Lavoro: Renzi dice basta ai compromessi, riforme necessarie

Giovedì, 25 Settembre 2014
- Roma, 25 set. - "Io rispetto tutte le idee, rispetto le idee del sindacato, compromesso non e' una parola cattiva ma in questo caso il compromesso non e' la strada. Questo non e' il momento del compromesso ma e' il tempo del coraggio". Matteo Renzi tiene il punto e, intervistato da Bloomberg tv nel corso della sua missione negli Usa, torna a mettere sul piatto il suo stesso destino politico: "Se non saro' capace di cambiare l'Italia allora non potro' continuare la mia carriera politica". Il presidente del Consiglio spiega di aver deciso "di investire nell'unica strategia possibile: una radicale rivoluzione per il mio Paese. Ho avuto il 41% alle ultime elezioni, e - avverte - usero' assolutamente tutto il mio consenso per cambiare il mio Paese. Non sono venuto a New York per spendere troppe parole sul futuro: io ho iniziato una rivoluzione su mercato del lavoro, sulla Costituzione, sulla Pubblica Amministrazione e se non saro' capace di usare il 41% per cambiare l'Italia vuol dire che non saro' capace di continuare la mia carriera politica". A chi ipotizza sviluppi che portino alle urne, Renzi manda a dire che "non e' il momento delle elezioni in Italia. Dobbiamo assolutamente rispettare i tempi indicati dalla Costituzione e le prossime elezioni ci saranno nel 2018: sono assolutamente impegnato a raggiungere questo traguardo". Tornando alle ricette per l'uscita dalla crisi, Renzi considera che "le decisioni di Draghi sono buone, ma per il futuro credo che la prima cosa necessaria sia fare le riforme strutturali in ogni paese e questo e' nelle mani dei paesi non della Bce". Resta il dissenso nel Pd. "Lunedi' avremo un altro sbrego alla Costituzione. Si chiede che i nuovi equilibri del Pd mettano a tacere, senza neanche un dibattito, i gruppi parlamentari", dice il senatore Corradino Mineo. "Io credo che sia dovere del Pd discutere per trovare una posizione unitaria per fare della riforma del lavoro una riforma importante per il Paese", osserva invece Gianni Cuperlo. Il leader di Sinistradem ritiene che "anche sulla questione dell'articolo 18 si possa trovare una soluzione di buon senso. Viviamo una crisi economica pesantissima e penso si possa discutere dell'allungamento del periodo di prova del contratto a tutele crescenti. Ma in ogni caso - ribadisce - terminato il periodo di prova non si puo' escludere in via di principio la possibilita' per il giudice di valutare l'opzione della reintegra. Sostenere che una norma del genere bloccherebbe la ripresa del paese appare una tesi stellare rispetto al mondo reale". Non mancano anche oggi le bordate di Grillo a Ue, "l'Europa, con rispetto parlando, puo' andarsene a fanculo", e a Napolitano, "ci prende per il culo parlando di 'conservatorismi' dopo che e' stato mantenuto dagli italiani a fare il 'politico' come deputato dal 1953". .

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