Pensioni

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La Riforma della Pubblica Amministrazione conferma l'abolizione del trattenimento in servizio. Via libera anche alla facoltà per le Pa di risolvere il rapporto al raggiungimento dei requisiti per la pensione anticipata.

Kamsin Con la pubblicazione in gazzetta ufficiale della legge di conversione del Dl 90/2014 è possibile fare un resoconto delle innovazioni apportate alla Riforma Fornero del 2011. E' bene ricordare da subito che l'impianto complessivo non è stato cambiato. La pensione anticipata resta conseguibile al perfezionamento di 41 anni e 6 mesi di contributi (42 anni e 6 mesi per gli uomini). La pensione di vecchiaia è ottenibile al perfezionamento di 66 anni e 3 mesi per gli uomini del settore privato e pubblico (e lavoratrici del settore pubblico); 63 anni e 9 mesi per le lavoratrici del settore privato; 64 e 9 mesi per le autonome. La portata innovatrice dell'intervento, dopo il dietrofront del governo al Senato è stata dunque piuttosto limitata.  

Per i dipendenti pubblici viene resa strutturale la facoltà (prima della modifica questa possibilità era riconosciuta sino al 31.12.2014) delle Pa di risolvere il rapporto di lavoro al compimento del 62esimo di età (65 anni per i medici) qualora il lavoratore abbia raggiunto la massima anzianità contributiva. In altri termini l'amministrazione potrà unilateralmente mandare a casa, con una decisione motivata, chi ha raggiunto i 42 anni e 6 mesi di contributi (41 anni e 6 mesi per le donne), dirigenti compresi (ad eccezione però dei professori universitari, primari e magistrati). L'altra innovazione del Dl Madia, sul comparto pubblico, è l'abolizione definitiva dei trattenimenti in servizio a partire dal 31 Ottobre 2014 (31 Agosto 2014 per il comparto scuola; 31 Dicembre 2015 per la magistratura). 

Altre novità riguardano la stretta al conferimento di incarichi a pensionati. Le pubbliche amministrazioni non potranno piu' conferire incarichi di studio e di consulenza, né incarichi dirigenziali o direttivi o cariche in organi di governo di amministrazioni pubbliche, a soggetti già lavoratori pubblici e privati collocati in quiescenza, a meno che non si tratti di incarichi o cariche conferiti a titolo gratuito (e per la durata massima di un anno). 

Non ci sono invece novità per i lavoratori del settore privato ed autonomo. In particolare è stato confermato l'attuale sistema di penalizzazioni che colpisce i lavoratori che accedono alla pensione anticipata prima del 62esimo anno di età. Qualora si chieda la pensione anticipata prima dei 62 anni di età, l'assegno viene corrisposto, per la quota retributiva, con una riduzione pari all'1% per ogni anno di anticipo, percentuale che sale al 2%, per ogni anno di anticipo che supera i 2. Ad esempio se si richiede la pensione anticipata dopo aver raggiunto i 42 anni a 60 anni, si riscuoterà, per la quota di pensione calcolata con il sistema retributivo (riferito all'anzianità accumulata sino a tutto il 2011), un assegno decurtato del 2%. Se invece la si richiede a 59 anni di età la decurtazione sale al 4%. 

Il Dl 216/2011, approvato subito dopo la riforma Fornero, esclude dall'applicazione delle riduzioni percentuali i trattamenti liquidati in favore di coloro che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017. Ciò a condizione che il possesso del requisito, derivi da: prestazione effettiva di lavoro; periodi di astensione obbligatoria per maternità, assolvimento degli obblighi di leva, infortunio o malattia; periodi di cassa integrazione ordinaria; astensione dal lavoro per la donazione di sangue; congedi parentali di maternità e paternità; congedi e permessi con riferimento a persone con handicap in situazione di gravità. Nel passaggio alla Camera della riforma Madia era stato approvato un emendamento che escludeva dalle penalizzazioni anche chi raggiungeva il requisito dei 42 anni con l'aiuto della contribuzione figurativa, da riscatto (laurea ad esempio) o da contribuzione volontaria. Dopo la bocciatura della Ragioneria generale, e l'approvazione definitiva del provvedimento, le penalizzazioni restano alle condizioni sopra descritte. 

