Riforme: resta immunita' anche per i senatori non piu' eletti

Martedì, 05 Agosto 2014
- Roma, 4 ago. - I nuovi senatori godranno dell'immunita' parlamentare e, quindi, non avranno un trattamento diverso rispetto ai colleghi deputati. Con il voto dell'Aula del Senato, che ha bocciato gli emendamenti aggiuntivi all'articolo 8 del ddl, che miravano a modificare l'articolo 68 della Costituzione, il testo delle riforme resta quello licenziato dalla commissione che prevede che i senatori godano delle stesse guarentige dei deputati. I due 'contraenti' del patto del Nazareno sulle riforme, Pd e Forza Italia, si sono detti a favore della permanenza delle guarentigie anche per i nuovi futuri senatori. In sostanza, Pd e Forza Italia sostengono che i futuri senatori dovranno godere dell'immunita' e, quindi, non devono avere un trattamento diverso rispetto ai colleghi deputati, anche se non saranno piu' eletti in maniera diretta. Nel dibattito che si e' svolto al Senato sugli articoli aggiuntivi all'8 del ddl riforme, quelli appunti relativi all'immunita', il senatore azzurro Donato Bruno ha spiegato chiaramente che "Forza Italia votera' a favore del provvedimento cosi' come uscito dalla commissione", quindi con l'immunita'. Anche il capogruppo Pd, Luigi Zanda, ha chiarito: "anch'io sarei per il testo uscito dalla commissione". A favore anche Pier Ferdinando Casini (Udc), l'Ncd con Gaetano Quagliariello. Si sono detti contrari, invece, Loredana De Petris (Sel), i 'dissidenti' del Pd Felice Casson e Vannino Chiti, il socialista Enrico Buemi. La relatrice Anna Finocchiaro ha rivendicato l'equilibrio della norma cosi' come uscita dalla commissione. Governo e relatori si sono quindi rimessi all'Aula sugli emendamenti aggiuntivi all'articolo 8 del ddl.

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