Pensioni

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Finirà davanti al Tar del Lazio, con una class action il nodo dell'«opzione donna». Si tratta della possibilità concessa dalla legge 243 del 2004 per le donne con almeno 57 anni d'età e 35 anni di contributi di andare in pensione ma con l'assegno calcolato con il sistema contributivo.

Kamsin Si chiuderà il 15 marzo la raccolta delle adesioni alla class action promossa dal Comitato 'opzione donna'. Nè da notizia la stessa Dianella Maroni, promotrice del Comitato, che si sta battendo per consentire alle lavoratrici che maturano i 57 anni (58 le autonome) e 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2015 di accedere alla pensione optando per il sistema di calcolo contributivo (articolo 1, comma 9 della legge 243/04).

L'obiettivo del Comitato è incardinare il ricorso al Tar del Lazio entro il 31 Marzo e ottenere la fissazione della prima udienza tra il 30 giugno ed il 30 luglio. Sino a tale data le lavoratrici che non hanno ancora aderito all'azione potranno comunque farlo presentando un autonomo atto di intervento. La decisione del tribunale amministrativo, dicono le promotrici, potrebbe arrivare già entro l'estate, salvo imprevisti. Le adesioni sono possibili tramite la pagina facebook del Comitato.

I legali impugneranno le Circolari Inps 35 e 37 del 14 Marzo 2012 che hanno occultamente accorciato di oltre un anno la possibilità di fruire dell'opzione donna per via dell'applicazione della finestra mobile e della speranza di vita.

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Quest'anno sono andate via le penalizzazioni per coloro che maturano i requisiti contributivi utili per la pensione anticipata (42 anni e mezzo di contributi per gli uomini e 41 anni e mezzo per le donne). Dal 2016 scatta l'adeguamento alla speranza di vita Istat.

Kamsin Anno di transizione per le pensioni. L'ingresso nel 2015 non ha portato sostanziali cambiamenti rispetto al 2014 se non la parola fine al meccanismo della penalizzazione: chi raggiungerà la massima anzianità contributiva (41 anni e mezzo le donne e 42 anni e mezzo gli uomini) nel 2015 non subirà la decurtazione dell'1-2% sulle quote retributive dell'assegno.

Ma orientarsi tra riforme e norme non è facile. Ecco dunque la mappa ragionata, elaborata da PensioniOggi.it con il Patronato Inca, che riassume le modalità per l'accesso alle prestazioni previdenziali di vecchiaia e anticipate nell'Ago e nei fondi sostitutivi, integrativi, esclusivi della stessa suddivise per ciascun comparto lavorativo. 

Requisiti generali. Come si evince dalla tabella i lavoratori (dipendenti o autonomi) hanno la possibilità di andare in pensione nel 2015 o con 42 anni e mezzo di contributi indipendentemente dall'età anagrafica oppure con 66 anni e 3 mesi di età e 20 di contributi (pensione di vecchiaia). Le lavoratrici possono accedere alla pensione anticipata con 41 anni e 6 mesi di contributi oppure alla pensione di vecchiaia con 66 anni e 3 mesi se dipendenti pubbliche, 63 anni e 9 mesi se dipendenti del settore privato e 64 anni e 9 mesi se autonome o parasubordinate. Per la prestazione di vecchiaia servono 20 anni di contributi (che scendono a 15 ove si possano attivare le deroghe amato: vedi quindicenni).

Opzione per il contributivo. Tutta da giocare, invece, la partita sull'opzione donna, cioè l'uscita anticipata per le lavoratrici con il sistema di calcolo contributivo a 57 anni e 3 mesi di età e 35 di contributi. L'opzione scade il 31 Dicembre 2015 ma l'Inps con un cavillo ha indicato che i requisiti anagrafici e contributivi sopra esposti devono essere raggiunti con un anno di anticipo, nel 2014. Sulla questione ci sarà a breve un ricorso presso il Tar del Lazio.

Usuranti. Ancora requisiti diversi sono riconosciuti per i lavori usuranti ai quali il Dlgs 67/2011 consente l'uscita con il vecchio sistema delle quote, piu' agevole rispetto al regime Fornero. Nel 2015 sono richiesti 61 anni e 3 mesi ed il quorum 97,3 con almeno 35 anni di contributi. In questo regime tuttavia è in vigore la finestra mobile e dunque bisogna mettere in conto uno slittamento di almeno un anno nella percezione dell'assegno. Stesso requisiti mantengono i lavoratori salvaguardati o presunti tali (cioè coloro che hanno fatto domanda per essere inclusi tra i 170mila beneficiari delle regole ante-fornero).

