Napolitano, Avanti senza strappi

Lunedì, 29 Settembre 2014

- Roma, 29 set. - Lo aveva detto chiaramente una settimana fa: "Conservatorismi, corporativismi e ingiustizie" frenano l'Italia. Paese che va "rinnovato" con una "rivoluzione sistemica". Non c'e' motivo, quindi, per ritenere che Giorgio Napolitano abbia cambiato opinione in un tempo cosi' breve.

Il Capo dello Stato ha atteso il ritorno del presidente del Consiglio Matteo Renzi dalla sua lunga tournee americana e lo ha ricevuto al Quirinale per farsi relazionare. Le poche, scarne righe filtrate dopo il faccia a faccia dicono che Renzi ha riferito sulla sua partecipazione all'Assemblea generale dell'Onu, quindi il colloquio si e' incentrato sugli "sviluppi prossimi dell'attivita' parlamentare".

Questo vuol dire sostanzialmente due cose: 1) questione della Corte Costituzionale; 2) i provvedimenti sul lavoro. Di piu' grande impellenza la prima, ma quanto ad importanza forse la seconda e' preminente.

Napolitano rispetta profondamente la divisone dei compiti e dei ruoli, quindi le sue non possono che essere considerazioni di metodo. Ed il metodo, da sempre, e' quello di procede manzonianamente, cioe' "avanti con giudizio". Evitando strappi, evitando che la carrozza travolga qualche povero manifestante che chiede il pane provocando in questo modo uno sconquasso sociale. E' storia vecchia che risale almeno al 1630. Ragione per cui la chiarezza degli intenti non deve prescindere da un coinvolgimento di tutti gli attori interessati, magari anche se recalcitranti alla riforma.

Il riferimento sembra essere ai sindacati, nei confronti dei quali i toni forse sono stati un po' aspri. L'urgenza piu' impellente e' comunque quella della Consulta. Restano vuoti due scranni, destinati ad altrettanti giudici della Corte Costituzionale di nomina parlamentare. Sono state 14, finora, le votazioni andate sprecate. Domani c'e' la quindicesima.

Napolitano non ha trattenuto al riguardo la sua profonda irritazione, nelle scorse settimane. Tanto da fargli mettere nero su bianco un avvertimento: "Il succedersi senza risultato conclusivo delle votazioni solleva gravi interrogativi e se questo e' avvenuto anche in passato cio' non toglie niente alla gravita'" dei fatti. Il fatto e' che la Corte e' uno degli organi essenziali dello Stato. Bloccarla per mesi e mesi significa impedirne il funzionamento regolare. Il sistema ha bisogno di una Consulta nel pieno delle sue forze. Anche perche' da qua a poco piu' di un mese tocchera' a Napolitano stesso nominare a sua volta altri due giudici. Prerogativa che gli e' assegnata dalla Costituzione, e che il presidente della Repubblica gradirebbe poter esercitare senza la fretta imposta dalle manchevolezze parlamentari.

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