ad aiutare il piccolo imprenditore stritolato da un ufficio pubblico o da un prestito in banca, a ridare un po' di potere d'acquisto alle famiglie". "Perche' tra le cose che sono accadute in questi mesi c'e' anche un fatto strano - scrive ancora Renzi - il Pd ha vinto le elezioni. Strano perche' non accade cosi' frequentemente, certo. Ma strano anche per la dimensione del risultato.
Erano quasi sessant'anni che nessuno arrivava al quaranta per cento. Se ci siamo arrivati non e' merito nostro. Non e' il riconoscimento della nostra bravura, ma un investimento sulla speranza degli italiani. Non e' una coccarda, ma un impegno. Non e' una medaglia, ma uno stimolo. Ecco perche' non molliamo di un centimetro. Ecco perche' - passo dopo passo - faremo cio' che abbiamo promesso".
Riforme: al Senato si litiga sul 'canguro', seduta sospesa
- Roma, 30 lug. - Il presidente Grasso ha sospeso i lavori dell'Aula e ha convocato la Giunta per il regolamento del Senato. All'ordine del giorno della riunione l'applicazione della cosiddetta norma 'canguro' sugli emendamenti al ddl Riforme. L'Aula, convocata fino alle ore 24, riprendera' i lavori alle 15:00 con l'esame dell'emendamento 1.1453 all'articolo 1 del testo approvato dalla Commissione.
Intanto il leader di Sel, Nichi Vendola, avverte: "La rottura che il Pd ha unilateralmente praticato attraverso il sottosegretario Luca Lotti comportera' delle conseguenze". "Vogliamo capire se il Pd ha scelto organicamente un'alleanza strategica e di lungo periodo con la destra". "Naturalmente questo cambierebbe tutto - ha concluso Vendola - noi la subiremmo ma ne trarremmo anche le conseguenze".
RENZI: "IL CANGURO FUNZIONA" - Ieri, al termine di una giornata caldissima in Senato con le votazioni sugli emendamenti al ddl, il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha scritto su Faceboob che "le sceneggiate dimostrano che alcuni senatori perdono tempo per paura di perdere la poltrona". Il premier, pero', guarda con fiducia al prosieguo del lavoro sulla riforma della Costituzione. Conversando con il suo entourage Renzi ha sottolineato come "siamo ad un quarto degli emendamenti, abbiamo fatto aperture sostanziali alla minoranza, ci hanno risposto picche con tonnellate di emendamenti: noi si va avanti tranquilli e determinati". E, insomma, per il premier "il canguro funziona...". .
Dl cultura, dal Senato via libera definitivo all'art bonus
Con l'approvazione definitiva del decreto cultura (dl 83/2014) arrivano al traguardo i crediti di imposta studiati per dare ossigeno al patrimonio, allo spettacolo e alla rete alberghiera e per velocizzare il Grande progetto Pompei, ed altre opere d'arte del Bel Paese. Kamsin Sono queste infatti le principali novità sul fronte fiscale che sono state stabilizzate in legge con il voto di fiducia del Senato lo scorso 28 luglio.
Come si ricorda, in relazione alla tutela del patrimonio culturale e allo sviluppo della cultura, il provvedimento introduce, anzitutto, un regime fiscale agevolato di natura temporanea, sotto forma di credito d'imposta, in favore delle persone fisiche e giuridiche che effettuano erogazioni liberali in denaro per interventi a favore della cultura e dello spettacolo. Durante l'esame parlamentare è stato previsto che il credito di imposta è riconosciuto anche ove le erogazioni sono destinate ai soggetti concessionari o affidatari dei beni culturali pubblici. I contribuenti possono usufruire del credito nella misura del 65% delle erogazioni effettuate nel 2014 e nel 2015 e del 50% per il 2016.
