La delibera assunta dal Consiglio di Amministrazione dell’Ente il 4 maggio 2018, e prontamente trasmessa ai dicasteri competenti per la consueta approvazione, ha proposto infatti la distribuzione sul montante previdenziale degli iscritti dell’80% del gettito della contribuzione integrativa riferita al 2016 (quella cioè versata dai committenti per le prestazioni dei liberi professionisti). A fine 2018, è giunta la nota ministeriale di approvazione del provvedimento, nella quale si legge che le proiezioni economiche e patrimoniali presentate hanno evidenziato “la congruità dei rendimenti finanziari a copertura degli oneri di rivalutazione e perequazione dei trattamenti pensionistici, nonché dei costi di gestione e di assistenza”. La decisione consentirà quindi di «spalmare» sui montanti dei circa 14.000 iscritti oltre 23,5 milioni di euro incidendo ancora una volta positivamente sull’adeguatezza dei futuri assegni pensionistici degli iscritti.
Si tratta della terza delibera approvata da parte dei Ministeri vigilanti che consente all’EPPI per il quinto anno consecutivo di destinare il contributo integrativo al miglioramento delle pensioni e delle prestazioni degli iscritti. La prima approvazione ministeriale permise, infatti, all’Ente di distribuire i contributi integrativi riferiti agli anni 2012 e 2013 sui montanti degli iscritti. La seconda invece diede il via libera per la distribuzione dell’80% della contribuzione integrativa relativa agli anni 2014 e 2015 (tale quota parte venne specificatamente richiesta dai Ministeri in via prudenziale; prudenza e cautela che l’EPPI ha voluto mantenere anche nell’ultimo deliberato trasmesso).
“Negli ultimi quattro anni – commenta il Presidente Valerio Bignami – abbiamo riconosciuto ai nostri colleghi 80,6 milioni di euro, tutti provenienti dai versamenti integrativi riferiti al quadriennio 2012-2015. Siamo molto soddisfatti di poter affermare oggi che tale somma supera i 104 milioni di euro con la contribuzione del 2016. A questi – prosegue il Presidente – non scordiamo di aggiungere gli oltre 9 milioni di euro derivanti dalla maggiore rivalutazione rispetto ai tassi di legge, già accreditati sui montanti”.