Pensioni

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La proposta del governo prevede di "prolungare di un anno le salvaguardie, così come sono oggi previste. Solo che chi maturerà il diritto nell'arco dell'anno prossimo sarà incluso nelle salvaguardie, cosa che finora non era prevista". Così il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a margine della cerimonia all'Accademia del Lincei. Kamsin

Il ministro ha quindi confermato le indiscrezioni già emerse, con l'arrivo della sesta salvaguardia, che estenderebbe le tutele di dodici mesi, spostando il limite temporale dal gennaio del 2015 al gennaio del 2016. "Oggi andremo in Commissione", Lavoro alla Camera "e discuteremo di questa ipotesi, valuteremo se ci sono le condizioni per produrla, io credo di sì". Comunque, ha aggiunto Poletti, "compete alla Commissione, al Parlamento, decidere". Infatti il ministro ha ribadito: "Ci sarà una proposta del governo e a quel punto la Commissione, il Parlamento, farà le sue valutazioni".

Damiano: Bene Governo sulla sesta salvaguardia ma si trovi una soluzione strutturale - La proposta del Governo “va nella direzione giusta, e’ un altro passo avanti. Nella legge di stabilita’ bisognera’ trovare la soluzione strutturale”. Cosi’ il presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano, arrivando in commissione dove e’ atteso a breve il ministro Giuliano Poletti

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Oggi pomeriggio in commissione Lavoro il ministro del Welfare, Giuliano Poletti, darà le indicazioni del governo in merito alla sesta salvaguardia, rinviando però il varo di un provvedimento che affronti in via strutturale il problema degli esodati alla prossima legge di stabilità. La proposta del Ministro dovrebbe essere quella di spostare di un altro anno l'asticella della decorrenza, arrivando al 6 gennaio 2016 dal 6 gennaio 2015. Kamsin  Beneficiari dell'intervento sarebbero le "solite" categorie già individuate con i precedenti cinque interventi e cioè i lavoratori in mobilità, i dipendenti pubblici esonerati dal servizio, i lavoratori in congedo per la cura di parenti disabili, i cessati per accordi individuali o collettivi, i licenziati individuali e i prosecutori volontari. Nella nuova misura, che non avrebbe alcun profilo strutturale, potrebbero risultare salvaguardati anche i lavoratori cessati da un contratto a tempo determinato che si trovassero a 4 anni dalla maturazione dei requisiti previdenziali pre-riforma. Categoria oggi esclusa dalla quarta salvaguardia a seguito di una nota ministeriale del Marzo di quest'anno.  In numeri si tratterebbe di circa 8.500 soggetti in più rispetto al totale generale fissato finora in 132.130 "esodati" salvaguardati, cifra quest'ultima cui è associata una stima di maggiore spesa previdenziale per 11,6 miliardi entro il 2022-2023.

Ancora nulla di fatto invece per la soluzione strutturale. Costa troppo. Lo stesso Poletti aveva parlato di «un ponte», e il suo predecessore Giovannini di «un prestito pensionistico» con anticipo di due anni dalla maturazione dei requisiti attuali ma i costi di rendere strutturale un anticipo dell'età pensionabile sono eccessivi fanno sapere fonti vicine al ministero dell'economia. Difficile quindi che la pdl 224 che arriverà in Aula il 30 giugno possa avere un rapido disco verde.  Costo stimato: oltre 47 miliardi di euro fino al 2025. Netto il no della Ragioneria generale dello Stato per coperture «inadeguate» (individuate nel testo con l'incerto capitolo dell'aumento delle entrate da giochi e lotterie). La proposta che illustrerà oggi Poletti ha lo scopo di congelare il pressing del Parlamento.

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''La prossima settimana dovrebbe arrivare finalmente in aula la nostra proposta di legge per risolvere l'annosa vicenda degli esodati. Abbiamo chiesto una soluzione definitiva e la proposta licenziata dalla commissione Lavoro e' in grado di onorare un impegno preso da tutti: nessuno deve rimanere senza stipendio, senza ammortizzatori e senza pensione a causa della riforma Fornero del 2011''.  Kamsin E' quanto dichiarano in una nota i deputati Pd della commissione Lavoro della Camera, Davide Baruffi, Anna Giacobbe, Marco Miccoli, Alessia Rotta ed Elisa Simoni. ''Domani (oggi, ndr) il ministro Poletti sara' in commissione per illustrarci la soluzione individuata dal governo - proseguono - . A Poletti riconosciamo la buona volonta' e l'impegno ribadito a piu' riprese di voler trovare una soluzione strutturale ma al governo, in particolare al Mef, chiediamo risorse coerenti per onorare questo impegno: tutti gli 11 miliardi impegnati ad oggi per le cinque salvaguardie vanno spesi per gli esodati e se servono ulteriori risorse e' indispensabile trovarle. Non e' piu' il tempo di rinvii e Governo e Inps debbono giocare a carte scoperte, con numeri certi e verificabili da parte del Parlamento'.

