Per il versamento è possibile utilizzare il modello F24 “ordinario”: i dati relativi al versamento dell’Imu/Tasi devono essere evidenziati nella “Sezione Imu e altri tributi locali”. Il versamento deve essere effettuato con arrotondamento all’unità di euro; non deve essere effettuato se l’importo dovuto non supera i 12 euro (va riferito all’imposta dovuta per l’intera annualità). Tuttavia, i Comuni possono deliberare importi diversi ed è, quindi, possibile che sia richiesto anche il versamento di somme inferiori a detto limite.
I soggetti non titolari di partita Iva possono utilizzare anche il modello F24 “semplificato” ai fini del versamento in esame. Le modalità di compilazione di tale modello sono analoghe a quelle previste per il modello “ordinario”, unica differenza è l’indicazione del codice “EL” che individua l’Ente locale quale destinatario del versamento all’interno della sezione “Motivo del pagamento” (colonna “Sezione”).
Infine è possibile pagare tramite l’apposito bollettino postale presentato in forma cartacea ovvero utilizzando il canale telematico gestito da Poste Italiane Spa. I Comuni, tuttavia, non inviano a casa nulla di precompilato per cui spetta ai contribuenti compilare il bollettino. I codici tributo Imu e Tasi 2018 per effettuare il pagamento sono riportati nella tavola sottostante e sono disponibili comunque sul sito dell'Agenzia delle Entrate. E' bene ricordare che, anche se Imu e Tasi riguardano lo stesso immobile, occorre compilare due moduli distinti (per l'F24 due diverse righe) indicando i diversi codici di riferimento dei tributi.
Chi non paga
Niente Imu e Tasi anche quest'anno per i proprietari di una prima casa che non sia di lusso ossia rientri nelle categorie A/1, A/8 e A/9 nonchè per gli immobili assimilati a norma di legge a prima casa. Del pari sono esentati dalla tasi gli inquilini e i comodatari se hanno adibito l'immobile a prima casa. Per chi deve pagare l'imposta la base imponibile (uguale per Imu e Tasi) si ottiene prendendo la rendita catastale dell’immobile (ad esempio 1.000) e rivalutandola del 5% (quindi 1.000 + [1.000 x 0,05] = 1.050); il risultato va moltiplicato per il relativo coefficiente, ad esempio 160 per le abitazioni e le relative pertinenze (perciò 1.050 x 160 = 168.000). La base imponibile va quindi moltiplicata per l’aliquota decisa dal Comune (diversa per Imu e Tasi) per il saldo dell’anno scorso (ad esempio il 2,5 per mille, perciò 168.000 x 0,0025 = 420). Infine, si sottrae l’eventuale detrazione (indicata nella delibera comunale), si divide per due e il risultato così ottenuto corrisponde all’acconto da versare.