Redazione

Redazione

Al Senato il Governo affronterà i capitoli che la Camera non ha discusso. Possibile la ripresentazione dell'emendamento in favore dei quota 96 della scuola.

Kamsin Regioni, fondi pensione, regime dei minimi, local tax e Irap sulle imprese. Sono questi i temi che il Governo è pronto ad affrontare al Senato nel ddl di stabilità approvato domenica scorsa alla Camera dei Deputati. E' quanto ha ricordato il sottosegretario all'Economia PierPaolo Baretta in una intervista rilasciata oggi al Sole24ore.

Baretta conferma come sia possibile una revisione della tassazione dei fondi pensione, con il mantenimento delle attuale aliquota all'11,5 per cento, ma solo se saranno rispettati i saldi della manovra. Apertura anche per i rendimenti delle Casse professionali che potrebbero continuare ad essere tassati al 20% e sulla rivalutazione del tfr su cui Baretta conferma che si tratta di una "questione sensibile". Sulle regioni, poi, potrebbe esserci una norma per consentire il prepensionamento dei dipendenti delle province in esubero (alla Camera erano state presentate diverse proposte emendative in tal senso poi respinte).

Continua, invece, lo stallo della vicenda dei quota 96 della scuola. Dopo la bocciatura alla Camera delle proposte di Sel e M5S la Senatrice Pd, Laura Puppato, ha indicato di voler ripresentare l'emendamento a Palazzo Madama. La Camera domenica scorsa, comunque, ha approvato un odg con il quale impegna al governo alla soluzione della vicenda con il primo provvedimento legislativo disponibile e a fornire gli esatti numeri dei lavoratori che si trovano in tale condizione.

Zedde

Palazzo Chigi lavora per riscrivere le norme sull'articolo 18 entro fine anno. Probabile indennizzi monetari per i licenziamenti illegittimi sino ad un massimo di 24 mensilità.

Kamsin Rush finale al Senato per l'approvazione definitiva del Jobs Act. Il provvedimento sarà incardinato e si voteranno le pregiudiziali di costituzionalità oggi in Commissione Lavoro con l'obiettivo di ottenere un rapido via libera. Sul ddl sono arrivati una sessantina di emendamenti delle opposizioni, ma il testo, dopo le modifiche, concertate dalla maggioranza, apportate alla Camera, è di fatto blindato, con l'Esecutivo pronto a ricorrere alla fiducia. Il via libera dell'Aula è atteso entro questa settimana. 

Intanto Palazzo Chigi è già al lavoro per scrivere il primo decreto delegato, quello riguardante l'introduzione del contratto a tutele crescenti per i neossunti. L'obiettivo dell'esecutivo è di lasciare immutata la disciplina per le imprese con meno di 15 dipendenti per evitare un aggravio costi (attualmente alle imprese sotto i 15 dipendenti non è applicato l'articolo 18 e nei casi di licenziamento economico illegittimo è previsto un indennizzo che oscilla tra le 2,5 e le 6 mensilità massime).

Mentre per le imprese con piu' di 15 dipendenti l'ipotesi che prende piede è di fissare l'indennizzo in un massimo di 24 mensilità. Gli indennizzi, in altri termini, saranno crescenti in funzione dell'anzianità di servizio del prestatore ma non potranno superare il tetto massimo delle 24 mensilità.

Tra i nodi da sciogliere anche le modalità per individuare le «specifiche fattispecie» di licenziamento disciplinare dove dovrà essere mantenuta in vita la tutela reale.

Le nuove regole si applicheranno solo ai contratti stipulati dal 1° gennaio 2015, pertanto, chi oggi ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato continuerà a godere della protezione dell'articolo 18 nella forma attualmente vigente. La modifica interesserà, naturalmente, le imprese con piu' di 15 dipendenti, in quanto in quelle minori la protezione dell'articolo 18 è già oggi esclusa.

