Ancore poche ore prima di sapere le decisioni definitive del Consiglio dei ministri in materia pensionistica. {div class:article-banner-left}{/div}
Dopo la smentita di ieri del ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia sull'introduzione dei prepensionamenti per i lavoratori del pubblico impiego cresce dunque l'attesa in vista del Cdm che si terrà alle 17. Secondo il documento presentato ieri dalla Madia ai sindacati e anticipato dal quotidiano "Il Messaggero" tutto il pacchetto sulla previdenza sarebbe contenuto nell’articolo 4 della bozza del disegno di legge delega. Il provvedimento prevederebbe l'estensione del regime sperimentale donna, attualmente disciplinato dall'articolo 1, comma 9 della legge 243/04, in favore di tutti i lavoratori, pubblici e privati. Si potrà pertanto andare in pensione a 57 anni con 35 di contributi per i lavoratori dipendenti e a 58 anni sempre con 35 di contributi per gli autonomi sino al 2018. L’assegno in questo caso sarà interamente calcolato con il metodo «contributivo», ossia in base ai contributi versati con una perdita che, com'è noto, può superare anche i 30% di quanto il lavoratore avrebbe percepito con il calcolo tradizionale.
Per gli statali ci sarà anche un’altra possibilità di pensionamento anticipato. Potrebbe essere estesa loro la norma contenuta nell'articolo 24, comma 15-bis del dl 201/2011 che consente di attenuare - attualmente solo per i lavoratori del settore privato - i rigidi requisiti della Fornero. Anche gli statali che abbiano raggiunto la vecchia quota 96 entro il 31.12.2012 potranno lasciare a 64 anni invece dei 66 anni e 3 mesi. Le lavoratrici potranno andare in pensione a 64 anni qualora abbiano maturato entro il 31 dicembre 2012 un’anzianità contributiva di almeno 20 anni e alla medesima data avessero un’età di almeno 60 anni.
La mobilità obbligatoria inoltre non sarà tra sedi fino a 100 chilometri ma a una distanza minore come indicato ieri dalla Madia. Confermata invece l'abolizione dei trattenimenti in servizio per chi è ancora in ufficio oltre l'età pensionabile anche se si lavora ancora sui tempi di rispetto dei contratti in corso. Mentre l'incentivo della contribuzione piena al part-time al 50% per i dipendenti che si trovano a 5 anni dai requisiti di pensionamento dovrebbe arrivare con il disegno di legge delega di riforma della Pa.