Bernardo Diaz

Bernardo Diaz

Bernardo Diaz, dottore commercialista collabora con PensioniOggi.it dal novembre del 2015.  

Il pagamento della Tasi per i Comuni che avranno stabilito le aliquote e le detrazioni entro il 23 Maggio dovrà essere effettuato entro il 16 Giugno. Nei soli Comuni ritardatari l'acconto per le abitazioni diverse dalle principali si pagherà a Settembre.

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La Tasi è il Tributo Comunale per i Servizi Indivisibili con cui le Amministrazioni Comunali provvedono al pagamento delle spese per il mantenimento dei Servizi erogati ai cittadini.  Ai sensi dell'art. 1 - comma 639 - della legge 147/2013, il presupposto  impositivo della Tasi è il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di fabbricati, compresa l’abitazione principale così come definita ai fini Imu, e di aree scoperte  edificabili e non , a qualunque uso adibiti con l'esclusione delle aree scoperte accessorie o di pertinenza di locali tassabili, non operative e delle aree comuni condominiali.

Si ricorda peraltro che questo Tributo non si applica ai terreni agricoli; l'Agenzia delle Entrate con il provvedimento 41/E/2014, ha infatti fissato la regola generale che l’Imu sostituisce l’Irpef e le relative addizionali sul reddito dominicale del terreno anche  nel caso  in cui per il 2013 fosse  dovuta esclusivamente la mini Imu.

Il calcolo della Tasi a differenza di quanto accadeva per l'Imu, è piu' complesso perchè bisogna conoscere  l'aliquota (e le eventuali detrazioni) previste dal Comune in cui è situato l'immobile. L'aliquota va applicata (come per l'IMU)  sulla rendita catastale, rivalutata del 5% e moltiplicata per 160.

L’aliquota di base della TASI è pari all’1 per mille.  Il Comune potrà, con specifica delibera: ridurre, azzerare o rideterminare l’aliquota rispettando però il vincolo per cui la somma delle aliquote della Tasi e dell'Imu, per ciascuna tipologia di immobile, non sia superiore all’aliquota IMU massima statale al 31.12.2013 (10,6‰). Per il 2014 l’aliquota massima della TASI non può superare il 2,5‰ (per i fabbricati rurali l’1‰); solo per finanziare maggiori detrazioni per le fasce deboli è stato anche previsto l'aumento ulteriore fino allo 0,8 per mille (cd. super-Tasi). In questo modo le aliquote massime possono raggiungere il 3,3 per mille sulle abitazioni principali o l'11,4 per mille per le altre abitazioni.

Dato che il presupposto dell'Imposta  è in sostanza la presenza e l'utilizzo del territorio comunale, sono tassati sia i possessori che gli utilizzatori di un Immobile.  Nel caso che l’unità Immobiliare sia occupata da un soggetto diverso dal  proprietario, sia l'inquilino che il proprietario stesso, sono tenuti al pagamento in  misura diversa e in maniera autonoma:  l'occupante  (inquilino) verserà fra il 10% ed il 30% dell’ammontare complessivo della TASI nella misura stabilita dal Comune;  il possessore (titolare del diritto reale "proprietario") verserà la differenza. In caso di leasing l’imposta è dovuta dal locatario. In caso di detenzione temporanea di durata non superiore a 6 mesi nel corso dello stesso anno solare, la TASI è dovuta soltanto dal possessore dei locali e delle aree a titolo di proprietà - usufrutto - uso - abitazione o superficie.

La Tasi andrà versata con modello F24 oppure  con bollettino di conto corrente postale. Le scadenze a regime sono il 16 Giugno per la prima rata e il 16 Dicembre per la seconda nei Comuni che hanno provveduto entro il 23 Maggio all'approvazione delle delibere per quest'anno; per i Comuni che non rispetteranno questa data il pagamento slitterà a Settembre secondo quanto annunciato dal Governo. Probabilmente la nuova data sarà il 16 Settembre e varrà per le sole abitazioni diverse da quelle principali (queste ultime invece pagheranno tutta l'imposta al 16 Dicembre, sempre in caso di ritardo dei Comuni nelle approvazione della delibera). Sul punto si attende ora di conoscere il provvedimento ufficiale del Governo.


