Naspi 2015, M5S: l'importo dell'assegno si ridurrà troppo velocemente

Venerdì, 06 Marzo 2015

La riforma degli ammortizzatori sociali entra nel vivo. Dal prossimo 1° maggio l'Aspi sarà sostituita dalla Naspi la cui durata ed importo saranno strettamente correlate alla retribuzione media pensionabile dei 4 anni antecedenti la domanda. Kamsin Abbiamo raccolto il parere della senatrice Nunzia Catalfo (M5S) che ci ha esposto il proprio punto di vista e i punti critici della Riforma soprattutto per quanto riguarda il calcolo dell'importo che, secondo il M5S risulterebbe particolarmente penalizzante.

Senatrice quali sono i punti piu' controversi del nuovo ammortizzatore? La parte peggiore è il sistema di calcolo dell'assegno o meglio la sua lenta e graduale riduzione. E' previsto infatti che la NASpI si riduca progressivamente nella misura del 3 per cento al mese dal primo giorno del quarto mese di fruizione. La percentuale di riduzione, apparentemente esigua, risulta in realtà gravemente penalizzante.

Perchè? Per il reddito preso a base e che dovrà essere rivalutato ogni anno sulla base degli indici Istat del costo della vita, (1195 euro), l'indennità lorda sarà inizialmente di 896,35 euro per arrivare, nel caso di utilizzo di tutte le 78 settimane di copertura, ad un'indennità lorda di 567,55 euro che rappresenta il 47,49 per cento del reddito di cui si godeva al momento della perdita del lavoro. Se si prende ad esame un reddito di 1500 euro lordi (range nel quale rientra la stragrande maggioranza dei lavoratori) l'indennità lorda sarà inizialmente 972,5 euro per arrivare, sempre nel caso di utilizzo di tutte le 78 settimane, ad un'indennità lorda di 615,84 euro che rappresenta il 41,06 per cento del reddito di cui si godeva al momento della perdita del lavoro. Ambedue le cifre citate sono al di sotto della soglia di povertà.

Tale riduzione appare dunque illogica, punitiva ed ingiustificata quasi che la permanenza nella condizione di disoccupazione sia imputabile alla volontà del lavoratore. E' infatti col permanere dello stato di disoccupazione che si andranno progressivamente ad erodere gli eventuali risparmi a cui può fare ricorso il lavoratore che abbia perso il lavoro e dunque sarà proprio nel momento di maggiore necessità che quello stesso lavoratore si vedrà ridurre l'effettivo importo del beneficio in maniera inversamente proporzionale all'aumentare delle necessità;

Cosa avete proposto al Governo? Noi abbiamo formulato un parere, in seno alla Commissione Lavoro del Senato che chiedeva la cancellazione della disposizione in questione. Anzi la si dovrebbe invertire prevedendo un incremento anzichè una riduzione.

Non si rischia in questo modo di incentivare comportamenti poco disponibili alla ricerca di un nuovo lavoro? No. L'obiezione in base alla quale una simile modifica finirebbe per disincentivare il lavoratore a ricercare un'occupazione è facilmente contraddetta tenendo conto della disposizione che condiziona l'erogazione della NASpI "alla regolare partecipazione alle iniziative di attivazione lavorativa nonché ai percorsi di riqualificazione professionale proposti dai Servizi competenti". Al fine di rendere realmente efficace tale meccanismo di condizionalità sarebbe tuttavia necessario dare piena e rapida attuazione alle apposite disposizioni di delega sui servizi essenziali in materia di politica attiva del lavoro, destinando a tal fine consistenti ed adeguati investimenti in capitali e risorse umane.

Alcuni problemi riguardano anche il calcolo della pensione.

Quali? Rispetto alla prima versione dello schema di decreto pubblicata, è stata cancellata la previsione, di cui all'articolo 12, del periodo transitorio per il 2015 per quanto riguarda la contribuzione figurativa che invece viene sin da subito rapportata entro un limite di retribuzione pari a 1,4 volte l'importo massimo mensile della NASpI per l'anno in corso. In pratica l'assegno pensionistico sarà piu' leggero.

Però il detrimento sarebbe solo sugli assegni medio-alti. Non potrebbe essere accettabile? Sì, a patto che si inserisca una specifica disposizione volta a consentire al lavoratore la possibilità di integrare, mediante versamenti volontari la contribuzione figurativa fino al raggiungimento di un monte contributivo pari a quello che sarebbe spettato in mancanza del riproporzionamento.

Si è posta anche la questione dei lavori stagionali. Come stanno le cose? E' uno dei temi che il Governo non ha affrontato. La nuova disciplina appare svantaggiosa per i lavoratori stagionali che non potranno più coprire il proprio reddito per tutto l'anno, in quanto percepiranno l'indennità per la metà dei mesi lavorati. In pratica chi riusciva a lavorare 6 mesi all'anno, poteva coprire gli altri 6 mesi dell'anno con il sussidio. Dal 1° maggio invece, i lavoratori stagionali, percepiranno la metà dei mesi lavorati (quindi solo per 3 mesi). Il danno economico, per le famiglie che lavorano in posti dove c'è solo lavoro stagionale, sarà enorme. Questa situazione comporterà l'impoverimento dei paesi che vivono di turismo. 

seguifb

Zedde

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