Berlusconi diffidato dal Tribunale Mi scuso, era solo una battuta In evidenza

Martedì, 01 Luglio 2014

- Milano, 1 Lug. - Beatrice Crosti, il giudice che ha disposto l'affidamento in prova ai servizi sociali di Silvio Berlusconi, ha presentato un richiamo formale all'ex presidente del Consiglio per le parole da lui pronunciate contro la magistratura durante la sua testimonianza al processo a carico di Valter Lavitola in corso a Napoli. Davanti al richiamo di Crosti, la quale lo avrebbe avvertito che il percorso avviato "non e' un gioco", l'ex premier avrebbe chiesto "scusa" per la frase sulla magistratura (definita "incontrollata, incontrollabile, irresponsabile" nella testimonianza resa a meta' giugno nel processo a Valter Lavitola a Napoli), sostenendo che si sarebbe tratto solo di una "battuta".

L'umore dell'ex premier e' nero. E non solo per il 'richiamo' rivoltogli dal Tribunale di sorveglianza a seguito delle parole contro la magistratura pronunciate a Napoli durante l'udienza del processo Lavitola. Silvio Berlusconi, riferisce chi ha avuto modo di parlarci, ha manifestato tutta la sua irritazione per quello che giudica un trattamento da scolaretto al quale la maestra da' una bacchettata sulle mani perche' e' stato cattivo. E di fatti, l'ex Cavaliere si sarebbe scusato con il giudice di Sorveglianza, Beatrice Crosti, per le parole pronunciate a Napoli, derubricate pero' dallo stesso ex premier al livello di battuta. Ma con la promessa di non uscire piu' dai binari. Del resto, il rischio per Berlusconi sarebbe alto, e oggi - spiegano fonti di Forza Italia - il magistrato di Sorveglianza avrebbe avvertito l'ex capo del governo del fatto che una 'seconda volta' non sarebbe tollerata, pena la revoca dell'affido ai servizi sociali.

A 'bruciare' maggiormente all'ex premier, riferiscono ancora le stesse fonti forziste, e' il bavaglio che, a suo dire, gli e' stato ingiustamente imposto. Non posso piu' parlare liberamente, si sarebbe sfogato il leader azzurro con i fedelissimi. Questa sera tardi, o al massimo domani, Berlusconi fara' rientro a Roma, ma anche a causa dell'ora di colloquio con il giudice Crosti la voglia di riunire i parlamentari azzurri giovedi' - per la verita' gia' minima - e' ulteriormente scemata. Ma ormai, osservano alcuni big di piazza San Lorenzo in Lucina, il dado e' tratto e Berlusconi non puo' disdire l'appuntamento - per la verita' l'assemblea congiunta non e' ancora stata convocata ufficialmente. L'orario ancora ipotetico dovrebbe essere le 10 di mattina o il primo pomeriggio - sia perche' il malumore, in primis tra i senatori, non accenna a diminuire, sia perche' l'ex premier ha la necessita' di assicurarsi che i suoi parlamentari non facciano scherzi in Aula, quando la riforma costituzionale passera' all'esame dell'emiciclo di palazzo Madama.

L'ex premier, infatti, resta convinto della necessita' che Forza Italia non si sfili ne' si smarchi dal percorso delle riforme. Innanzitutto perche' strettamente legate alla legge elettorale, sulla quale il leader azzurro vuole 'imporre' tutto il peso dei numeri forzisti. Una sorta di 'do ut des' con Renzi: noi votiamo come da accordo le riforme, anche se il testo del ddl non ci soddisfa appieno, ma il Pd deve mantenere la parola data sull'Italicum, che non va assolutamente stravolto, ne' tantomeno vanno inserite le preferenze o abbassate le soglie di sbarramento, altrimenti - e' il ragionamento - torna il potere di veto dei piccoli partiti. E sul punto, sembra aver ricevuto rassicurazioni dal Pd, cosi' sui tempi, tanto che oggi la presidente Finocchiaro ha annunciato che la commissione Affari costituzionali di palazzo Madama avviera' l'esame della legge elettorale subito dopo il ddl riforme, gia' entro l'estate. Insomma, obtorto collo - e salvo sorprese dell'ultimo minuto - Berlusconi giovedi' dovra' presiedere la riunione dei parlamentari azzurri, con l'alto rischio che si trasformi in uno sfogatoio se non in un lancio di stracci tra i fautori della trattativa con Renzi (tra cui Verdini ma anche Romani) e i malpancisti, che vorrebbero una linea piu' netta e dura nei confronti del governo (in prima fila Brunetta, ma anche Fitto che oggi ha suonato la "sveglia" al suo partito chiedendo di non avere un "atteggiamento passivo"). Non e' un caso che tra gli azzurri c'e' chi prova a suggerire di riunire solo i senatori, cosi' da evitare che l'Assemblea congiunta - alla quale sono invitati anche gli europarlamentari - possa prendere una piega non gradita al Cavaliere. Il quale, d'altra parte, avrebbe insistito, nei contatti con i vertici del Pd, affinche' le riforme siano approvate in prima lettura al Senato prima del 18-20 luglio, giorni in cui e' attesa la sentenza del processo di secondo grado sulla vicenda Ruby. Il timore, stando ai ragionamenti di alcuni maggiorenti azzurri, e' che qualora dovesse essere confermata la condanna - ipotesi che preoccupa Berlusconi - per il leader azzurro diventerebbe difficoltoso 'governare' le sue truppe e impedire fughe in avanti in Aula sulle riforme. .

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