In un comunicato stampa diffuso l'Istituto di Previdenza ha aperto parzialmente alle Casse riformulando il testo della convenzione e spuntando dallo stesso il riferimento ai costi di gestione di ciascuna pratica in cumulo. Il nuovo testo prevede una modifica dell’articolo che riguarda i costi, da dividere però in base alla quota di pensione erogata da ciascun ente e non più nella quota fissa di 65 euro. Sarà una commissione di esperti a determinare l’importo da dividere e a lasciare alle parti, in caso di mancata identificazione dell’importo entro 60 giorni, la possibilità di adire al giudice. Il nuovo testo di convenzione permetterebbe, inoltre, da subito di sbloccare i pagamenti e di lasciare che le parti risolvano le difficoltà burocratiche in un secondo momento, senza che questo abbia ulteriori ripercussioni sui professionisti coinvolti.
L'attrito con le Casse tuttavia resta. Gli istituti privati premono, invece, per la controfirma delle convenzioni già spedite all'Inps in settimana che si rifanno alla precedente convenzione, quella che regola lo strumento delle totalizzazione, in vigore dal 2007, mai disdetta, che non prevede per le Casse altro che la corresponsione degli oneri postali e bancari. Mentre la nuova convenzione Inps parla comunque di una compartecipazione delle Casse ai costi. Secondo l'Adepp, l'associazione che raggruppa le Casse dei Professionisti, questa posizione è avallata anche dal Ministero del Lavoro che lo scorso 14 marzo ha bocciato la richiesta dell'Inps dei 65 euro. Nel documento ministeriale, che rimanda la convenzione alla valutazione dell’Inps e delle Casse, viene richiamato e allegato il parere rilasciato dalla competente Direzione Generale delle Politiche Previdenziali del Ministero dove, dopo un’attenta disamina di contesto, viene espressamente dichiarato che: “non è possibile accondiscendere al sistema di compartecipazione agli oneri definiti con la convenzione trasmessa da INPS e secondo le modalità ivi proposte, mentre appare ragionevole l’eventuale limitata partecipazione ai costi che sono stati, ad esempio, già individuati nel citato art.14 della convenzione deliberata dall’Inps nel 2007 ai fini della erogazione del trattamento pensionistico in totalizzazione”.
La palla ora torna alle Casse. Che dovranno decidere se firmare o meno la nuova convenzione proposta dall'Inps e poi trovare un accordo per la definizione dei costi. Se non ci saranno ulteriori ostacoli i primi assegni potrebbero essere così pagati nelle prossime settimane. Proprio ieri l'Inps ha presentato ai gruppi tecnici delle Casse la piattaforma informatica per la gestione delle prestazioni in cumulo.