Zedde

La Camera ha approvato in prima lettura il ddl di stabilità. Ok al tetto sulle pensioni d'oro e allo stop delle penalizzazioni per i lavoratori precoci. La misura si applicherà dal 1° gennaio 2015 sino al 2017.

Kamsin Con il primo disco verde della Camera, domenica scorsa, alla legge di stabilità inizia a prendere forma il pacchetto di modifiche alla legge Fornero del 2011 che vedrà la luce dal prossimo 1° gennaio 2015.  Montecitorio ha approvato, in particolare, due proposte emendative alla Riforma Fornero del 2011 che ora sono all'esame della Commissione Lavoro di Palazzo Madama.  Vediamo dunque di riepilogare le novità che, salvo modifiche dell'ultima ora, saranno approvate in via definitiva entro fine anno.

Pensioni d'oro - Viene introdotto un tetto alle pensioni d'oro degli alti dirigenti dello stato con la precisazione che l'importo complessivo del trattamento pensionistico non può eccedere quello che sarebbe stato liquidato con l'applicazione delle regole di calcolo vigenti prima dell'introduzione della Riforma Fornero del 2011 (e cioè, nei fatti, non superiore all'80% dell'ultima busta paga). Il tetto opererà anche con riferimento ai trattamenti già liquidati. Le economie derivanti dalla misura affluiranno in un apposito Fondo, istituito presso l'INPS, finalizzato a garantire l'adeguatezza delle prestazioni pensionistiche in favore di particolari categorie di soggetti, individuate con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze.

Lavoratori Precoci - Viene poi sospesa la penalizzazione per i lavoratori che maturano un diritto a pensione anticipata entro il 31 Dicembre 2017. Pertanto, coloro che perfezionaranno i 42 anni e 6 mesi di contributi (un anno in meno per le donne) potranno andare in pensione senza incorrere in alcuna decurtazione anche se non avranno raggiunto i 62 anni di età. Qui gli ulteriori approfondimenti sulla misura.

Benefici Amianto - Viene riconosciuta la maggiorazione ai fini pensionistici, secondo la normativa vigente prima della Riforma del 2003, dei periodi di esposizione all'amianto ultradecennali accertati in via giudiziale. Inoltre viene previsto che i provvedimenti di annullamento delle certificazioni sull'amianto rilasciate dall'Inail per il conseguimento dei benefici di cui alla legge 257/1992 non sono tenute in considerazione a meno di dolo dell'interessato accertato in via definitiva.

Pagamento Assegni Pensionistici -  A decorrere dal 1º gennaio 2015, al fine di razionalizzare e uniformare le procedure e i tempi di pagamento delle prestazioni previdenziali corrisposte dall’INPS, i trattamenti pensionistici, gli assegni, le pensioni e le indennità di accompagnamento erogate agli invalidi civili, nonché le rendite vitalizie dell’INAIL sono posti in pagamento il giorno 10 di ciascun mese o il giorno successivo se festivo o non bancabile, con un unico pagamento, ove non esistano cause ostative, nei confronti dei beneficiari di più trattamenti. La misura riguarderà circa 800mila titolari di piu' assegni (Inps-Inpdap).

Patronati - Per i patronati si prevede un taglio di 75milioni di euro, contro i 150 milioni paventati nel testo originario del disegno di legge. Inoltre, a valere sul gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati dall’anno 2014, l’aliquota di prelevamento di cui al comma 1 dell’articolo 13 della legge n. 152 del 2001 viene rideterminata nella misura dello 0,186 per cento.

Zedde

Al via il sit in davanti a Montecitorio per i dipendenti pubblici appartenenti alla Cisl. I lavoratori chiedono i rinnovi contrattuali nel pubblico impiego.

Kamsin Si apre un dicembre caldo con lo sciopero del pubblico impiego della Cisl. Oggi, all'insegna dell'hashtag #ioscioperoperilcontratto, si fermano i lavoratori aderenti alla Cisl della sanità, della scuola, dei servizi pubblici locali, dell'università e delle ricerca, per protestare contro il mancato del rinnovo del contratto, ormai bloccato da cinque anni, e la riforma avviata della Pubblica Amministrazione.

