Europa in stallo, si ferma Berlino. Grillo, via dall'Euro

Venerdì, 15 Agosto 2014

- Roma, 15 ago. - In Europa la crisi non e' finita. Nel Vecchio Continente si e' fermata anche la locomotiva tedesca. Dopo la certificazione della recessione italiana di inizio mese e' stato il turno di Francia e Germania. Se Parigi e' ferma, Berlino arretra dello 0,2% nel secondo trimestre. Berlino rivede al ribasso anche la crescita del primo trimestre, che passa da +0,8% a +0,7%. Intanto il Pil della Francia nel secondo trimestre resta fermo, come nei primi tre mesi: non e' recessione ma ci siamo quasi. Di riflesso, il governo di Parigi annuncia che non rispettera' i target di deficit e fa sapere che a fine anno arrivera' al 4%, oltre il prefissato 3,8%, che Bruxelles riteneva gia' eccessivo. Inoltre le stime del Pil di fine anno vengono dimezzate: la Francia crescera' solo dello 0,5% e non dell'1% come il governo stimava. Senza l'apporto di Germania e Francia, anche il Pil dell'Eurozona mostra la corda. Lo rivela Eurostat nelle stime flash, secondo le quali l'economia dell'area euro nel secondo trimestre resta ferma su base trimestrale e avanza solo dello 0,7% su base annua. L'Europa dunque resta al palo e, su Le Monde, il ministro delle Finanze francese, Michel Sapin chiede piu' flessibilita' a Bruxelles: "Questa situazione di crescita troppo debole, di inflazione troppo debole e di una riduzione troppo lenta dei deficit trova la sua origine in cause propriamente francesi ma mostra anche una situazione rispetto alla quale solo una reazione globale europea puo' dare una risposta". Inoltre Sapin chiede alla Bce di "mettere in atto una politica monetaria in grado di far fronte a questa situazione eccezionale". L'appello di Parigi pero' non trova grande eco a Francoforte. La Bce, nel suo bollettino mensile, ribadisce il suo impegno a ricorrere a strumenti straordinari per far fronte a una prolungata bassa inflazione, ma per ora si accontenta di ricordare che il programma Omrlt sulle operazioni di rifinanziamento a lungo termine rafforzera' la sua politica accomodante e concorrera' a riavvicinare al 2% il tetto di inflazione. Inoltre l'Eurotower chiarisce che la sua ricetta per rilanciare la ripresa "moderata e disomogenea" dell'Eurozona e' quella di dare piu' slancio alle riforme strutturali per promuovere gli investimenti privati e creare posti di lavoro, procedendo pero' in linea con il Patto di Stabilita' e di crescita e senza vanificare i progressi conseguiti nei conti pubblici. Secondo il responsabile del Servizio Studi di Bnl Gruppo Bnp Paribas, Giovanni Ajassa i deludenti dati del prodotto interno lordo nelle principali economie dell'Eurozona sono frutto, in buona parte, della frenata delle esportazioni. "L'Italia non e' da sola. I dati del Pil nei principali paesi dell'eurozona ci dicono che la stasi dello sviluppo e' un problema europeo: un problema - rileva Ajassa - a cui l'Europa della moneta unica deve dare risposte comuni che vanno oltre le leve della moneta e del credito". "Dietro l'indebolimento della congiuntura, in Italia come nel resto dell'eurozona, c'e' un dato comune: la decelerazione delle esportazioni. All'interno del fermo dell'export c'e' un doppio ordine di problemi". Questa situazione tuttavia non spaventa i mercati che chiudono (ad eccezione di Milano e Madrid) in positivo e lo spread segna un arretramento a 163 punti base rispetto ai 168 dell'apertura. A sostenere le borse i toni concilianti del presidente russo Vladimir Putin.

GRILLO: FUORI DALL'EURO PER NON MORIRE

"Fuori dall'euro per non morire". Beppe Grillo, con un titolo che suggerisce l'uscita dell'Italia dall'Eurozona, rilancia un lungo articolo del Telegraph, in cui dopo una lunga analisi dell'economia italiana e dei suoi rapporti con quelle europee si conclude, che nonostante le difficolta' di questa scelta, "questa volta potrebbe non essere cosi' evidente che il Paese voglia essere salvato alle condizioni europee. Renzi - si legge nell'articolo del quotidiano inglese rilanciato da Grillo - puo' giustamente concludere che l'unico modo possibile per adempiere al suo compito di un Risorgimento per l'Italia, e costruirsi il proprio mito, e' quello di scommettere tutto sulla lira". .

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