Il provvedimento inoltre prevede benefici fiscali per la produzione cinematografica e audiovisiva finalizzati, in particolare, ad attrarre investimenti esteri in Italia. In particolare si tratta di benefici già esistenti che vengono aumentati – passa da 5 milioni a dieci il tax credit riconosciuto ai film stranieri girati in Italia con manodopera italiana e da 100 a 115 milioni, a partire dal 2015, la dote per i bonus fiscali di cui possono beneficiare cinema e audiovisivo – e di un altro introdotto durante il passaggio parlamentare. Quest'ultimo è il credito d'imposta del 30% a cui sono ammesse, fino a un massimo di 100mila euro e comunque nei limiti di un budget di 3 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2015 al 2018, le sale cinematografiche in attività almeno dal 1° gennaio 1980.
Altro credito d'imposta è quello concesso al turismo. In questo caso il bonus fiscale scende al 30% e interessa sia gli interventi di digitalizzazione sia di riqualificazione (ristrutturazione, eliminazione delle barriere architettoniche, incremento dell'efficienza energetica, acquisto di mobili) degli esercizi ricettivi.
Sempre in tema fiscale, c'è un'altra novità inserita durante l'esame del provvedimento alla Camera: si tratta dell'istituzione di una commissione che dovrà esaminare la disciplina del tax free shopping, ovvero l'esonero dalle imposte degli acquisti fatti in Italia da turisti extra–Ue, per individuare risorse da destinare alla promozione del turismo.
Sono state introdotte anche norme che applicano la disciplina delle start-up innovative anche alle società che puntino alla promozione dell'offerta turistica nazionale attraverso l'uso di tecnologie e lo sviluppo di software originali. Se tali società sono costituite da persone con meno di 40 anni, godono anche di agevolazioni fiscali all'atto della costituzione.
Zedde
Altro...
Pensioni, Madia: via dalla Pa chi ha raggiunto i 42 anni di contributi
I dipendenti pubblici che hanno raggiunto la massima anzianità contributiva potranno essere collocati in pensione d'ufficio dalle Pa al raggiungimento dei 62 anni. Kamsin La Ministra Marianna Madia difende la misura che è stata introdotta in Commissione Affari Costituzionali con un emendamento al Dl 90/2014 (su Pensioni Oggi i dettagli della norma) nel corso dell'intervista rilascia a Roberto Giovanni del Quotidiano "La Stampa". La norma si appresta ad essere votata in queste ore alla Camera.
"Il mio bilancio è molto positivo. Temevo che in Parlamento si potessero manifestare forze che si facevano portatrici delle tante resistenze e dei tanti interessi particolari che sono stati toccati. Invece in Commissione c`è stato un dibattito molto onesto, che ci ha permesso di migliorare il testo anche in punti in cui oggettivamente era poco equilibrato. Abbiamo mantenuto l`impianto, senza snaturarlo, e migliorandolo. Su nodi spinosi - segretari comunali, avvocati dello Stato e pubblici, Camere di Commercio, incentivi per i dirigenti - abbiamo trovato soluzioni eque. È importante che si sia potuto discutere in modo concreto e non paralizzante" ha detto il Ministro.
Sì, ma adesso in Aula a Montecitorio si annunciano mille emendamenti...
«Appunto, abbiamo discusso per una settimana, giorno e notte, in Commissione; mille emendamenti sono un`esagerazione. Valuteremo se mettere la fiducia».
Poi ci sarà l`esame della legge delega. Non teme imboscate parlamentari?
«Il ddl delega è calendarizzato in Senato, spero in una approvazione entro la fine dell`anno per varare dall`inizio del 2015 i decreti delegati. L`esito del confronto sul decreto mi rende più ottimista.
È stata davvero una bella discussione, anche considerando le resistenze molto forti di interessi particolari, che hanno premuto sia sul governo che su singoli parlamentari. I rappresentanti di questi interessi ce li siamo a volte ritrovati proprio davanti la porta della Commissione...».
Lobbisti? Di chi?
«Tantissimi, non posso citarli tutti».
Davvero non avete «mollato» su nulla?
