Il Governo pone la fiducia alla Camera per accelerare la terza lettura del Decreto Lavoro. Damiano: "bene il provvedimento. Ora il governo si occupi di esodati e pensioni"
{div class:article-banner-left}{/div}
Dopo il parere favorevole senza osservazioni della commissione Bilancio della camera, il decreto lavoro è approdato oggi in aula dove il governo con il ministro Boschi in serata ha posto la fiducia per consentire la conversione in legge del provvedimento. Il rush finale è dovuto dall'avvicinarsi della scadenza del decreto, che deve essere convertito entro il 19 Maggio pena la decadenza.
Contro la fiducia ha protesto Massimiliano Fedriga della Lega lamentando che per l’ennesima volta viene maltrattato il parlamento. Sulla stessa linea d’onda si sono attestati Forza Italia e i Cinquestelle che in precedenza avevano chiesto il rinvio del decreto in Commissione, senza tuttavia ottenerlo. Come si ricorderà il testo è già stato approvato con fiducia sia alla camera che al senato dove, secondo il parere del relatore Carlo dell’Aringa, il provvedimento è stato migliorato. Per il ministro del lavoro Poletti il provvedimento migliora le condizioni di lavoro: «È meglio avere la possibilità di stare 36 mesi in un posto di lavoro piuttosto che avere sei ragazzi che cambiano il loro lavoro ogni sei mesi perchè l’imprenditore, preoccupato di dover formalizzare una causale, preferisce interrompere il contratto e prenderne un altro».
Secondo Cesare Damiano, ex ministro del lavoro Pd, il Decreto Lavoro "è un compromesso accettabile che mantiene inalterata nella sua formulazione finale la sostanza delle correzioni apportate in prima lettura alla Camera".
Ora secondo Damiano le forze parlamentari dovranno concentrarsi sugli altri temi caldi: "la battaglia si sposterà sul tema della Delega e sui suoi capisaldi essenziali come il contratto di inserimento a tempo indeterminato, per il quale dovrà valere a regime anche la tutela dell’articolo 18 e sugli ammortizzatori sociali, che andranno estesi anche ai lavoratori precari".
Damiano torna a lanciare la sfida anche sul capitolo previdenza, sino ad ora non toccato dal Governo Renzi: "vogliamo ancora una volta dire al Premier Matteo Renzi che tra le priorità della sua azione politica deve essere incluso il tema delle pensioni al fine di risolvere tempestivamente il problema degli ‘esodati’, delle ricongiunzioni e di “quota 96″ degli insegnanti. La legge Fornero sulla previdenza va cambiata: se si vuole, come afferma il ministro Poletti, trovare una soluzione strutturale, bisogna tornare alle quote introdotte nel 2007 o alla flessibilità nell’uscita dal lavoro verso la pensione".