Restiamo convinti che una soluzione definitiva debba necessariamente superare la rigidità della legge Fornero e prevedere una flessibilità in uscita verso la pensione, con coerenti incentivi e disincentivi, premialità per chi lavora più a lungo e penalizzazioni per chi sceglie di andare in pensione prima. Ascolteremo e valuteremo, non vorremmo che la montagna partorisse un topolino. Il Pd ha speso parole molto impegnative in proposito e arriverà in aula con una proposta, almeno a parole, condivisa da tutti”.

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"Nella giornata di domani il Governo dovrà riferire alla Commissione Lavoro della Camera qual è la sua proposta sugli ‘esodati’. Il tempo ormai è scaduto perché altrimenti, come tutti sanno, il prossimo lunedì andrà in Aula  il Disegno di legge unitario della" Commissione Lavoro che si propone di risolvere definitivamente  il problema dei lavoratori rimasti senza reddito a seguito della ‘riforma’ Fornero,  ma che ha seri problemi di copertura finanziaria. Kamsin  E' quanto ha affermato l'ex ministro del lavoro Cesare Damiano in una intervista rilasciata all'Ansa.

"Se non ci sarà una risposta tempestiva da parte dell’Esecutivo c’è il rischio che il tema della previdenza diventi una questione sociale ingestibile. Un problema che dovrebbe essere all’attenzione del Premier Matteo Renzi. Poiché abbiamo verificato, attraverso un approfondito monitoraggio, che non verrà spesa  una parte degli 11 miliardi di euro stanziati per la salvaguardia complessiva di 162mila lavoratori, riteniamo che questa disponibilità di risorse debba essere reimpiegata per tutelare altri lavoratori.

Inoltre, chiediamo al Governo di rendersi disponibile a due richieste: la prima, prevede che nell’immediato si trovino un po’ di risorse fresche per risolvere alcuni problemi annosi (la cancellazione delle penalizzazioni per chi va in pensione di anzianità e la correzione di veri e propri errori, come nel caso dei macchinisti e degli insegnanti di quota ’96); la seconda, prevede che il Governo si impegni, nella prossima Legge di Stabilità, ad inserire una norma, come quella della flessibilità a partire dai 62 anni,  che risolva strutturalmente il problema delle pensioni" ha concluso Damiano.

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Con la pubblicazione in gazzetta ufficiale del decreto legge sulla Riforma della Pubblica Amministrazione (Decreto legge 90/2014) si può fare un primo resoconto delle novità che sono state introdotte in materia previdenziale. La prima, quella su cui non c'erano particolari dubbi, è l'abrogazione del trattenimento in servizio. Kamsin La regola, contenuta nell'articolo 1, comma 2, recita infatti che i "trattenimenti  in  servizio in essere alla data di entrata in vigore del  presente  decreto  sono fatti salvi fino al 31 ottobre 2014 o  fino  alla  loro  scadenza  se prevista in data anteriore.  I  trattenimenti  in  servizio  disposti dalle amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma  2,  del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e non ancora efficaci alla data di entrata in vigore del presente decreto-legge sono revocati".

 La norma mette pertanto fine alla possibilità per i pubblici dipendenti di restare in servizio per il biennio oltre i limiti di età previsti dalla normativa vigente e ciò renderà di fatto piu' difficile prorogare il rapporto di lavoro sino a 70 anni per maturare una pensione piu' elevata.
E' stato introdotto, come anticipato su Pensioni Oggi nei giorni scorsi, al comma 3 un temperamento in favore dei magistrati e degli avvocati dello stato per i quali si precisa che "al  fine  di  salvaguardare  la  funzionalita'   degli   uffici giudiziari, i trattenimenti  in  servizio  dei  magistrati  ordinari, amministrativi, contabili,  militari  nonche'  degli  avvocati  dello Stato, sono fatti salvi sino al 31 dicembre 2015  o  fino  alla  loro scadenza se prevista in data anteriore." Stessa data limite viene prevista, dal comma 4 dell'articolo 1 in favore dei militari che hanno fruito del collocamento in ausiliaria.

L'altra norma in materia pensionistica che entra in vigore oggi è la possibilità per le Pa di risolvere unilateralmente il rapporto di lavoro al raggiungimento alla massima anzianità contributiva del dipendente pubblico (cioè al perfezionamento di 41 anni e 6 mesi di contributi, 42 anni e 6 mesi per gli uomini). La novità è introdotta dal comma 5 dell'articolo 1 del Dl 90/2014 che modifica l'articolo 72, comma 11 del Dl 112/2008 ed è estesa anche al personale delle autorita' indipendenti  e  ai  dirigenti medici  responsabili  di  struttura  complessa.  Qui il governo dovrà tuttavia ribadire che la norma non può essere invocata in caso l'interessato sia soggetto alla penalizzazione (cioè ove non abbia compiuto i 62 anni di età al momento dell'accesso alla pensione).