«Macché. Sui distacchi sindacali dimezzamento era, e dimezzamento è rimasto. Sulla mobilità obbligatoria nel pubblico impiego, resta la regola che non saranno i sindacati a gestirla. Abbiamo solo inserito una deroga per le madri con figli che hanno meno di tre anni e per chi usufruisce della legge 104 e ha un disabile a carico».
Tuttavia la riforma non genera risparmi di spesa, e la cosa non è piaciuta a Renzi...
«I capisaldi della riforma erano l`equità e il cambiamento della pubblica amministrazione. Non volevamo fare cassa. Ma ci sono norme che producono risparmi significativi».
E sull`età di pensionamento dei «pubblici»? State sfasciando la riforma Fornero?
«Nessuna deroga, nessun pensionamento generalizzato a 62 anni. Abbiamo solo applicato una misura che già esiste nel privato. Quando il dipendente pubblico raggiunge il massimo dell`anzianità contributiva possibile, cioè i 42 anni e sei mesi prescritti dalla legge Fornero, l`amministrazione può unilateralmente dire al lavoratore di andare in pensione d`ufficio».
Uno degli obiettivi della riforma era liberare posti per i giovani. Par di capire che non ci sia da aspettarsi granché.
«C`è comunque una forte inversione di tendenza. Abbiamo varato norme giuste, che hanno generato grandi proteste. Pensiamo ai professori, oppure ai magistrati, con l`abolizione dell`istituto del trattenimento in servizio per tutti. Prima l`amministrazione concedeva a tutti il "trattenimento in servizio", che in teoria era discrezionale . E se si considera che i trattenimenti erano già compresi nei limiti assunzionali, quella persona che rimaneva in servizio rubava un posto a un giovane».
E poi gliene rubava un altro da pensionato, in qualità di consulente.
«Infatti. Per questo ora c`è il divieto assoluto di continuare per i pensionati ad avere lavori nella pubblica amministrazione. Al massimo si può restare un anno, e a titolo gratuito».
Sicura che non riusciranno a trovare una scappatoia?
«Violerebbero la legge. Sfido le amministrazioni a farlo».
Zedde
Pensioni, per le donne l'assegno medio è di 9mila euro l'anno
Nel 2012 le donne, nel trattamento pensionistico, hanno rappresentato il 52,9% dei beneficiari (8.774.099), ma gli uomini percepiscono la quota maggioritaria della spesa (il 56%, pari a 152 miliardi di euro). Kamsin E' quanto emerge dalla rilevazione annuale sui redditi provenienti dalle pensioni e sui beneficiari condotta da Istat e Inps, a partire dai dati dell'archivio amministrativo - Casellario centrale dei pensionati.
L' importo medio delle pensioni e' piu' basso tra le donne (8.965 euro contro 14.728 euro) e si riflette anche in un piu' contenuto reddito pensionistico medio, pari a 13.569 euro contro i 19.395 euro degli uomini. Gli uomini percepiscono importi piu' elevati delle donne su tutto il territorio nazionale, ma in alcune regioni si registrano diseguaglianze piu' marcate. La Liguria e' la regione in cui il reddito pensionistico degli uomini presenta lo scarto maggiore rispetto a quello delle donne (e' del 53,9% piu' elevato), seguita da Lazio (52,1% in piu'), Lombardia (51,8%) e Veneto (51,6%).
Zedde
Pensioni, la Riforma Fornero all'esame della Consulta
La Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Liguria ha sollevato la questione di legittimità costituzionale di una disposizione della riforma Fornero che stabilisce il blocco della perequazione automatica (per gli anni 2012 e 2013) delle pensioni di importo superiore a tre volte il minimo Inps. Kamsin Il giudice unico, Pietro Maltese ha così sospeso il giudizio e rimesso tutti gli atti alla Corte Costituzionale. A fare ricorso una pensionata ligure che chiedeva all'Inps un adeguamento della pensione per gli anni 2012 e 2013.
