Governo frena su pensioni, cancellata quota 96 per insegnanti

Martedì, 05 Agosto 2014
- Roma, 5 ago. - Frenata sulle pensioni: dei medici, dei professori universitari, di quelle della scuola toccate dalla "quota 96". Il governo lo annuncia di prima mattina, attraverso il ministro Marianna Madia che entra in commissione affari costituzionali del Senato mentre si passa al vaglio il decreto sulla pubblica amministrazione. "Ci saranno quattro emendamenti soppressivi", preannuncia. Detto fatto: dalla commissioni esce un provvedimento ritoccato su una serie di punti delicati (alla fine sono tre). Viene cancellata la cosiddetta 'quota 96' (che dava il via libera a circa 4mila pensionamenti nella scuola) e sparisce il tetto dei 68 anni per il pensionamento dei professori universitari e dei primari. Tornano, infine, le penalizzazioni per chi va in pensione a 62 anni. Ora si va in Aula che, in omaggio ai ritmi di lavoro galoppanti tenuti in questi ultimi giorni, alle 20 procedera' con la discussione generale per passare alle votazioni nella mattinata di domani. Sara' anche questo un passaggio rapido: lo stesso ministro Madia ha lasciato intendere con pochi giri di parole che si procedera' con regolare richiesta di voto di fiducia (la 18ma posta dal governo sin dalla sua nascita) e si andra' oltre, con la ripresa dell'esame delle riforme. Scontente le opposizioni, in particolare Sel: "Il Governo dei soli annunci ha colpito ancora: per i lavoratori della scuola 'quota 96' si allontana di nuovo il sacrosanto diritto di andare in pensione". Ma anche Forza Italia non e' per nulla convinta: una decisione "vergognosa in cui vince la burocrazia". Peculiare il fatto che i mugugni arrivino anche da una parte dei deputati del Partito Democratico. In sette chiedono al governo di ripensarci, anche loro parlando di vittoria dei freddi numeri della burocrazia sul buon senso. Matteo Renzi, intanto, si esprime per interviste. Ne concede una a "La Repubblica" che ha tutta l'aria di voler preparare la campagna di settembre. "E' vero la ripresa e' debole. Ma non siamo messi male e il prossimo non sara' un autunno caldo", rassicura, "La Troika non arrivera' e se mai ci fosse bisogno di una manovra, non imporremo nuove tasse. E comunque rimarremo sotto il 3% nel rapporto deficit/pil". La parola d'ordine sembra essere 'serenita'".

Lascia un commento

Assicurati di inserire (*) le informazioni necessarie ove indicato.
Codice HTML non è permesso.

© 2022 Digit Italia Srl - Partita IVA/C.f. 12640411000. Tutti i diritti riservati