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L’aula della Camera ha approvato con 277 sì e 92 no il decreto legge recante misure urgenti per l’emergenza abitativa, per il mercato delle costruzioni e per Expo 2015. Il provvedimento è legge. Una legge che «finalmente affronta organicamente il problema e non il solito decreto tampone che si limita al vecchio rito della proroga degli sfratti», ha commentato il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi. «Con questo Piano, che mobilita quasi 2 miliardi di euro, andiamo concretamente incontro a chi ha bisogno e vive il dramma dell’emergenza casa». «Il decreto - ha aggiunto Lupi - contiene infine tutta una serie di agevolazioni fiscali per rimettere in moto il mercato degli affitti che dimostrano come il fisco possa essere amico dei cittadini e favorire lo sviluppo».

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In particolare il testo destina più risorse alle locazioni, con il fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione e per il fondo dedicato ai morosi incolpevoli, riduce al 10% la cedolare secca per i proprietari di immobili che applicano canoni concordati e prevede agevolazioni fiscali per l'acquisto di mobili e per i redditi più bassi che devono pagare un affitto. Tra gli altri provvedimenti, si ricordano la stretta sugli abusivi che impone lo stop agli allacci delle utenze, mentre le spese per l'acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici, fino a un tetto di 10 mila euro, sono svincolate dalla spese sostenute per la ristrutturazione dell'abitazione che fruiscono delle detrazioni.

Dal 2014 al 2017 potranno usufruire della cedolare secca scontata al 10% per i canoni concordati chi ha un contratto di locazione stipulato nei comuni per i quali sia stato deliberato, negli ultimi cinque anni, lo stato di emergenza a seguito di eventi calamitosi. C'è poi la proroga dei benefici per inquilini emersi da nero: fino al 31 dicembre 2015 gli inquilini che hanno usufruito delle norme che prevedevano agevolazioni per gli inquilini che emergevano da contratti a nero, potranno continuare a fruire del pagamento del canone in misura ridotta e non dovranno restituire i soldi.

Con la prima variazione al bilancio di previsione 2014, l'Istituto migliora di 4 miliardi il conto economico. Il "rosso" scende a 8 miliardi ma la gestione ex-inpdap continua a mostrare un disavanzo strutturale importante.

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Otto miliardi di buco per l'Inps. Un 2014 per niente facile per l'Istituto Nazionale di Previdenza che comunque, chiuderà l'anno con un miglioramento, rispetto al bilancio di previsione, per circa 4 miliardi. E' quanto emerge dalla prima nota di variazione al bilancio preventivo   approvato dal Consiglio di integrazione e vigilanza dell'Istituto lo scorso febbraio. (Lo apprende l'Adnkronos).

Nel dettaglio la gestione finanziaria di competenza presenta un risultato negativo di 8,3 miliardi: la differenza cioè, fra 402 miliardi di accertamenti e 410,3 di impegni. Il miglioramento è stato di 3,6 miliardi rispetto alle previsioni di bilancio originarie del 2014 che presentava un disavanzo di 12 miliardi.

Migliora la situazione patrimoniale - La nota di variazione presenta un netto miglioramento della situazione patrimoniale, che passa da un rosso di 4,5 miliardi a un attivo di 21,2 grazie al ripiano dei disavanzi delle gestioni ex Inpdap (l'ex Istituto Nazionale di Previdenza per i dipendenti delle Amministrazioni pubbliche) deciso con la legge di stabilità con un apporto di 21,6 miliardi.

Entrate contributive inferiori alle uscite per le pensioni - Dal bilancio di previsione dell'Inps emerge che le entrate contributive nel corso del 2014 ammontano a 211,6 mld a fronte di uscite per le pensioni per 269,3 miliardi. Le uscite per prestazioni Istituzionali ammontano a 305,5 miliardi, tenendo conto di 36,1 miliardi per prestazioni temporanee. Dall'analisi dei dati appare significativo lo stacco tra le entrate contributive e la spesa per prestazioni pari a circa 58 miliardi, che interessa sia la gestione Inps per 48 mld che quella ex Inpdap per 10,4 mld.

Preoccupa la situazione dell'ex Inpdap - C'è preoccupazione per l'ex Inpdap, il cui disavanzo complessivo è influenzato in modo quasi esclusivo dalla Cassa pensioni dei dipendenti locali. La Cpdei infatti, presenta il maggior disavanzo economico patrimoniale tra le gestioni ex Inpdap con un trend che è peggiorato negli ultimi anni e un disavanzo patrimoniale per il 2014 di 42,2 miliardi. Si tratta di un disavanzo (si legge nella nota di variazione), strutturale generato dal blocco del turn over e dalle pensioni baby, per il quale occorrerebbe trovare una idonea soluzione che individui le fonti di copertura. 