Nulla di nuovo anche per quanto riguarda l'opzione donna. Le donne che vogliono andare in pensione con le vecchie regole — ossia a 57 anni di età con 35 di contributi (58 anni se lavoratrici autonome) — possono continuare a farlo, in via eccezionale sino al 2015, scegliendo un trattamento calcolato interamente con il sistema contributivo a condizione che la finestra si apra entro e non oltre il 31.12.2015.

Riforma Pensioni, stop al trattenimento in servizio nella scuolaZedde

Nei prossimi giorni l'esecutivo dovrebbe svelare le carte sul possibile intervento in favore dei Quota 96 della scuola. Kamsin Dopo il recente dietrofront avvenuto con il Decreto legge di Riforma della Pubblica Amministrazione, l'esecutivo dovrebbe reintrodurre la misura in occasione della presentazione del pacchetto scuola, nel mese di settembre, o al massimo nella legge di stabilità. L'intervento, come già anticipato da Pensioni Oggi nei giorni scorsi, consente a 4mila docenti e personale Ata che ha raggiunto un diritto a pensione entro la fine dell'anno scolastico 2011/2012 di accedere alla pensione in anticipo rispetto alle attuali norme (1° settembre 2014 secondo quanto prevedeva l'emendamento cassato dal Dl 90/2014). 

Per aiutare i lettori a districarsi in questo continuo divenire di norme, Pensioni Oggi ha realizzato il nuovo programma per tenere sotto controllo la situazione e verificare se è possibile benefeciare della deroga in questione. Il programma, tramite l'inserimento dei dati anagrafici e contributivi, individua la corretta data di decorrenza della rendita previdenziale. Ovviamente nel rispetto di quanto indicato nell'emendamento al disegno di legge approvato, per l'appunto, in prima lettura dalla Camera dei Deputati e poi stralciato al Senato (unico testo che possiamo utilizzare al momento).

. Vai al programma: Controlla se sei un quota 96 della scuola

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Nell'intervista rilasciata oggi al quotidiano la Repubblica, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Del Rio smentisce l'ipotesi di un prelievo di solidarietà sulla pensioni medio-alte. Stop ad un nuovo blocco degli stipendi degli statali.

Kamsin Nel governo è ripartito il carosello di dichiarazioni intorno al prelievo sulle pensioni. Ci sarà si o no?
"A palazzo Chigi non abbiamo nessuna proposta in questo senso. E siccome decide palazzo Chigi, cioè Renzi, escludo in maniera categorica che ci saranno interventi sulle pensioni".

L'altra ipotesi che fa capolino, per trovare i soldi necessari a rilanciare gli investimenti, è quella di una patrimoniale. Esclude anche questa?
"Benché quest'estate il sole non si sia fatto vedere troppo, qualcuno deve aver comunque preso un colpo di calore. La filosofia di questo governo non è mettere nuove tasse, semmai rimettere qualcosa nelle tasche degli italiani. In sei mesi abbiamo dato 80 euro a 11 milioni di italiani, abbiamo ridotto l'Irap del 10 per cento, la bolletta energetica per le imprese e i contributi Inail per oltre un miliardo. Noi siamo quelli che levano le tasse, non quelli che le mettono".

Intanto sarebbe bello sapere se il governo darà seguito alla promessa di Renzi di estendere il bonus di 80 euro...
"Noi siamo il governo dei fatti, quelli che mantengono le promesse. Avevamo detto che l'avremmo esteso non appena fosse stato possibile. Ora purtroppo siamo in presenza di una congiuntura negativa che nessuno - Ocse, Ue, Bce - aveva previsto".

Luca Ricolfi è convinto che siano state le imposte sulla casa a bloccare la domanda interna. Si può immaginare un alleggerimento della Tasi? «È vero che quella sulla casa fu una tassazione violenta, ma il paese era sull'orlo del collasso. Quella di Monti è stata di fatto una grande patrimoniale, ma ha salvato i conti dello Stato. Ora la Tasi vale in media quanto l'Imu 2012, con qualche comune che fa pagare di più e qualcun altro di meno».

Quindi ce la teniamo?
«Il tema vero è fare quello che ci raccomanda l'Europa, ovvero completare la riforma del catasto. Ci sono ancori troppi proprietari che pagano poco per appartamenti di lusso accatastati come popolari e, viceversa, tantissimi che pagano cifre elevate per case che andrebbero valutate al ribasso. La revisione servirà a introdurre elementi di equità e ci sarà anche chi pagherà di meno»

Leviamo di torno un'altra delle "voci" estive che ha fatto infuriare i sindacati. Si parla di un nuovo blocco contrattuale del pubblico impiego. Cosa c'è di vero?
 «È un altro dossier mai arrivato a palazzo Chigi. L'abbiamo letto dai giornali».