La stessa ricorrente aveva posto alla Sezione la questione di legittimità costituzionale della legge, che impone il blocco della perequazione automatica per le pensioni più alte. La Sezione della Corte dei Conti ha ritenuto che tale disposizione «mina il sistema di adeguamento di tali trattamenti pensionistici sganciandoli, per un tempo considerevole, dalle variazioni derivanti dal costo della vita».
Zedde
Riforma Pensioni, traguardo piu' vicino per i quota 96
I primari, cioè i medici responsabili di struttura complessa, e i professori non potranno essere collocati d'ufficio in pensione prima dei 68 anni sempre a condizione che abbiano raggiunto la massima anzianità contributiva (42 anni e 6 mesi per gli uomini, 41 anni e 6 mesi per le donne). Plafond aggiuntivo di 600mila euro per i quota 96 della scuola con alcune modifiche sul termine di pagamento del TFS. Ma la misura resta intatta. Kamsin Sono queste le limature che sono state presentate dal Relatore Emaunuale Fiano (Pd) per rispettare alcuni rilievi emersi in Commissione Bilancio ieri alla Camera. Dopo queste modifiche il testo dovrebbe tornare all'esame dell'assemblea alla quale il governo chiederà la questione di fiducia. Che dovrebbe essere votata già stasera dopo le 23. Il testo della legge di conversione al Dl sulla Pa, come anticipato da Pensioni Oggi, dovrebbe quindi ricevere il primo disco verde domani, al massimo venerdì in modo da iniziare l'iter al Senato la prossima settimana.
Nonostante i rilievi opposti dalla Ragioneria dello Stato sulle coperture per i quota 96 e per eliminare i disincentivi sulle penalizzazioni, le forze politiche hanno quindi dimostrato ieri di non voler indietreggiare. Sui Quota 96 della scuola la Commissione Bilancio ha chiesto di specificare meglio la decorrenza del TFS per i 4 mila docenti che avevano raggiunto un diritto a pensione entro il 31 Agosto 2012, ma il termine di pagamento rimarrebbe comunque ancorato alle regole post-Fornero con uno slittamento di alcuni anni. Inoltre la Bilancio ha proposto di introdurre una copertura aggiuntiva di 600mila euro per le lavoratrici che avevano chiesto il passaggio al metodo di calcolo contributivo per l'assegno previdenziale e che, con la deroga, potranno richiedere un trattamento piu' favorevole ancorato ai parametri misto e retributivo (vedi i dettagli). Le risorse arriveranno da una riduzione del Fondo per i comuni montani istituito dalla Finanziaria 2013.
Con queste limature la misura per i quota 96 dovrebbe aver superato anche l'ultimo scoglio e quindi essere a portata di mano. Soddisfazione confermata anche dal presidente della commissione Bilancio, Francesco Boccia (Pd) che ha indicato che l'impegno sulla scuola "è stato rispettato nonostante l'incomprensibile parere contrario del Mef". Dovrebbe essere confermata anche l'eliminazione della disincentivazione all'uscita anticipata sino al 2017 per i lavoratori precoci.
Un piccolo restyling interessa invece il pensionamento d'ufficio al perfezionamento della massima anzianità contributiva. Viene elevata infatti a 68 anni (dai 65 anni) l'asticella per collocare in quiescenza i medici responsabili di struttura complessa e i professori universitari. Per questi ultimi inoltre il licenziamento per sopraggiunti limiti di età potrà scattare solo alla fine dell'anno accademico in cui li hanno compiuti e su decisione del Senato accademico. Non solo. Per ogni docente che andrà via bisognerà assumerne un altro oppure un ricercatore a tempo indeterminato.
Viene anche specificato che la regola per cui non si possono ricoprire incarichi una volta in pensione non riguarderà solo i membri delle giunte degli enti territoriali ma anche i componenti o i titolari degli organi elettivi di ordini e collegi professionali.