Un 2014 quindi per niente facile per l'Istituto Nazionale di previdenza che, comunque, chiuderà l'anno con un miglioramento, rispetto al bilancio di previsione.

 La nota Civ conferma poi gli effetti della vecchia spending review che, da quest'anno, impongono un contenimento complessivo delle spese di funzionamento dell'Istituto di oltre 591 milioni, di cui 529 derivanti da tagli alle spese di gestione, razionalizzazioni e tagli di consumi intermedi. In particolare si prevede la rinegoziazione dei contratti con Poste e banche per circa 70 milioni, il taglio di 32,5 milioni alle risorse destinate ai Caf e di 115 milioni di quelle postali grazie alla posta elettronica certificata. L'Inps otterrà risparmi dai tagli alla spesa per l'informatica di 88 milioni, dalla dismissione di contratti di locazione, dalla riduzione dei fondi per il finanziamento della contrattazione integrativa e dal taglio ai compensi agli organi dell'Istituto. Punto sul quale incide anche il nuovo tetto di 240mila euro lordi annui per le retribuzioni dei dirigenti, che tocca il direttore generale ed oltre 10 figure professionali dell'istituto.

Oggi il via libera definitivo al Decreto Casa. Diventeranno, così, stabili i cambiamenti al bonus mobili e il taglio al 10% della cedolare secca per il canone concordato.

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Il decreto casa sarà approvato oggi alla Camera dopo che ieri è stata posta la questione di fiducia. La novità più importante nel pacchetto di misure che vedranno a breve la luce riguarda il bonus mobili. Viene eliminato, dal 6 giugno 2013 fino al 31 dicembre 2014, il vincolo in base al quale, per usufruire del bonus mobili, gli arredi e gli elettrodomestici devono costare meno della ristrutturazione. Salta, così, il limite introdotto con la legge di Stabilità 2014, dopo il fallito tentativo del Decreto Salva Roma-Ter, e lo sconto torna vincolato solo al tetto massimo di spesa, pari a 10mila euro.

Affitti in nero
- Nel decreto casa arriva anche la sanatoria in favore degli inquilini che hanno denunciato i loro affitti in nero dopo che la recente sentenza della Corte costituzionale (n. 50/2014) aveva di fatto cancellato la normativa che permetteva loro di pagare canoni scontati. Nel decreto si prevede quindi che gli sconti vengono fatti salvi fino al 31 dicembre del 2015. In sostanza, i mini canoni, risultato della nuova registrazione dei contratti in nero o registrati a canoni inferiori al reale, restano sino a fine 2015.

Sconti sugli Affitti - È prevista la detrazione Irpef, per chi è in affitto a canone agevolato. Nel triennio 2014-2016 lo sconto è di 900 euro, se il reddito complessivo non supera 15.493,71 euro; si scende a 450 euro, se il reddito complessivo è compreso tra i 15.493,72 e 30.987,41 euro.

Case Popolari - Per gli abusivi delle case popolari arriva una pesante stretta. E' previsto il divieto di allaccio di acqua, luce e gas nelle loro abitazioni, con immediato annullamento dei contratti già sottoscritti, e il divieto di partecipare alle procedure per l'assegnazione di altri alloggi per un periodo di cinque anni dall'occupazione abusiva.
Chi, invece, abita regolarmente un immobile ex Iacp potrà beneficiare della nuova possibilità prevista dal decreto: l'affitto con riscatto una volta trascorsi sette anni dall'inizio della locazione. Per sostenere gli inquilini che non riescono ad onorare i canoni locatizi il decreto casa assegna 226 milioni vanno al fondo di morosità incolpevole e altri 100 milioni al fondo di sostegno all'affitto.

Cedolare Secca - Confermata poi la cedolare secca ridotta per i contratti a canone concordato che è passa dal 15% al 10% per il periodo d'imposta 2014-2017; il regime viene peraltro esteso ai Comuni nei quali sia stato deliberato lo stato di emergenza nei cinque anni precedenti l'entrata in vigore della legge di conversione del decreto.