Tutto questo ottimismo è dovuto al fatto che l'Istat rivedrà i criteri di calcolo del PII e vi troverete magicamente un tesoretto da spendere?
«Non cambierà molto in ter-mini quantitativi. Non confidiamo in qualche decimale in più ma nella capacità nostra e degli italiani
di rimboccarsi le maniche».

Riforma pensioni, ecco le novità di Settembre

Pensioni, Damiano: attendiamo una risposta sui quota 96Zedde

 "Credo che alcune chiacchiere di agosto della politica siano piu' o meno simili alle chiacchiere dei direttori sportivi quando parlano dei giocatori che vanno acquistati. Kamsin Tante chiacchiere e poi il calciomercato si chiude con poche notizie". Lo ha detto il presidente del consiglio Matteo Renzi intervistato dal Tg5. "Allo stesso modo accade con la politica. Leggo di aspiranti politici che hanno lanciato news in liberta', qualche volta anche qualche giornale pur di riempire le pagine di agosto che altrimenti sarebbero vuote lascia spazio a cose che nel resto dell'anno non sono cosi' importanti. Chi oggi parla di manovre e di pensioni parla di cose che non sono all'ordine del giorno", ha aggiunto Renzi. "Se i sindacati vogliono un autunno caldo, facciano pure. Gia' l'estate non e' stata un granche'...", ha detto il presidente del consiglio.

"L'estate e' stata cosi' cosi'", ha sottolineato, ironico, il presidente del consiglio, "e un po' di caldo in autunno non guasterebbe...". "Ci saranno nuove tasse? No. Anzi, come abbiamo fatto con gli ottanta euro, che sono mille euro l'anno di riduzione di tasse a undici milioni di lavoratori, cercheremo di fare lo stesso con altre fasce di popolazione e ridurre ulteriormente le tasse. Per farlo dobbiamo dare una sforbiciata alla spesa".

"In Italia sono ottocento miliardi i denari che noi spendiamo e come tutte le famiglie potremmo stare un po' piu' attenti: la famiglia a casa spegne la luce o rinuncia a una serata fuori e, allo stesso modo, anche il pubblico dovrebbe stare un po' piu' attento", ha aggiunto Renzi, "e gestire meglio i denari. Ma questo non significa che ci saranno piu' tasse e chi oggi parla di manovre, di pensioni parla di cose che non sono all'ordine del giorno". 

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Dalla legge di stabilità si attende la soluzione strutturale al fenomeno esodati. Tempi stretti per i 4mila docenti della scuola e per i 32mila esodati che attendono il via libera del Senato alla sesta salvaguardia.

Kamsin Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha confermato in questi giorni la volontà del governo di introdurre dei correttivi al Dl 201/2011 per concedere maggiore flessibilità sull'età pensionabile.  Soprattutto con riguardo ai lavoratori esodati, cioè coloro che hanno perso il posto di lavoro e che si trovano senza reddito sino alla pensione.

Un intervento che, secondo il Ministro, potrebbe essere finanziato con l'introduzione di un nuovo contributo di solidarietà sulle pensioni medio-alte ( a partire dai 3.500 euro netti in su), ipotesi tuttavia che sta suscitando serie polemiche tra i sindacati e che non trova d'accordo neanche i vari esponenti dell'esecutivo. Probabile quindi che il prelievo "aggiuntivo" sia accantonato con la conseguenza che il governo dovrà reperire i denari da altre voci di spesa per finanziare la novità. 

In attesa di conoscere le modalità di reperimento delle risorse, gli interventi annunciati da Poletti vanno nella direzione di fornire un ventaglio di possibilità al lavoratore che intende lasciare il lavoro per andare in pensione prima dei tempi canonici fissati dalla riforma Monti- Fornero. Poletti ha infatti parlato di strumenti differenziati adatti e coerenti con le diverse situazioni anche se non ha specificato nei dettagli quali saranno le iniziative.