Armonizzazioni. Diversi comparti mantengono requisiti previdenziali diversi da quelli vigenti nell'AGO: si pensi agli autoferrotranvieri, ai minatori, ai lavoratori marittimi, ad alcune categorie di lavoratori iscritti all'ex-enpals, ai lavoratori con una invalidità di almeno l'80%. A costoro l'ordinamento riconosce anche nel 2015 la possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia con un anticipo di 5 anni circa rispetto a quello vigente nell'AGO.

La stima di vita. Dal 2016 tutti i requisiti saranno adeguati alla speranza di vita Istat e quindi subiranno un incremento di 4 mesi. Per tenere sott'occhio tutte le ultime novità pensionioggi.it ha messo a disposizione gratuita dei lettori il pensionometro per verificare la prima data utile per accedere alla pensione.

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L'istituto di previdenza sta inviando le comunicazioni con cui si certifica il diritto a fruire della salvaguardia ai sensi della legge 147/2014.

Kamsin Stanno arrivando le lettere di certificazione nell'ambito della sesta salvaguardia. Dopo una lunga attesa alcune categorie di lavoratori che avevano presentato domanda di accesso ai benefici hanno ricevuto la conferma di poter presentare la domanda di pensione in quanto risultati inclusi nella graduatoria stilata dall'Inps.

La comunicazione riguarda, come indicato nel messaggio inps 9924/2014, in primo luogo coloro che erano rimasti esclusi dalla quarta salvaguardia per esaurimento del relativo plafond, ossia i lavoratori che hanno fruito dei congedi e dei permessi per l'assistenza a disabili nel corso del 2011 e che hanno maturato un diritto a pensione, con la vecchia normativa, dopo il 31 Ottobre 2012. Abbiamo notizie che le lettere inviate interessino anche le altre categorie di lavoratori beneficiari della legge 147/2014, come gli autorizzati ai volontari e i cessati dal servizio.

Nella lettera l'Inps indica la prima data di decorrenza utile e formula l'invito a presentare la domanda di pensione entro il mese antecedente la data di decorrenza. Ecco un Fac-Simile della Lettera che conferma la possibilità di accedere alla pensione in deroga alla Normativa Fornero.

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Sul fronte delle pensioni "i sindacati hanno chiesto un incontro, li incontreremo". Lo ha detto, ieri, a margine di un convegno di Unindustria Bologna, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.
"In questa fase dobbiamo fare ancora un po' di lavoro istruttorio - ha osservato -, per il momento abbiamo definito quali sono le priorità di intervento che - ha concluso - debbono partire dalle problematiche sociali più acute".

Secondo il ministro del lavoro, infatti, il tema degli interventi sulla riforma Fornero delle pensioni "è all'ordine del giorno e il punto di riflessione coinciderà con la prossima legge di stabilità". Così il ministro del Lavoro Poletti, spiegando che si comincerà a parlarne prima dell'estate. La flessibilità in uscita a fronte di un assegno più basso "è una delle opzioni". 

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Mercoledì la sottocommissione ad hoc di Palazzo Madama incontrerà la Rete dei Comitati degli Esodati per esaminare i casi residui e le proposte per un ulteriore intervento.

Kamsin Mentre il governo sta avviando una riflessione su una manutenzione della legge Fornero da realizzare con la prossima legge di stabilità mercoledì prossimo alle 8 e 30 la sottocommissione "Esodati" guidata da Annamaria Parente (Pd) incontrerà a Palazzo Madama la Rete dei Comitati degli esodati. Oggetto dell'incontro sarà la predisposizione di ulteriori meccanismi di salvaguardia con riferimento in particolare a quelle categorie che attualmente sono rimaste escluse dagli attuali sei provvedimenti di tutela.

Che qualcosa si sta muovendo su questo fronte era chiaro già da alcune settimane. La commissione Lavoro del Senato ha creato un Comitato ad hoc sugli esodati che ha già deciso di far scattare in tempi molto stretti un censimento "on line" delle persone prossime alla pensione ma rimaste disoccupate a causa della risoluzione del rapporto di lavoro precedente al gennaio 2012 rimanendo così senza reddito e senza pensione.