Alloggi Pubblici -  Si amplia poi la possibilità di vendere gli alloggi pubblici con la possibilità anche per i comuni di mettere sul mercato quelli che possiedono direttamente, e non solo quelle degli enti di edilizia residenziale pubblica. Inoltre la vendita potrà riguardare anche  i condomini nei quali la proprietà pubblica è solo al 50%. L'obbiettivo è quello di fare cassa per poter gestire al meglio il patrimonio immobiliare rimanente, che dovrà essere riqualificato anche per rendere disponibili gli alloggi che attualmente si trovano in situazioni di degrado tali da non poter essere offerti in locazione. Per questo peraltro il decreto semplifica le procedure per avviare i lavori, anche per il  risparmio energetico, puntando ad aumentare l'offerta di case tramite piani di recupero piuttosto che nuove costruzioni.  In ogni caso la vendita degli alloggi sociali è riservata solo agli attuali inquilini, ai quali sono riconosciute condizioni di favore e finanziamenti ad hoc. Aggiunto inoltre il divieto di rivendere gli appartamenti prima di cinque anni dall'acquisto.

Una nota diffusa in serata dal Ministero dell'Economia precisa che nei comuni che non avranno deliberato le aliquote entro il 23 Maggio l'imposta si pagherà a Settembre. 

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Nei Comuni che entro il 23 maggio non avranno deliberato le aliquote, la scadenza per il pagamento della prima rata della Tasi per gli immobili diversi dall'abitazione principale è prorogata da giugno a settembre. E' quanto ha comunicato in una nota il Ministero dell'Economia. Per tutti gli altri Comuni la scadenza per il pagamento della prima rata della Tasi resta il 16 giugno. «Dopo aver incontrato l'Anci, per venire incontro da un lato alle esigenze determinate dal rinnovo dei consigli comunali, e dall'altro all'esigenza di garantire ai contribuenti certezza sugli adempimenti fiscali, il Governo ha deciso che nei Comuni che entro il 23 maggio non avranno deliberato le aliquote la scadenza per il pagamento della prima rata della Tasi è prorogata da giugno a settembre», spiega il Mef nel comunicato diffuso in serata.

Con questa precisazione quindi, nei comuni ritardatari, il pagamento dell'acconto di Giugno slitterà a settembre ed il saldo sarà versato a Dicembre; mentre le abitazioni principali pagheranno in una unica soluzione il 16 Dicembre. Nei comuni che pubblicheranno per tempo le aliquote l'acconto dovrà essere pagato, per tutti gli immobili, entro il 16 Giugno ed il saldo a dicembre.

Intanto sul fronte Tasi il servizio delle politiche territoriali della Uil denuncia che su 35 città capoluogo che hanno deliberato le aliquote della Tasi, in 12 la nuova imposta sui servizi indivisibili costerà più dell'Imu pagata nel 2012. Le città dove il conto sarà più salato sono, secondo il servizio studi, Bergamo, Ferrara, Genova, La Spezia, Macerata, Mantova, Milano, Palermo, Pistoia, Sassari, Savona, Siracusa. Sono 23 invece le città capoluogo dove la Tasi avrà un peso inferiore dell'Imu tra cui Roma, Aosta, Brescia e Vicenza. I risparmi maggiori si avranno a Caserta (con 168 euro in meno) Aosta (-163), Pordenone (-148), Livorno (-141) e Roma (-127).

Undici città (Ancona, Bologna, Cagliari, Cremona, Ferrara, Genova, La Spezia, Piacenza, Reggio Emilia, Torino, Vicenza), sulle aliquote della prima casa, hanno adottato l'addizionale dello 0,8 per mille arrivando al 3,3 per mille, soltanto Milano e Roma hanno deciso di ricorrere alla "super-Tasi" sulle seconde case, arrivando in questo caso all'11,4 per mille.

La decisione sulle variazioni delle aliquote dovrebbe essere stabilita, da parte dei comuni, entro il 23 maggio. Tuttavia sono molti gli enti locali che non hanno ancora deliberato le aliquote a causa delle elezioni del 25 maggio (quando 3.900 enti locali dovranno votare il nuovo sindaco); attualmente infatti solo 832 Comuni su 8.092 hanno provveduto a deliberare le aliquote per la Tasi e di questi solo 514 hanno pubblicato sul sito del ministero dell'economia la loro delibera.

Ad allarmare, oltre al ritardo nella fissazione delle aliquote, c'è anche il fatto che il pagamento della Tasi sarà diverso in ciascun comune. Secondo lo studio della Uil «alla fine si avranno sicuramente 8.092 applicazioni diverse della Tasi e si rischia di avere oltre 75mila combinazioni differenti di applicazioni dell'imposta. Ad esempio a Bologna ci sono 23 detrazioni diverse in base alla rendita dell'immobile».

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