A Roma la protesta si concentrerà a Piazza Montecitorio, dove sarà presente anche il segretario generale, Annamaria Furlan: «Le mobilitazioni della Cisl spiega - nonsaranno solo un momento di protesta civile ma anche di proposte per cambiare il jobs act e la legge di stabilità».

Intanto ieri con l'approvazione in prima lettura alla Camera del ddl di stabilità, anche se è rimasto confermato il blocco salariale della contrattazione nelle Pa, è stato rimodulato il bonus bebè per venire incontro alle esigenze dei nuclei familiari a più basso reddito; è stato previsto l'incremento del fondo per le non autosufficienze di 150 milioni di euro nel 2015; sono stati stanziati ulteriori 400 milioni di euro per il finanziamento degli ammortizzatori sociali, servizi per il lavoro e politiche attive nel biennio 2015-2016 in attuazione del Jobs Act. 

Zedde

L'esecutivo potrebbe presentare in Senato un emendamento per consentire al personale delle Province in soprannumero di accedere alla pensione con le vecchie regole sino al 2018.

Kamsin Saranno esaminati dall'aula di Palazzo Madama gli ulteriori emendamenti che il Governo presenterà alla legge di stabilità. Il provvedimento è infatti arrivato al Senato dopo il prima via libera di Montecitorio di ieri. L'aula di Palazzo Madama dovrà sciogliere ancora diversi nodi ad iniziare da Irap, regime dei minimi dei professionisti, introduzione della local tax ed ulteriori provvedimenti sulle pensioni.

Proprio su questo fronte all'ordine del giorno c'è una modifica della tassa di rivalutazione del Trattamento di fine rapporto a fini previdenziali. L’aliquota dovrebbe scendere al 14% (nel ddl il Governo la ha alzata dall’11% al 17%). Discorso aperto anche per i fondi complementari. La tassazione è stata portata dall’ 11,5% al 20%, l’ipotesi alla quale si lavora è abbassare il prelievo al 17%.

C’è poi il discorso degli investimenti delle Casse di previdenza privata. Anche per loro il governo, con la manovra, ha innalzato la tassazione sugli investimenti dal 20% al 26%. Nel passaggio del testo al Senato si potrebbe tornare indietro, con la tassa sugli investimenti delle Casse che tornerebbe al 20%.

Tra le novità che dovrebbero sbarcare in Senato, secondo quanto si apprende da fonti vicine a Palazzo Chigi, c'è anche una norma che consentirebbe il prepensionamento dei dipendenti delle province in esubero. La Riforma Delrio ha infatti messo in soprannumero il 50% del personale nelle province normali e il 30% di quello impiegato nelle province che si stanno trasformando in Città Metropolitane.

Ebbene, per consentire lo svuotamento dei vecchi enti di area vasta (previsto dalla legge 56/2014), circa 28mila persone secondo i calcoli parlamentari, il Governo dovrebbe presentare una proposta per consentire sino al 31 Dicembre 2018 il prepensionamento del personale in soprannumero; con la proposta, quindi, i lavoratori in parola potranno uscire, in via eccezionale, con le regole vigenti prima dell'introduzione della legge Fornero del 2011. Saranno gli enti a comunicare, entro 90 giorni, i beneficiari della misura con i termini e le modalità della risoluzione unilaterale del rapporto.

Gli altri lavoratori in soprannumero saranno presi in carico dagli altri enti, Regioni e Comuni in primis ma anche uffici giudiziari ed altre amministrazioni dello Stato tra cui agenzie, università ed enti pubblici non economici. A tal fine l'emendamento governativo fissa al 31 Marzo del prossimo anno la data entro cui deve essere individuato il personale non prepensionabile da mantenere quello, invece, da inserire in appositi piani di mobilità.

Zedde

© 2022 Digit Italia Srl - Partita IVA/C.f. 12640411000. Tutti i diritti riservati