Renzi Di tutto per creare lavoro Marchionne Appoggio il premier

Sabato, 27 Settembre 2014
- New York, 26 set. - La Fiat Chrysler, che ha messo insieme "due aziende bollite" per farne "un attore globale", puo' essere un modello per la rinascita per l'Italia che vuole cambiare: e' questo il messaggio che Matteo Renzi ha portato alle porte di Detroit, nell'immenso quartier generale del gruppo automobilistico di Auburn Hill. "Come ce l'hanno fatta i 15.000 dipendenti della Chrysler in questo edificio, l'obiettivo e' poter dire che cosi' ce la faremo anche in Italia", ha detto il premier in conferenza stampa, affiancato dall'ad, Sergio Marchionne. Renzi ha potuto giocare in casa, forte dell''endorsement' incondizionato alle sue riforme che Marchionne gli aveva ribadito anche mercoledi' a New York. Lui ha ricambiato rendendo omaggio al nuovo gruppo e definendo "una grande opportunita'" la quotazione del titolo a Wall Street, fissata per il 13 ottobre. "Da italiano sono orgoglioso che ci sia Fiat Chrysler, e' una scommessa che mi piace", ha sottolineato il premier, "preferisco che ci sia un gruppo in grado di stare nel mercato globale piuttosto che una compagnia chiusa nei propri confini che chiude i battenti". Poi ha fatto capire di annoverare la Fiat tra quei "poteri forti in grado di aiutare il Paese a cambiare". "Lo Stato italiano non da' soldi alla Fiat", ha sottolineato, ma puo' aiutarla riducendo gli ostacoli" per operare in Italia. Inevitabilmente la conferenza stampa ha portato anche ai temi italiani, con Renzi che si e' detto convinto che non ci sara' una spaccatura nel Pd sulla riforma del lavoro ma ha ribadito che "fara' tutto il necessario per ridurre il numero dei disoccupati". L'attenzione dei media era pero' soprattutto per i due personaggi, Renzi e Marchionne, a cui i giornalisti hanno chiesto cosa li accomunasse vista la loro grande sintonia. "Spero il finale", ha detto il premier, ricordando come l'ad abbia "preso due aziende che sembravano bollite ed e' riuscito a farne un gruppo in grado di stare sul mercato globale". "Ci accomuna l'idea che l'Italia non sia un Paese bollito come viene dipinto dagli opinionisti", ha aggiunto. Marchionne ha risposto che Renzi, come lui, "non ha paura". "Io sono stato molto criticato in Italia e me ne sono fregato, spero che Renzi faccia altrettanto. E' importante avere il coraggio di andare avanti, l'agenda e' enorme, c'e' un Paese da ricostruire", ha ricordato l'ad di Fiat Chrysler, "io e Renzi non dobbiamo condividere i compiti, ma spero che il premier non si faccia intimidire dalle critiche". La speranza di Renzi, ovviamente, e' che il successo di Fiat Chrysler si riverberi anche sull'occupazione negli stabilimenti in Italia. In questo c'e' stato anche spazio per un siparietto quando ha chiesto a Marchionne: "Quanti dipendenti avete qui?". "15.000 qui a Auburn Hill e altri 10.000 nell'area di Detroit", e' stata la risposta. "Allora qualcuno mandiamolo a Melfi", ha proposto Renzi sorridendo. "A Melfi ne abbiamo gia' abbastanza", ha replicato l'ad, "abbastanza per fare le cose che dobbiamo fare". Marchionne ha accompagnato Renzi nel Centro Stile in cui nascono i nuovi modelli e in un tour della sede del gruppo, il secondo edificio piu' esteso d'America dopo il Pentagono. Al termine della visita c'e' stato l'incontro con una delegazione di dipendenti del gruppo, durante il quale e' stato proiettato un video sulla Renegade, la prima jeep che viene prodotta nello stabilimento di Melfi. "Un modello di eccellenza", lo ha definito Marchionne che ha preso la parola per parlare dell'imminente Ipo che "segnera' l'inizio di un mondo nuovo e di una nuova era per il gruppo". Sara' la consacrazione di una nuova Fiat che "non e' piu' un'azienda globale soltanto nei numeri, ma lo e' nello spirito, nella mentalita' e nelle ambizioni della sua gente". E ora, ha aggiunto, l'Italia come Fiat sta "iniziando un nuovo corso": "Vedo finalmente un vento diverso". Poi ha preso la parola il premier che ha ribadito la volonta' di "spezzare i pregiudizi" e la rassegnazione in Italia, ma ha sottolineato che la prima priorita' e' l'occupazione e quindi le riforme: "Chi dice che vuole creare lavoro e non aiuta le imprese a investire, prende in giro il suo popolo", ha insistito. .

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