E' introdotto inoltre il divieto per i pensionati di avere incarichi di consulenza, dirigenziali odi vertice in qualsiasi pubblica amministrazione. E questo vale sia che la pensione sia pubblica o privata. Dopo le indicazioni del quirinale però si è deciso un ammorbidimento. Il divieto di conferire incarichi di vertice ai pensionati entrerà in vigore soltanto a partire dai prossimi rinnovi, dunque tutti coloro che attualmente ricoprono queste posizioni rimarranno al loro posto. Non solo. Sarà ancora possibile conferire incarichi a soggetti pensionati nel caso questi siano assegnati a titolo gratuito. Un'altra eccezione, poi, sarà concessa a tutti gli organi costituzionali, come Camera, Senato, Corte Costituzionale e, fin quando ci sarà, anche il Cnel, potranno continuare ad assegnare posizioni a persone in quiescenza.

Le altre novità annunciate da Renzi in materia pensionistica troveranno probabilmente posto all'interno del disegno di legge delega di Riforma della Pubblica Amministrazione che l'esecutivo sta ancora mettendo a punto a Palazzo Chigi prima della sua presentazione alle Camere. In particolare candidate ad entrare in questo provvedimento c'è la possibilità di lavorare in forma part-time a cinque anni dalla pensione; l'estensione del pensionamento anticipato a 64 anni in favore dei lavoratori del pubblico impiego; la proroga dell'opzione donna. Misure che dovranno essere tuttavia confermate nei prossimi giorni dall'esecutivo.

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Sono iniziate oggi le discussioni in sede referente alla Commissione lavoro della Camera della pdl 224 nel testo unificato elaborato dal comitato ristretto della stessa commissione, contenente modifiche alla disciplina dei requisiti per la fruizione delle deroghe riguardanti l'accesso al trattamento pensionistico. Kamsin Discussione che approderà alla Camera lunedì prossimo dopo il rinvio chiesto dal governo per studiare una posizione propria in materia di esodati. La Commissione dovrà tenere conto delle novità in materia previdenziale contenute nel disegno di legge delega approvato dal consiglio dei ministri dello scorso 13 giugno il cui testo, ancora oggi non è stato però comunicato in via ufficiale dal governo.

”Il governo mi pare disponibile a fare un passo avanti, non vorrei che il Ministero dell’economia e la Ragioneria mettessero i bastoni tra le ruote”. Cosi’ il presidente della commissione Lavoro, Cesare Damiano. Dopo aver incontrato a Montecitorio il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, il deputato del Pd spiega: “La commissione Lavoro ha una proposta, che ha un costo valutato dall’Inps negli anni di 47 miliardi che io credo sia un’esagerazione. In ogni caso dobbiamo fare i conti con i numeri. Vorremmo- aggiunge- che il governo facesse una sua proposta, fissando il principio che tutti i risparmi, che ci sono stati dalle precedenti cinque salvaguardie, siano utilizzati esclusivamente per fare altre operazioni. Una proposta potrebbe essere di spostare la data dal 6 gennaio 2015 al 6 gennaio 2016, vale a dire coloro che matureranno il diritto alla pensione entro quella nuova data possono usufruire delle regole precedenti alla riforma Fornero”.

Inoltre per Damiano bisogna “salvare i lavori a termine che sono stati licenziati e non hanno protezione, cancellare le penalizzazioni per chi utilizza le pensioni di anzianita’ prima dei 62 anni e risolvere il problema dei lavoratori macchinisti”. Rispetto all’atteggiamento del ministro, Damiano riferisce: “Il governo mi pare disponibile a fare un passo avanti, a fare una proposta che vada in questa direzione, non vorrei che il Ministero dell’economia e la Ragioneria mettessero i bastoni tra le ruote perche’ quelle risorse sono dei lavoratori esodati”.

Continua a trovarsi invece in stallo la proposta di legge Ghizzoni/Marzana che, come è noto, prevede di estendere la possibilità di accedere al trattamento pensionistico con i requisiti anagrafici e contributivi previsti dalla normativa previgente l'entrata in vigore dell'articolo 24 del decreto legge 2012/2011, anche al personale della scuola che aveva maturato tali requisiti entro il 31 agosto 2012.  L'esame della proposta non risulta essere all'ordine del giorno di questa settimana in nessuna commissione di Palazzo Madama. La situazione di stallo nella quale si è venuta a trovare la proposta è dovuta sempre al silenzio del governo, alle incertezze e ai dubbi della commissione bilancio sul reperimento delle risorse finanziarie e alla tenace resistenza esercitata dal ministero dell'economia e delle finanze.

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