Renzi: subito riforme o al voto. Pronta nuova segreteria Pd

Mercoledì, 17 Settembre 2014
- Roma, 17 set. - Matteo Renzi smentisce di avere come obiettivo quello delle elezioni anticipate. Anche se, nel suo intervento ieri in Parlamento, il premier mette subito in chiaro: "Non abbiamo paura di confrontarci con gli italiani, penso che lo abbiamo dimostrato in varie circostanze". Ma "oggi l'Italia ha bisogno di una sfida che abbia come orizzonte maggio 2018. Siamo disponibili ad effettuare un percorso di riforme per cui alla fine si possa anche perdere consenso. Sono disponibile a correre il rischio di perdere le elezioni ma non di perdere tempo". Poi, pero', avverte: "Si arriva al 2018 a condizione di mettere in campo le riforme necessarie come fisco, giustizia, questione educativa oltre che alle riforme istituzionali e alla riforma elettorale". Quanto alla legge elettorale, "una ennesima melina suonerebbe come un affronto a cio' che e' stato detto da autorevoli esponenti come il presidente della Repubblica e sarebbe uno schiaffo alla dignita' della classe politica che si dimostrerebbe incapace di trovare delle soluzioni". Ma l'Italicum non va fatto subito per andare presto al voto, ha chiarito ancora il presidente del Consiglio. Renzi, nel presentare il piano dei 'Mille giorni', non lascia intravedere alternative: "sono l'ultima chance per recuperare il tempo perduto. Dopo aver perso tanto tempo negli anni passati, ora abbiamo l'ultima chance. Se perdiamo, non perde il governo ma l'Italia". E ne approfitta anche per togliersi qualche sassolino dalle scarpe: "Qualcuno ha dipinto la scelta del provvedimento dei 'Mille giorni' come un tentativo di dilazionare, di perdere tempo. Mai lettura puo' essere piu' grottesca e ridicola"; per poi aggiungere: "Rispetto al derby tra i 'professionisti della tartina' e l'Italia che si spezza la schiena, noi stiamo con questa seconda parte". Nel merito, Renzi ha insistito sulla necessita' di fare la riforma della giustizia, e quella del lavoro, non escludendo l'ipotesi di ricorrere a misure d'urgenza e definendo "iniquo" l'attuale sistema: "nessuna discussione ideologica puo' fermare quella che e' oggi una priorita'". Nel piano dei Mille giorni il premier fa rientrare anche i diritti civili, sottolineando che "o le riforme si fanno tutte insieme o non si fanno piu'". "Il mondo fuori di qui ha bisogno di una classe politica che pensi all'Italia e agli italiani e che non si limiti costantemente alla polemica autoreferenziale", dice il presidente del Consiglio nei suoi interventi in Parlamento. Negli ultimi anni "ci siamo guardati troppo allo specchio" e ora "e' il momento di aprire la finestra e di guardare fuori. Di cogliere il messaggio dei cittadini". Per i prossimi tre anni, suggerisce, "lavoriamo su provvedimenti concreti. Poi, al momento dello scontro elettorale, vedremo chi avra' consenso e chi ne avra' di piu'. Ma fino a quel momento continuiamo a lavorare perche' l'Italia recuperi il proprio ruolo in Europa e l'Europa abbia ancora un senso nel mondo". Infine, Renzi torna sulle ultime vicende giudiziarie: "Dico qui in Parlamento che noi aspettiamo le indagini e rispettiamo le sentenze, ma non consentiamo a nessuno scoop di mettere in difficolta' o in crisi decine di migliaia di posti di lavoro e non consentiamo che avvisi di garanzia piu' o meno citofonati ai giornali, consentano di cambiare la politica aziendale in questo Paese". Ieri sera, infine, il premier e segretario del Pd riunisce la direzione e vara la nuova segreteria: 15 componenti, 8 donne (Stefania Covello, Chiara Braga, Micaela Campana, Francesca Puglisi, Lorenza Bonaccorsi, Valentina Paris, Alessia Rotta, Sabrina Capozzolo) e 7 uomini (Filippo Taddei, David Ermini, Enzo Amendola, Andrea De Maria, Giorgio Tonini, Ernesto Carbone, Emanuele Fiano). Per le deleghe, invece, bisognera' attendere una settimana. Ma l'avvertimento e' chiaro: "Ci riuniremo agli stessi orari antelucani della segreteria precedente", annuncia Renzi.

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