Zedde
Riforme: Renzi 'apre alle preferenze, i gufi non mi preoccupano
- Roma, 29 lug. - "I gufi, le riforme, i conti non mi preoccupano. La Libia invece si'", lo ha scritto ieri sera Matteo Renzi su twitter. E tuttavia, a meno di 24 ore dalla ripresa dei lavori a Palazzo Madama sul ddl costituzionale, Matteo Renzi si e' rivolto ai senatori della maggioranza: "La discussione del Senato consentira' di affrontare i nodi ancora aperti: preferenze, soglie, genere". Un'apertura quella del presidente del consiglio a quanti, anche all'interno di coloro che hanno sottoscritto il patto per le riforme, chiedono dall'inizio un ripensamento sul tema delle preferenze, primo fra tutti il Ncd di Angelino Alfano. Ma anche i grillini, nell'ultimo incontro avuto con il premier, avevano posto quello della rapresentativita' fra i cinque punti imprescindibili. Quel colloquio, tuttavia, sembra superato oggi dal ritorno del M5S al partito di lotta e non governo: Beppe Grillo ha annunciato una "guerriglia democratica" per "fermare Renzi e la riforma antidemocratica del Senato".
Riforme: si tratta su ritiro emendamenti e voto a settembre
Lo ha fatto invitando tutti a stampare e diffondere un volantino in cui si spiegano i rischi che corre la democrazia in Italia. Ma il MoVimento sara' anche in piazza per 'presidiare' fisicamente ai lavori del Senato. Le ipotesi in campo, fino a questo momento sono de: che ci possa essere una mobilitazione sui territori o, piu' semplicemente un sit-in per tutta la durata dei lavori d'Aula davanti a Palazzo Madama. A dirsi fedele alla lettera del patto del Nazareno e', ancora una volta, Forza Italia. Il presidente dei senatori azzurri Paolo Romani non intende "valutare modifiche a quella versione" dell'Italicum. Eventuali cambiamenti, afferma, saranno possibili "solo dopo un incontro tra i contraenti" del patto. Ovvero Renzi e Berlusconi. Un vertice, in effetti, pareva alle porte, ma una improvvisa indisposizione dell'ex cavaliere ha fatto saltare l'appuntamento.
Cuperlo, ora via l'ostruzionismo alle riforme rivedere l'Italicum
Tuttavia, stando a quanto viene riferito, Berlusconi sarebbe rimasto sorpreso da quella che considera una prova di debolezza di Renzi, con le aperture sulle preferenze e sulle soglie di sbarramento non concordate preventivamente. Il patto, per Forza Italia, rimane quello anche se fonti del partito riferiscono che una trattativa sarebbe gia' in corso per arrivare a un punto di caduta in un sistema che preveda capi lista 'blindati' e il resto delle candidature aperto alla scelta degli elettori. Un sistema al quale, in questo momento, Forza Italia dice 'no', ma che potrebbe rappresentare un punto di caduta accettabile con un accordo complessivo che comprendesse anche l'assetto istituzionale. Esultano, al contrario, gli alfaniani: il ministro dell'Interno aveva auspicato durante la prima assemblea del partito, modifiche all'impianto della legge elettorale, soprattutto sul tema delle preferenze e della soglia di sbarramento. E ieri, il capogruppo al Senato, Maurizio Sacconi, ha detto di apprezzare la lettera del premier perche' si rivolge alla maggioranza e "perche' riconoscere essere aperto il nodo delle preferenze e delle soglie di accesso alla rappresentanza". Intanto, a Palazzo Chigi il premier continua a lavorare sui dossier piu' spinosi. A cominciare da quello per le nomine Ue. Ieri, in un ora di colloquio con Massimo D'Alema, il premier ha avuto modo di ribadire la sua posizione: nessun nome per l'alto rappresentante della Politica estera e di sicurezza comune, prima di essere sicuro che questo possa ottenere un ampio consenso in seno al Consiglio Europeo chiamato a votare la proposta. Nello stesso colloquio, poi, i due avrebbero discusso di scenari internazionali, Libia e Medio Oriente innanzitutto, soffermandosi anche sulle riforme. .