Tra le ipotesi in campo, come già anticipato da Pensioni Oggi, c'è la possibilità di riproporre i cd. "pensionamenti flessibili", un progetto elaborato lo scorso anno dagli onorevoli Baretta e Damiano che consentirebbe un anticipo della pensione fino a 62 anni di età e 35 di contributi con un sistema di penalità; la riapertura del sistema delle quote che regolava la vecchia pensione di anzianità; l'introduzione del "prestito pensionistico" per chi ha perso il lavoro a pochi anni dal raggiungimento dei requisiti richiesti per la pensione. Possibile anche un mix di tali interventi. 

Sempre nell'ottica di consentire un anticipo sull'età pensionabile, la legge di stabilità potrebbe essere il veicolo da utilizzare per la proroga dell'opzione donna, una misura su cui l'esecutivo ha fatto nelle scorse settimane dietrofront, ma che potrebbe estendere la possibilità per lavoratori e lavoratrici di accedere alla pensione con requisiti agevolati sino al 2018 al prezzo di avere un assegno calcolato con il sistema contributivo. Possibile anche che la finanziaria sia utilizzata per inserire la norma, stralciata dal Dl sulla Pa, che cancelli le penalizzazioni per i lavoratori precoci. 

Le altre misure su cui si attende il via libera - A settembre dovrebbe iniziare in Senato la discussione del progetto di legge in materia di sesta salvaguardia, un provvedimento, approvato agli inizi di luglio alla Camera che consentirà ad ulteriori 32 mila soggetti di mantenere le vecchie regole pensionistiche. Già a fine mese si dovrebbero poi conoscere le decisioni dell'esecutivo sui quota 96 della scuola, un intervento che consentirebbe a 4mila docenti che hanno maturato un diritto a pensione entro la fine dell'anno scolastico 2011/2012 di andare in pensione in deroga alla disciplina vigente.

Riforma Pensioni, piu' facile il pensionamento d'ufficio a 65 anni nelle Pa

Pensioni quota 96, i professori scendono in piazza a Roma il 29 AgostoZedde

C'è da riformare il sistema degli ammortizzatori sociali, vorremmo introdurre, anche se con delle penalità, una maggiore flessibilità per chi vuole andare in pensione anticipatamente. Come finanziamo tutti questi interventi?". Kamsin  Così il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta torna sull'ipotesi di una sforbiciata alle pensioni d'oro. Baretta ricorda che sul contributo di solidarietà "di deciso non c'è nulla" ma osserva che sul fatto che una pensione netta di 3.500 euro possa essere considerata di ceto medio commenta: "Siamo già nel novero dei redditi più alti che medi". Si sofferma poi sui possibili nuovi sacrifici: "Molte ipotesi mi risultano sconosciute, in particolare quella di un eventuale nuovo blocco del rinnovo del contratto degli statali". Esclude poi qualsiasi forma di patrimoniale sui redditi più alti: "L'opzione non è contemplata".

Dunque all’interno dello stesso esecutivo le posizioni non sono esattamente compatte: al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che in un’intervista al Corriere della sera ha confermato le linee di intervento, ha replicato anche il viceministro dell’Economia, Enrico Morando (Pd): «Il contributo di solidarietà sulle pensioni alte mi sembra un argomento che lascerei per un’altra fase». Anche Palazzo Chigi ha smentito l'intervento sulle pensioni, ma nel passato il premier Matteo Renzi non escluse (lo disse, per esempio, davanti alle telecamere di Porta a Porta) un contributo di solidarietà a carico delle pensioni superiori ai 3.500 euro netti al mese (circa 6 mila lordi) calcolati con il metodo retributivo. Ipotesi, peraltro, sostenuta dal consigliere economico del presidente del Consiglio, e parlamentare del Pd, Yoram Gutgeld nel suo libro “Più uguali più ricchi”. Così l’asticella dei 3.500 euro netti al mese di pensione definita con il metodo retributivo sembra effettivamente quella più realistica.

Accanto al contributo di solidarietà i tecnici del Mef studiano anche un eventuale raffreddamento dei meccanismi di adeguamento automatico delle pensioni al costo della vita. Questione marginale in questa fase in cui l’inflazione sta andando in territorio negativo, ma che riemergerebbe una volta che l’inflazione dovesse ritornare sul target europeo del 2 per cento. L’ipotesi più probabile è che si introducano delle fasce di reddito meno sensibili alle dinamiche inflazionistiche con il crescere dell’importo.

Riforma Pensioni, Renzi: no al prelievo sulle retributiveZedde

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