Le richieste dei vari gruppi che si sono formati vanno dall'estensione delle attuali tutele sino al 2018 all'inclusione delle categorie che sino ad oggi sono state escluse tout court: ad iniziare dai lavoratori titolari del trattamento edile, di coloro che non hanno potuto siglare accordi con il datore entro il 2011 a seguito del fallimento dell'azienda, alcuni lavoratori e lavoratrici appartenenti ai cd. quindicenni, dei lavoratori con contratti atipici (si pensi ai collaboratori a progetto o ai somministrati).

Anche se sarà difficile che tutte le richieste siano accolte nei giorni scorsi è arrivata però l'apertura da parte di alcuni componenti della Commissione Lavoro dell'altro ramo del Parlamento, ad un intervento che allunghi di un anno (dal 6 gennaio 2016 al 6 gennaio 2017) le tutele previste dalla legge 147/2014 (cd. sesta salvaguardia).

Secondo quanto anticipato da Maria Luisa Gnecchi (Pd) il nuovo intervento, una settima salvaguardia, potrebbe interessare circa 12mila prosecutori volontari, 6100 lavoratori cessati con accordi o in via unilaterale, 1.700 lavoratori in congedo ex legge 104/1992, 1200 cessati a tempo indeterminato ed 800 lavoratori in mobilità (si veda la tabella sottostante). Per un totale di circa 21-22mila lavoratori.

Circa due terzi di queste posizioni, secondo la Gnecchi, sarebbe coperto tramite la riarticolazione delle vecchie salvaguardie nelle quali si registrano molte eccedenze rispetto ai numeri originariamente previsti. Le posizioni da finanziare ex-novo oscillerebbero tra le 7mila e le 8mila unità portando complessivamente a circa 178.000 il numero dei salvaguardati.

Sullo sfondo resta la manutenzione alla Legge Fornero che il Governo sta avviando, una modifica che dovrebbe sicuramente prevedere un nuovo meccanismo flessibile delle uscite verso il pensionamento (probabilmente con il ricorso al sistema delle penalizzazioni), sempreché arrivi il preventivo via libera da Bruxelles sulla nuova articolazione nel tempo dei risparmi previdenziali che deriverebbe.

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Lo sostiene l'ex Ministro del Lavoro e presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano in risposta all'iniziativa del M5S di accelerare sul ddl che introduce il reddito minimo di cittadinanza.

Kamsin Affrontare il problema dei nuovi poveri e’ indubbiamente una priorita’. Per intervenire, in una situazione nella quale aumentano le disuguaglianze, e’ necessario utilizzare contemporaneamente una pluralita’ di strumenti che siano in grado di cogliere la specificita’ delle varie platee interessate”. Lo dichiara Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera.

“Un reddito di cittadinanza, come propone il Movimento 5 stelle – continua Damiano – e’ sicuramente augurabile per coloro che sono al di sotto dei livelli di sussistenza e non dispongono di alcuna forma di protezione ne’ redditi, seppur minimi, da lavoro o da pensione. Una seconda categoria e’ formata dai pensionati che hanno assegni bassi, come testimoniano i dati dell’INPS, per i quali va potenziata o ripristinata una adeguata forma di indicizzazione. Esiste poi una platea di nuovi poveri rappresentata da coloro che hanno perso o rinunciato al lavoro in tarda eta’ e sono visti spostare in avanti il traguardo della pensione”. “Rimanere senza reddito per quattro o cinque anni – prosegue Damiano – condanna le persone alla emarginazione. In questo caso si tratta di introdurre nel sistema pensionistico, come noi proponiamo da tempo, un criterio di flessibilita’ che consenta di anticipare l’uscita dal lavoro verso la pensione. La nostra proposta è nota ed è aperta al contributo di tutti: per questo sarà calendarizzata in Commissione Lavoro alla Camera nei prossimi giorni.

Infine, esistono lavoratori che appartengono ad aziende con processi di ristrutturazione per i quali e’ prevista la cassa integrazione, la mobilita’ e l’assegno di disoccupazione. In questo caso e’ necessario che gli ammortizzatori sociali abbiano una durata strutturalmente piu’ lunga di quella attuale”.

“Soltanto con l’adozione di strumenti mirati e diversificati si puo’ intervenire efficacemente nella attuale situazione dosando le risorse a disposizione e incidendo, in questo modo, sull’area della poverta’”, conclude Cesare Damiano.

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