Pensioni

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Il ministro del Lavoro ha sottolineato che qualora dovesse arrivare il via libera dell'Ue alla clausola per i migranti si potrà valutare di anticipare la misura sull'estensione della no tax area per i pensionati.
Trovato un accordo a livello governativo per estendere il regime sperimentale sino al 31 dicembre 2015 superando le restrizioni imposte nel 2012.
Le misure sono contenute nella legge di stabilità approvata nel primo pomeriggio dal Governo. Arriva anche il part-time per i lavoratori con più di 63 anni e l'estensione della no tax area sulle pensioni.
Si fermano i lavori in Commissione alla Camera sulla settima salvaguardia per la mancata trasmissione della relazione tecnica da parte del Governo. Sintomo della migrazione della salvaguardia, in una forma più ristretta, nella legge di stabilità.
Nel provvedimento potrebbe essere contenuto anche il part-time per i lavoratori a cui manchino non più di 3 anni dalla pensione di vecchiaia. Verso il sì anche alla settima salvaguardia e all'opzione donna.

Kamsin Finanziaria verso il rush finale. Il Consiglio dei Ministri di oggi licenzierà finalmente la legge di stabilità dopo una discussione durata diverse settimane. E il piatto sulle pensioni potrebbe arricchirsi anche di un altro ingrediente rispetto alla questione esodati e all'opzione donna, temi sui quali ormai l'intesa a livello governativo, da quanto si apprende, è stata praticamente raggiunta. In particolare nella manovra potrebbe salire anche il part-time per chi e' vicino all'eta' della pensione, un intervento apripista per la flessibilita' pensionistica vera e propria che arrivera' nel giro di pochi mesi, come annunciato dal premier stesso. I lavoratori che dal 2016 al 2018 maturano 63 anni e 7 mesi di età (cioè 3 anni dall'età pensionabile di vecchiaia) potranno optare per il part-time al 60-40% e tutelare il loro assegno pensionistico.

A versare i contributi in busta paga sara', infatti, il datore di lavoro mentre ai contributivi figurativi pensera' lo Stato. Un intervento non a costo zero per lo Stato ma comunque di importo ridotto rispetto alla flessibilità in uscita. Verso il via libera, come annunciato già ieri, poi alla settima salvaguardia per gli esodati che dovrebbe tutelare dalla legge Fornero un altro contingente di 25-26mila lavoratori (qui i dettagli) e alla conferma della cosiddetta 'opzione donna' per tutto il 2015. 

Nel ddl o un disegno di legge collegato dovrebbero poi confluire particolari misure di contrasto alla povertà, compresa quella infantile, per favorire il servizio civile, provvedimenti sul cosiddetto Dopo di noi - ossia tutele e garanzie per la disabilita' - nonchè l'innalzamento della no tax area per i pensionati. Confermata anche per le assunzioni effettuate nel 2016 la decontribuzione, ma con un beneficio massimo dimezzato rispetto agli 8.060 euro previsti nel 2015 mentre si attendono conferme sulle somme messe a disposizione del Governo relative al rinnovo dei contratti del personale del pubblico impiego. Quanto al bonus da 80 euro dovrebbe trasformarsi in una deduzione. 

In zona Cesarini, dopo una lunga riunione al ministero con gli operatori elettrici, dovrebbe finire anche il canone Rai in bolletta che costera' 100 euro. Confermata poi l'abolizione della Tasi e dell'Imu sulla prima casa (case di lusso incluse), cosi' come dell'Imu agricola e sui macchinari imbullonati: un intervento che nel suo insieme dovrebbe costare tra i 4,5 e i 5 miliardi di euro. Tra le ultime novita' annunciate dal premier c'e' poi l'aumento del tetto per l'uso del contante da 1.000 a 3.000 euro e le modifiche al regime dei minimi delle partite Iva. Per le nuove partite Iva la misura allo studio prevede la riduzione dell'imposta costitutiva dal 15 al 5% per almeno i primi 3 anni ma il tempo si potrebbe allungare a 5 anni, operazione che risulterebbe pero' piu' costosa. Corposo, infine, il pacchetto imprese con un anticipo del taglio dell'Ires che dovrebbe essere nell'ordine di 1-2 punti per poi diventare piu' corposo il prossimo anno, e il superammortamento per gli investimenti in macchinari con una dotazione di circa 1 miliardo.

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Secondo il Presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, la finanziaria offrirà anche la soluzione alla vicenda dell'opzione donna

Kamsin Una nuova salvaguardia per circa 25-26 mila lavoratori e la soluzione dell'opzione donna. Sono queste le promesse che domani dovrebbero ricevere il disco verde di Palazzo Chigi e finire all'interno della legge di Stabilità. Il primo intervento, secondo le indicazioni che filtrano da Palazzo Chigi, dovrebbe essere ritagliato sulla proposta trasmessa dalla Commissione Lavoro della Camera il 1° ottobre e riguardare all'incirca 26mila lavoratori. Si tratta dei profili già contemplati nella sesta salvaguardia dell'anno scorso (di cui vengono protratti i termini di decorrenza dal 6 gennaio 2016 al 6 gennaio 2017) cui s'aggiungerebbero i mobilitati che maturano un diritto a pensione entro i 36 mesi dalla fine dell'indennità di mobilità, i mobilitati di aziende fallite e del settore edilizia.

E' in arrivo invece un argine a quanti rivendicavano la salvaguardia avendo svolto entro il 2011 qualche periodo di assistenza a parenti disabili usufruendo dei permessi e/o dei congedi previsti dalle normative di settore (come la legge 104/1992). Per questa categoria l'esecutivo punta ad inserire il vincolo della necessaria esistenza in vita del soggetto assistito o della particolare gravità delle condizioni dell'assistito, o comunque una durata minima del congedo. Per limitare gli aventi diritto dato che con le scorse salvaguardie il numero degli aventi diritto era stato sempre sottostimato causando molti disagi ancora non risolti. Dovrebbero saltare, secondo quanto si apprende, le misure previste dalla Commissione Lavoro per i quota 96 della scuola e per il settore pubblico nonchè per i macchinisti ferroviari. Troppo esose per il Governo e affrontabili con l'apertura del capitolo sulla flessibilità in uscita ad inizio anno.

Appare più vicina anche la soluzione dell'opzione donna. Il Presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, ha indicato ieri che la legge di stabilità confermerà fino a fine anno il regime sperimentale, cioè la possibilità del ritiro anticipato per le lavoratrici che maturino il requisito entro dicembre (la platea potenziale è di 30mila). Domani si vedrà se davvero sarà così. Sull'opzione donne, del resto, in questi mesi sono state fatte tante promesse seguite da altrettante delusioni. L'ultima questa estate quando sembrava raggiunto un accordo politico in Commissione Lavoro con il placet di Via Veneto e dell'Inps poi bloccato bruscamente dal Mef e dalla Ragioneria dello Stato. Si spera che questa volta le cose vadano in modo diverso. 

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