Pronta la norma sull'abuso del diritto. Per le imprese scatta la non punibilità per le frodi sotto i mille euro: ci saranno solo sanzioni amministrative.
Kamsin Entro fine mese, nel prossimo consiglio dei ministri, o al massimo a quello successivo, il Governo dovrebbe varara altri due decreti legislativi di attuazione della riforma fiscale, quella stessa riforma che ha portato alla dichiarazione dei redditi precompilata. Il provvedimento piu' atteso è quello sull'elusione fiscale, il cosiddetto «abuso del diritto», quello per cui si riescono a pagare meno tasse pur senza violare nessuna norma tributaria, ma sfruttando le maglie delle regole, non sarà più un reato. O almeno non sempre.
Il lento lavoro di rifinitura delle norme - elaborato dalla commissione presieduta dal presidente emerito della Corte costituzionale, Franco Gallo, che ha visto coinvolti nelle ultime settimane ministero dell’Economia, agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza - è, infatti, ormai quasi completato. Molte le notività in arrivo come anticipate dall'agenzia di stampa Public Policy. In primo luogo le frodi sotto i mille euro non saranno piu' punibili penalmente, ci saranno solo sanzioni amministrative. La normativa, inoltre, sarà estesa anche alle violazioni già commesse alla data di entrata in vigore delle nuove norme purché non sia stato notificato un atto di accertamento.
La soglia di punibilità sale a mille euro - Il testo del provvedimento allo studio del Governo indica una soglia di mille euro al di sotto della quale è prevista la non punibilità per il reato di frode fiscale attraverso l’uso ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Ci saranno, in tal caso, solo sanzioni amministrative. Inoltre le nuove norme dovrebbero essere applicabili anche alle violazioni già commesse prima dell’entrata in vigore del decreto delegato a condizione, tuttavia, che non stato già notificato un atto impositivo. Secondo le indiscrizioni, inoltre le imprese che decideranno di aderire ad un regime di adempimento collaborativo sotto la supervisione del Fisco, in caso di dichiarazione dei redditi infedele, avranno una soglia di punibilità più alta, il doppio di quella di coloro che invece non scelgono la collaborazione con l’Agenzia delle Entrate.
C’è poi tutto il capitolo dei reati tributari. La certezza è che dovrebbe essere depenalizzato il reato di omesso versamento Iva oltre la soglia dei 50 mila euro.
Il raddoppio dei termini di accertamento tributario - Ancora aperta la questione relativa al raddoppio dei termini di accertamento tributario. Oggi il Fisco ha normalmente 4 anni di tempo per scovare gli evasori ma, in caso di reato, i termini possono essere raddoppiati sino ad a 8 anni. La norma inserita nel decreto sull’abuso del diritto, prevede invece che il raddoppio dei termini di accertamento possa essere concesso all’Agenzia delle Entrate solo nel caso in cui la denuncia penale avvenga entro i termini ordinari, ossia quattro anni. Se la denuncia parte il quinto anno l’accertamento è nullo. L’Agenzia avrebbe chiesto di mantenere la possibilità di operare oltre i limiti temporali in alcuni casi, quando emergano nuovi elementi che possano riaprire le istruttorie. La norma non è retroattiva e, anzi, la delega prevede espressamente che non possa esserlo.
Zedde